Martin Heidegger, la vita e l'opera: differenze tra le versioni

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L'atto del poetare è quindi ciò che istituisce la cultura. La ''Grundstimmung'' ovvero la tonalità emotiva fondante di un popolo, quindi la verità del suo esserci, è istituita dai poeti che, unitamente ai pensatori e agli statisti, creano opere di grande potenza generando nuove condizioni dell'esserci. E, riferendosi a Höderlin, il "poeta del poetare", rivela:
{{q|Può darsi che noi un giorno usciamo dal nostro quotidiano, dovendo entrare nella potenza della poesia (''Macht der Dichtung''), e che non possiamo più tornare alla quotidianità così come l'abbiamo lasciata. |In GA 39 p.22|Es kann sein, dass wir dann eines Tages aus unserer Alltäglichkeit herausrücken und in die Macht der Dichtung einrücken müssen, dass wir nie mehr so in die Alltäglichkeit zurückkehren, wie wir sie verlassen haben.|lingua=De}}
 
La scelta di Hölderlin è da Heidegger ben meditata in quanto il poeta tedesco è «der Dichter des Dichters und der Dichtung» ("il poeta dei poeti e della poesia"), non solo, Hölderlin è anche il «der Dichter der Deutschen» ("il poeta dei tedeschi"), e siccome lui è tutto questo ma il suo poetare è "difficile" (''Schwer'') e "arcano" (''Verborgene''), la sua "potenza" non è divenuta "potenza" del popolo tedesco e "siccome non lo è, lo deve diventare" (''Weil er das noch nicht ist, muß er es werden'')<ref>GA 39, p. 214.</ref>.
 
Quindi parlare di Hölderlin è per Heidegger parlare di politica nel suo significato più "alto"<ref>GA 29, p. 214-5</ref> in quanto, e qui Heidegger cita direttamente l'ultima frase della lirica ''[[Andenken]]'' ('Ricordi') di Hölderlin:
{{Citazione|il poeta fonda ciò che resta|GA 39, p. 214|Was bleibet aber, stiften die Dichter|lingua=De}}
 
Per meglio significare questo valore, Heidegger introduce una modifica grafica al termine ''Sein'' che diventa ''Seyn'': all'"essere" (''Sein'') si aggiunge, nella terminologia heideggeriana, l'Essere (''Seyn''):
{{Citazione|Il poeta è il fondatore dell'Essere|GA 39, p. 214|Der Dichter ist der Stifter des Seyns|lingua=De}}
 
Nei fondamentali scritti che inizierà a redigere l'anno successivo, il 1936, e fino al 1938, e che saranno pubblicati con il titolo ''Beiträge zur Philosophie (Vom Ereignis)''<ref>GA 65; la traduzione in lingua italiana di questo volume è di Franco Volpi ed è stata pubblicata con il titolo ''Contributi alla filosofia (Dall'Evento)'', dalla casa editrice Adelphi di Milano nel 2007</ref> Heidegger rende conto dell'importanza di questa innovazione terminologica:
{{Citazione|Il domandare dell'Essere secondo la sua storia non è rovesciamento della metafisica, bensì de-cisione in quanto progetto del fondamento di quella distinzione in cui anche il rovesciamento deve continuare a mantenersi. Con tale progetto questo domandare giunge assolutamente al di fuori della distinzione tra essere ed ente ed è per tale ragione che essa scrive ora il nome dell'essere (''Sein'') nella forma di "Essere" (''Seyn''). Ciò deve indicare che qui l'essere non è più pensato nel senso della metafisica.|GA 65, p.436; traduzione di Franco Volpi in ''Contributi alla filosofia (Dall'Evento)''; Milano, Mondadori, 2010, pp. 782-3 |Das seynsgeschichtliche Erfragen des Seyns ist nicht Umkehrung der Metaphysik, sondern Ent-scheidung als Entwurf des Grundes jener Unterscheidung, in der sich auch noch die Umkehrung halten muß. Mit solchem Entwurf kommt dieses Fragen überhaupt ins Außerhalb jener Unterscheidimg von Seiendem und Sein; und sie schreibt deshalb auch das Sein jetzt als »Seyn«. Dieses soll anzeigen, daß das Sein hier nicht mehr metaphysisch gedacht wird. |lingua=De}}
 
==Le opere==