Guida maimonidea/Critica del linguaggio: differenze tra le versioni
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Non è difficile identificare l'aspetto innovativo audace di questa idea che il collegamento tra la profezia ed il sogno rifletta la consapevolezza interiore del profeta. E Maimonide non si sforza di nascondere il suo concetto in merito poiché, dato che è impossibile vedere un angelo, qualsiasi apparizione di un angelo deve per forza essere un sogno del profeta. Un esempio offerto nella ''Guida'' è quello della lotta di Giacobbe con l'angelo narrata in Genesi 32. Un angelo non ha un corpo fisico, quindi Giacobbe non poteva aver lottato con un angelo; sognò solo di aver lottato con un angelo. Il sogno ha un significato simbolico profondo, in parte perché è il sogno di un uomo come Giacobbe, ma è pur sempre un sogno. Maimonide asserisce persino che, quando Abramo vide i tre angeli all'entrata della sua tenda, stava sognando o stava avendo una visione ad occhi aperti, e che l'angelo che gli esclamò di non uccidere Isacco era parimenti una visione da sveglio da parte di Abramo. Secondo Maimonide, tutte le rivelazioni divine in forma di apparizione, annuncio o discorso devono essere interpretate in questo modo.<ref name="Profeta"/>
L'interpretazione del profeta e del processo profetico da parte di Maimonide ridefinisce la distinzione tra profezia vera e profezia falsa. Non si può più identificare una profezia vera come quella in cui Dio di fatto profferì le Sue parole al profeta, in
I sostenitori della lettura filosofica della ''Guida'' vedono il resoconto della profezia da parte di Maimonide come prova che egli credesse nella preesistenza eterna del mondo. Argomentano che nei capitoli che trattano della creazione, egli affermi di credere nella creazione nel tempo in parte perché la preesistenza eterna compromette il concetto della rivelazione. In supporto della creazione nel tempo, Maimonide dice quanto segue:
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