Storia della letteratura italiana/Tommaso Campanella: differenze tra le versioni
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Nella sua vita travagliata, Tommaso Campanella ha dovuto sempre lavorare in condizioni di gravi difficoltà. Molte delle sue opere sono andate perdute, e lo stesso filosofo ha dovuto in cui alcuni casi riscriverle, riadattandole alle esigenze imposte dagli eventi e dalle accuse che gli venivano mosse. Ne derivano alcuni problemi per gli studiosi che devono ricostruire il suo pensiero e che sono chiamati a distinguere il nucleo centrale della sua filosofia dalle affermazioni inserite solo per opportunità, al fine di evitare condanne e conseguenze ben peggiori.
== La vita ==
[[Immagine:Cozza Tommaso Campanella.jpg|thumb|left|220px|Francesco Cozza, ritratto di Tommaso Campanella]]
Giovan Domenico Campanella
Nel 1581 la famiglia si
L'istruzione ricevuta dai domenicani non lo
Quelle che dai suoi superiori
Alla fine del 1589 abbandona il convento calabrese e se ne va a Napoli, ospite dei marchesi del Tufo. Nella capitale del viceregno, pur non abbandonando l'abito di frate, è tutto inteso ad approfondire i suoi interessi neoplatonici e scientifici, che allora erano connessi strettamente con gli studi alchemici e magici
Intanto, la pubblicazione della ''Philosophia sensibus demonstrata'' provoca scandalo nel convento di San Domenico
Campanella non
La prudente diffidenza di Ferdinando I, che non
Ai primi del 1593 Campanella è a Padova, ospite del convento di Sant'Agostino.
Per difendersi dalle nuove accuse di essere oppositore della Chiesa, Campanella
In tutto questo periodo
Trasferitosi a Napoli nel 1598, Campanella dà lezioni di geografia, scrive le perdute ''Cosmographia'' e ''Encyclopaedia facilis'', e termina l'''Epilogo Magno''. In luglio s'imbarca per la Calabria e raggiunge Stilo, ospite del convento domenicano di Santa Maria di Gesù. Per poco tempo Campanella rimase tranquillo in convento, dove scrisse il piccolo trattato ''De predestinatione et reprobatione et auxiliis divinae gratiae'', nel quale afferma la dottrina cattolica del libero arbitrio. In un abbozzo dei suoi ''Articuli prophetales'', appare già l'attesa del nuovo secolo che gli sembra annunciato da fenomeni straordinari: inondazioni del Po e del Tevere, allagamenti e terremoti in Calabria, il passaggio di una cometa, profezie e coincidenze astrologiche. Un nuovo mondo sembra alle porte, a sostituire il vecchio ormai caduto in una situazione di degrado.
Trasferito a Napoli insieme ai suoi compagni di avventura, Campanella
▲Trascorse ventisette anni in prigione a Napoli. Durante la prigionia scrisse le sue opere più importanti: ''La Monarchia di Spagna'' (1600), ''Aforismi Politici'' (1601), ''Atheismus triumphatus'' (1605-1607), ''Quod reminiscetur'' (1606?), ''Metaphysica'' (1609-1623), ''Theologia'' (1613-1624), e la sua opera più famosa, ''La città del Sole'' (1602), in cui vagheggiava l'instaurazione di una felice e pacifica repubblica universale retta su principi di giustizia naturale. Egli addirittura intervenne nel primo processo contro Galileo Galilei con la sua coraggiosa ''Apologia di Galileo'' (1616).
Nel 1634 però, una nuova cospirazione in Calabria, portata avanti da uno dei suoi seguaci, gli
▲Fu infine scarcerato nel 1626 grazie a Maffeo Barberini, arcivescovo di Nazaret a Barletta, poi papa col nome di Papa Urbano VIII, che personalmente intercedette presso Filippo IV di Spagna. Campanella fu portato a Roma e tenuto per qualche tempo presso il Sant'Uffizio, e fu liberato definitivamente nel 1629. Visse per cinque anni a Roma, dove fu il consigliere di Urbano VIII per le questioni astrologiche.
== La natura e la magia: il ''De sensu rerum et magia'' ==▼
▲Nel 1634 però, una nuova cospirazione in Calabria, portata avanti da uno dei suoi seguaci, gli procurò nuovi problemi. Con l'aiuto del cardinale Barberini e dell'ambasciatore francese de Noailles, fuggì in Francia, dove fu benevolmente ricevuto alla corte di Luigi XIII. Protetto dal Armandcardinale Richelieu, e finanziato dal Re, passò il resto dei suoi giorni al convento parigino di Saint-Honoré. Il suo ultimo lavoro fu un poema che celebrava la nascita del futuro Luigi XIV (''Ecloga in portentosam Delphini nativitatem'').
