Storia della letteratura italiana/Jacopo Sannazaro: differenze tra le versioni

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Jacopo Sannazaro (talvolta trascritto ''Iacobo Sannazzaro'') compose opere in lingua latina e in volgare. È noto soprattutto come autore dell<nowiki>'</nowiki>''Arcadia'', prosimetro pastorale in prosa e versi, da cui successivamente ha preso il nome l'omonima accademia costituitasi a Roma alla fine del Seicento.
Autore di opere in lingua latina e in volgare, Jacopo Sannazaro è uno dei più importanti esponenti della cultura partenopea del secondo Quattrocento. È noto soprattutto come autore dell<nowiki>'</nowiki>''Arcadia'', un prosimetro pastorale (cioè un'opera in prosa e versi) particolarmente fortunato, tanto da diventare uno dei libri più letti nell'Europa del Cinque e del Seicento.<ref name="Baldi37">{{cita libro | autore1=Guido Baldi | autore2=Silvia Giusso | autore3=Mario Razetti | autore4=Giuseppe Zaccaria | titolo=L'Umanesimo, il Rinascimento e l'età della Controriforma | opera=Moduli di letteratura | anno=2002 | editore=Paravia | città=Torino | p=37 }}</ref>
 
== La vita ==
[[Immagine:TITIAN; Portrait of Jacopo Sannazaro (1514-18).JPG|thumb|left|Tiziano, presunto ritratto di Jacopo Sannazaro]]
NacqueJacopo (talvolta trascritto Iacobo) nasce a Napoli da una nobile famiglia della Lomellina, (i Sannazzaro), che si diceva derivasse il nome da una villa a San Nazaro, nei pressi di Pavia. Le storie letterarie riferiscono una data di nascita oscillante fra il 1456 e il 1458; l'epigrafe sepolcrale riporta tuttavia la data del 1457.<ref>{{cita libro | autore=Maria Corti, ''Sannazaro,| Iacobo'',curatore=Vittore inBranca Vittore| Brancatitolo=Sannazaro, ''Iacobo | opera=Dizionario critico della letteratura italiana'', | anno=1973 | editore=Utet | città=Torino: UTET,| 1973,capitolo= | volume=vol. 3, | p. =299-305. }}</ref>.
 
Il padre morìmuore durante gli anni dell'adolescenza di Jacopo, che fu cresciutocresce a Napoli, Nocera de' Pagani e San Cipriano Picentino, luoghi la cui atmosfera avrebbe ispirato, secondo le dichiarazioni del poeta.<ref>''Elegiae'', III, 2.</ref>, la prima elaborazione dell<nowiki>'</nowiki>''Arcadia''. A Napoli fuè discepolo, nella seconda metà degli anni settanta del Quattrocento, di Giuniano Maio e Lucio Crasso, docenti di poetica e di retorica. AderìAderisce all'Accademia Pontaniana, raccolta attorno all'umanista Giovanni Pontano, assumendo lo pseudonimo classicizzante di ''Actius Syncerus''. Il suo prematuro ritiro in campagna da Napoli, da taluni considerato come un dato biografico, è invece un evidente tropo.
 
