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{{q|Il soggetto e l'oggetto forniscono una cattiva approssimazione del pensiero. Pensare non è un filo teso tra un soggetto e un oggetto, né una rivoluzione dell'uno intorno all'altro. Il pensare si realizza piuttosto nel rapporto fra il territorio e la terra.|Gilles Deleuze e Félix Guattari, ''Qu'est-ce que la philosophie?''. Parigi, Les Édition de Minuit, 2005 (1991), p. 82. Traduzione in lingua italiana di Angela De Lorenzis in Gilles Deleuze e Félix Guattari, ''Che cos'è la filosofia''. Torino, Einaudi, 1996, p.77 |Le subject et l'objet donnent une mauvaise approximation de la pensée. Penser n'est ni un fil tendu entre un sujet et un objet, ni une révolution de l'un autor de l'autre. Penser se fait plutôt dans le rapport du territorie et de la terre|lingua=Fr}}
Nel 1993 questo termine
Nel 1994 l'opera ''Geo-filosofia dell'Europa'' di Massimo Cacciari ne sviluppa ulteriormente il tema, introducendone le potenziali letture ed ermeneutiche in Italia. In questa opera
{{q|[...] si afferma la consapevolezza che, per poter condurre vittoriosamente a termine questo tremendo ''ágon'', è necessario assumere un compito ancor più arduo che l'officio della guerra, del pólemos, anzi un compito ''impossibile'': conoscere se stessi.|Massimo Cacciari, ''Geo-filosofia dell'Europa''. Milano, Adelphi, 1994, p. 16}}
Luisa Bonesio nota che se diversi sono sono gli studi che hanno arricchito la ''geofilosofia'', essi possono essere ricondotti a due filoni apparentemente antitetici individuati da Massimo Cacciari nel suo ''Icone della legge''<ref>Massimo Cacciari, ''Icone della legge''. Milano, Adelphi, 2002</ref> (precisamente nel capitolo ''Errante radice''), là dove il filosofo italiano individua due differenti letture della problematica.
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