Il ''De sensu rerum et magia'', iniziato in latino nel 1590, fu completato e dedicato al granduca di Toscana Ferdinando I de' Medici nel 1592; sequestratogli il manoscritto a Bologna dal Sant'Uffizio, fu riscritto in italiano nel 1604, tradotto in latino nel 1609 e pubblicato finalmente nel 1620 a Francoforte. Campanella vi persegue una sintesi di naturalismo telesiano e di platonismo: a Democrito e ai materialisti rimprovera di voler far derivare l'ordine del mondo all'azione degli atomi, che non hanno sensibilità, e agli aristotelici la mancata iniziativa di Dio nella costituzione della natura. D'altra parte
Secondo Campanella, i tre princìpi di cui è composta la natura (materia, caldo e freddo), sono frutto della creazione divina:
▲==''De sensu rerum et magia''==
▲Il ''De sensu rerum et magia'', iniziato in latino nel 1590, fu completato e dedicato al granduca di Toscana Ferdinando I de' Medici nel 1592; sequestratogli il manoscritto a Bologna dal Sant'Uffizio, fu riscritto in italiano nel 1604, tradotto in latino nel 1609 e pubblicato finalmente nel 1620 a Francoforte. Campanella vi persegue una sintesi di naturalismo telesiano e di platonismo: a Democrito e ai materialisti rimprovera di voler far derivare l'ordine del mondo all'azione degli atomi, che non hanno sensibilità, e agli aristotelici la mancata iniziativa di Dio nella costituzione della natura. D'altra parte egli non intende nemmeno sacrificare l'autonomia delle forze che agiscono nella natura, pur se la spiegazione ultima delle cose va ricercata nella primitiva azione divina.
Le tre primalità (''primalitates'') - che corrispondono alle tre nature divine - costituiscono il triplice carattere di ogni essere:
▲Secondo Campanella, i tre principi, materia, caldo e freddo, di cui è composta la natura, sono frutto della creazione divina: «Dio prima fece lo spazio, composto pure di ''Potenza'', ''Sapienza'' e ''Amore'' [...] e dentro a quello pose la materia, che è la mole corporea [...] Nella materia poi Dio seminò due principi maschi, cioè attivi, il caldo e il freddo, perché la materia e lo spazio sono femmine, principi passivi. E questi maschi, da codesta materia divisa, combattendo, formano due elementi, cielo e terra, che combattendo tra loro, dalla loro virtù fatta languida nascono i secondi enti, avendo per guida della generazione le tre influenze, la ''Necessità'', il ''Fato''<nowiki> e l'</nowiki>''Armonia'', che portano l'Idea».
Dalla Potenza le cose sono solo perché possono essere e hanno una determinata natura; Dio attraverso questa potenza dona la Necessità alle cose, la Sapienza permette alle cose di conoscere il Fato, ossia il saper vedere la successione di causa-effetto nei processi naturali e infine l'Amore permette l'Armonia fra gli esseri, perché questi amano essere così e non diversamente:
{{quote|tutti gli enti si compongono di Potenza, Sapienza e Amore e ognuno è perché può essere, sa essere e ama essere, combatte contro il non essere e, quando gli manca il potere o il sapere o l'amore dell'essere, muore e si trasmuta in chi ne ha di più.}}
Tutte le cose hanno sensibilità: «Tanta sciocchezza è negare il senso alle cose perché non hanno occhi, né bocca, né orecchie, quanto è negare il moto al vento perché non ha gambe, e il mangiare al fuoco perché non ha denti, e il vedere a chi sta in campagna perché non ha finestre da cui affacciarsi e all'aquila perché non ha occhiali. La medesima sciocchezza indusse altri a credere che Dio abbia certo corpo e occhi e mani».▼
Tutte le cose hanno sensibilità:
Inoltre Campanella ci parla anche delle primalità del non-essere, presenti inevitabilmente nel mondo finito, che sono l'''Impotenza'', l'''Insipienza'' e l'''Odio'': solo in Dio, che è infinito, le primalità dell'essere non sono contrastate dalle primalità del non-essere. A queste tre primalità si contrappongono le ''potenze negative'', che possono variamente combinarsi alle primalità nell'ambito delle varie forme della magia, che è l'insieme delle regole che vanno osservate per intervenire nella natura. Il mago è il sapiente che scopre le relazioni esistenti tra le cose: «beato chi legge nel libro della natura, e impara quello che le cose sono, da esso e non dal proprio capriccio, e impara così l'arte e il governo divino, facendosi di conseguenza, con la magia naturale, simile e unanime a Dio».▼