FuVive a lungo ospite dei conti Cavaniglia, nel palazzo di corte di Montella, ovedove, sembra, scrissescrive la sua ''Arcadia'', ispirato dai monti Picentini. OttenneOttiene rapidamente la fama di poeta e quindi un posto come uomo di corte, ottenendoricevendo in dono come residenza di campagna Villa Mergellina, nei pressi di Napoli, da Federico d'Aragona. Quando il suo patrono Federico fuè costretto a rifugiarsi in Francia nel 1501, fuSannazaro accompagnatolo da Sannazaro, cheaccompagna. nonNon ritornòritornerà in Italia prima della morte del re (1504). Sembra che il poeta abbia trascorso gli anni successivi a Napoli. MorìMuore nella città partenopea il 6 agosto 1530.<ref>E. Carrara nella ''Enciclopedia Italiana'', 1936, indica il 24 aprile come giorno di morte del Sannazaro.</ref>
Il padre morì durante gli anni dell'adolescenza di Jacopo, che fu cresciuto a Napoli, Nocera de' Pagani e San Cipriano Picentino, luoghi la cui atmosfera avrebbe ispirato, secondo le dichiarazioni del poeta<ref>''Elegiae'', III, 2.</ref>, la prima elaborazione dell<nowiki>'</nowiki>''Arcadia''. A Napoli fu discepolo, nella seconda metà degli anni settanta del Quattrocento, di Giuniano Maio e Lucio Crasso, docenti di poetica e di retorica. Aderì all'Accademia Pontaniana, raccolta attorno all'umanista Giovanni Pontano, assumendo lo pseudonimo classicizzante di ''Actius Syncerus''. Il suo prematuro ritiro in campagna da Napoli, da taluni considerato come un dato biografico, è invece un evidente tropo.
 
=== ''Arcadia'' (1480-1504) ===
Fu a lungo ospite dei conti Cavaniglia, nel palazzo di corte di Montella, ove, sembra, scrisse la sua ''Arcadia'', ispirato dai monti Picentini. Ottenne rapidamente la fama di poeta e quindi un posto come uomo di corte, ottenendo in dono come residenza di campagna Villa Mergellina, nei pressi di Napoli, da Federico d'Aragona. Quando il suo patrono Federico fu costretto a rifugiarsi in Francia nel 1501 fu accompagnato da Sannazaro, che non ritornò in Italia prima della morte del re (1504). Sembra che il poeta abbia trascorso gli anni successivi a Napoli. Morì nella città partenopea il 6 agosto 1530.<ref>E. Carrara nella ''Enciclopedia Italiana'', 1936, indica il 24 aprile come giorno di morte del Sannazaro.</ref>
{{vedi source|Arcadia (Sannazaro)}}
''Arcadia'' è un prosimetro (componimento misto di prosa e di poesia), di ambientazione pastorale. Il poeta aveva scritto fin dal 1480 delle ecloghe in versi di ispirazione classica (Virgilio, Teocrito), e col tempo attorno a queste aggregò le altre ecloghe e le parti in prosa. Il testo è oggi costituito da 12 ecloghe e 12 prose, più un congedo intitolato ''Alla Sampogna''.
 
L''Arcadia''opera ècircolò unper prosimetrolungo (componimento misto di prosa e di poesia), di ambientazione pastorale. Il poeta aveva fin dal 1480 delle eclogheperiodo in versiforma di ispirazione classica (Virgiliomanoscritta, Teocrito), e col tempo attorno a queste aggrego' le altre ecloghe e le parti in prosa; il testo è oggi costituito da 12 ecloghe e 12 prose, piu'ebbe un congedo intitolato ''Alla sampogna''. L'opera circolò lungamente manoscritta, ebbe una edizione scorretta e parziale finché non fu stampata a Napoli nel 1504. Nell'opera si narranoNarra le vicende del pastore ''Sincero'', sotto le cui vesti si nasconde il poeta, nella terra greca dell'Arcadia tra i pastori che trascorrono le loro giornate tra riti e tenzoni di canto (secondo quanto tramandato dalla tradizione classica). L'opera, ricca di riferimenti classici e di complessità metriche, tuttavia, è continuamente pervasa da ununa ricorrente malinconia (tipica del poeta anche nelle ''Rime'') e da presagi di morte, nel segno dei quali si conclude il testo, con la visione dell'arancio abbattuto (la discesa di Carlo VIII di Francia a Napoli) e la morte della donna amata e il doloroso ritorno alla realtà. L'opera, che sostanzialmente inventava nel mondo moderno il mito di questa terra edenica del mondo classico, ebbe un profondo impatto sulla letteratura di tutta Europa fino alla metà del XVII secolo (Accademia dell'Arcadia) tanto da divenire un vero luogo comune.
== Opere ==
[[Immagine:Pervigilium_Veneris_codex_V_page_1.png|thumb|upright|Manoscritto (1501–1503) di Sannazaro]]
 
