Utente:Xinstalker/sandbox44: differenze tra le versioni

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Nel 1993 questo termine fu utilizzato, ampliandone i significati, nella pubblicazione dell'opera collettanea ''Penser l'Europe à sans frontières'' che raccoglieva i contributi al "Carrefour des Littératures européennes de Strasbourg", tenutosi a Strasburgo tra il 7 e il 10 novembre 1992. Tale pubblicazione, a cui avevano contribuito autori quali Alain Badiou, Václav Bělohradský, Eduardo Lourenço, Denis Guénoun, Giorgio Agamben, Étienne Balibar, Paul Virilio, Jean-Luc Nancy, Bernhard Waldenfels, Philippe Lacoue-Labarthe e lo stesso Gilles Deleuze, recava come intestazione l'espressione ''Géophilosophie de l'Europe''.
 
Nel 1994 l'opera ''Geo-filosofia dell'Europa'' di Massimo Cacciari ne sviluppa il tema, introducendone le potenziali letture ed ermeneutiche in Italia. In questa opera, Cacciari individua la nascita dell'idea di "Occidente" nella contrapposizione politico-geografica tra il mondo greco e quello persiano. Contrapposizione che conduce i Greci a "definirsi", a individuare il proprio dèmone-carattere:
Da qui la geografia diviene un contesto impreteribile per una filosofia che ritiene doveroso portare il territorio e la terra al pensiero, in analogo modo con cui altre discipline, come la "geopolitica" o la "geoeconomia", hanno inteso ripensare l'orizzonte della terra alla luce dell'affermazione planetaria della tecnoscienza<ref>Bonesio, p. 4637</ref>.
 
{{q|[...] si afferma la consapevolezza che, per poter condurre vittoriosamente a termine questo tremendo ''ágon'', è necessario assumere un compito ancor più arduo che l'officio della guerra, del pólemos, anzi un compito ''impossibile'': conoscere se stessi.}}
 
Da quiquesti temi, la geografia diviene un contesto impreteribile per una filosofia che ritiene doveroso portare il territorio e la terra al pensiero, in analogo modo con cui altre discipline, come la "geopolitica" o la "geoeconomia", hanno inteso ripensare l'orizzonte della terra alla luce dell'affermazione planetaria della tecnoscienza<ref>Bonesio, p. 4637</ref>.
 
Luisa Bonesio nota che se diversi sono sono gli studi che hanno arricchito la ''geofilosofia'', essi possono essere ricondotti a due filoni apparentemente antitetici individuati da Massimo Cacciari nel suo ''Icone della legge''<ref>Massimo Cacciari, ''Icone della legge''. Milano, Adelphi, 2002</ref> (precisamente nel capitolo ''Errante radice''), là dove il filosofo italiano individua due differenti letture della problematica.