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▲Inoltre Campanella ci parla anche delle primalità del non-essere, presenti inevitabilmente nel mondo finito, che sono l'''Impotenza'', l'''Insipienza'' e l'''Odio'': solo in Dio, che è infinito, le primalità dell'essere non sono contrastate dalle primalità del non-essere. A queste tre primalità si contrappongono le ''potenze negative'', che possono variamente combinarsi alle primalità nell'ambito delle varie forme della magia, che è l'insieme delle regole che vanno osservate per intervenire nella natura. Il mago è il sapiente che scopre le relazioni esistenti tra le cose:
{{quote|beato chi legge nel libro della natura, e impara quello che le cose sono, da esso e non dal proprio capriccio, e impara così l'arte e il governo divino, facendosi di conseguenza, con la magia naturale, simile e unanime a Dio.}}
La magia si manifesta attraverso le sensazioni, che possono essere negative o positive: sensazioni che l'uomo coglie, e che gli fanno capire di essere parte integrante di un ordine universale; tuttavia, nonostante sia parte di questo ordine, può opporsi a tale ordine, e se si oppone all'ordine universale la magia è negativa, se invece si armonizza, ovvero cerca di seguire l'ordine universale, allora la magia è positiva.
== L'
{{Vedi source|La Città del Sole}}
[[File:Civitas Soli.jpg|thumb|''Civitas Solis'']]
Campanella
Nel delineare la sua concezione collettivista della società, Campanella si rifà a Platone == La poesia ==
L'interesse per la poesia attraversa tutta la vita e l'attività intellettuale di Tommaso Campanella. A questo tema ha dedicato in particolare una ''Poetica'', confluita nella ''Philosophia rationalis'' (1638). Tuttavia non si limita al lavoro di teorico. I suoi componimenti saranno pubblicati postumi dall'amico Tobia Adami, curatore della raccolta ''Scelta d'alcune poesie filosofiche di Settimontano Squilla'' (dove "Squilla" è una metonimia di Campanella), edita in Germania nel 1622.
Campanella parte dall'idea che poesia e magia siano strettamente connesse. Adotta però poi una prospettiva aristotelica, critica la finzione e apprezza invece le poesie che esprimono direttamente la verità. Nei componimenti di cui è autore mostra uno stretto legame con la sua vita e le sue esperienze. Le sue vicissitudini sono interpretate in un orizzonte più vasto, come parti del destino che l'umanità percorre sotto lo sguardo di Dio.
La poesia diventa quindi uno strumento magico per arrivare al significato più profondo del processo che regola il mondo. La natura è vista come divina e benefica, anche se sull'autore continuano a pesare le inquietudini dovute all'esistenza del male. Nelle liriche più intense affronta direttamente la sua condizione di prigioniero in carcere.<ref name="Ferroni437">{{cita libro | Giulio | Ferroni | Profilo storico della letteratura italiana | 2001 | Einaudi | Torino | pp=437-438 }}</ref> La coscienza del male non porta a rassegnazione o al lamento, ma è uno stimolo per combatterlo e trasformarlo attraverso la metafora.<ref name="Baldi29">{{cita libro | autore1=Guido Baldi | autore2=Silvia Giusso | autore3=Mario Razetti | autore4=Giuseppe Zaccaria | titolo=Il Barocco, l'Arcadia e l'Illuminismo | opera=Moduli di letteratura | anno=2002 | editore=Paravia | città=Torino | p=29 }}</ref>
Il suo stile si avvicina al concettismo barocco per quanto riguarda l'uso della metafora come strumento per indagare gli elementi magici della natura. Se ne distacca però per la serietà religiosa che risalta dalle sue poesie,<ref name="Baldi29" /> e sembra piuttosto riprendere temi e modi da [[../Dante Alighieri|Dante]]. Ritornano inoltre termini del linguaggio parlato ed espressioni tratte dalla Bibbia. I concetti filosofici di cui si nutre questa poesia sono espressi in modo contratto, al punto da risultare spesso oscuri. Campanella si pone così come un profeta, che diversamente dai poeti pagani è in grado di sondare la verità della natura.<ref name="Ferroni437" />
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[[Categoria:Storia della letteratura italiana|Campanella]]
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