L'opera, che sostanzialmente inventava nel mondo moderno il mito di questa terra edenica del mondo classico, avrà un profondo impatto sulla letteratura di tutta Europa fino alla metà del XVII secolo, tanto da divenire un vero luogo comune.
=== Arcadia (1480-1504) ===
''Arcadia'' è un prosimetro (componimento misto di prosa e di poesia), di ambientazione pastorale. Il poeta aveva fin dal 1480 delle ecloghe in versi di ispirazione classica (Virgilio, Teocrito), e col tempo attorno a queste aggrego' le altre ecloghe e le parti in prosa; il testo è oggi costituito da 12 ecloghe e 12 prose, piu' un congedo intitolato ''Alla sampogna''. L'opera circolò lungamente manoscritta, ebbe una edizione scorretta e parziale finché non fu stampata a Napoli nel 1504. Nell'opera si narrano le vicende del pastore ''Sincero'', sotto le cui vesti si nasconde il poeta, nella terra greca dell'Arcadia tra i pastori che trascorrono le loro giornate tra riti e tenzoni di canto (secondo quanto tramandato dalla tradizione classica). L'opera, ricca di riferimenti classici e di complessità metriche, tuttavia, è continuamente pervasa da un ricorrente malinconia (tipica del poeta anche nelle ''Rime'') e da presagi di morte, nel segno dei quali si conclude il testo, con la visione dell'arancio abbattuto (la discesa di Carlo VIII di Francia a Napoli) e la morte della donna amata e il doloroso ritorno alla realtà. L'opera, che sostanzialmente inventava nel mondo moderno il mito di questa terra edenica del mondo classico, ebbe un profondo impatto sulla letteratura di tutta Europa fino alla metà del XVII secolo (Accademia dell'Arcadia) tanto da divenire un vero luogo comune.
 
Il mondo descritto nell<nowiki>'</nowiki>''Arcadia'' è lo stesso della corte aragonese in cui viveva Sannazaro, ma trasposto su un piano mitico, di sogno, frutto di un artificio letterario. Lo stile è caratterizzato da una cadenza musicale, risultato che il poeta raggiunge dopo lunghe e complesse revisioni. Il suo scopo è infatti di superare i confini del regno di Napoli e aprirsi alle altre corti italiane, ricorrendo a una lingua modellata sui versi di [[../Francesco Petrarca|Petrarca]].<ref>{{cita libro | Giulio | Ferroni | Profilo storico della letteratura italiana | 2001 | Einaudi | Torino | p=243 }}</ref>
=== De partu virginis (1526)===
Il poema latino in tre libri di esametri virgiliani ''De partu Virginis'', in 3 libri, del 1526, fu pubblicato nel 1526; esso narra la nascita del Cristo, e fu un poema ardito nella sua commistione di classico e di pagano, e fu anche molto contestato dai contemporanei tra i quali Erasmo da Rotterdam. Assieme al coevo ''Christias'' di Marco Gerolamo Vida, il De Partu costituì il modello del poema religioso latino rinascimentale.
 
=== ''Rime'' (1530) ===
Le ''Rime'' (sono dedicate a Cassandra Marchese e vengono pubblicate postume nel 1530, con il titolo ''Sonetti et canzoni di M. Jacopo Sannazaro'',. Napoli e Roma, 1530),Scritte in toscano trecentesco e chiaramente ispirate a [[../Francesco Petrarca|Francesco Petrarca]], costituiscono un punto fermo nella storia della lirica italiana, ede assieme alle ''Rime'' di [[../Pietro Bembo|Pietro Bembo]], pubblicate quello stesso anno, costituiranno in testo base per il vasto fenomeno del petrarchismo europeo.
 
=== Restante produzioneOpere in latino e dialetto ===
Sannazaro scrive anche varie opere in latino. La più importante è senza dubbio il poema ''De partu Virginis'', composto da tre libri di esametri virgiliani e dedicato a papa Clemente VII. Completato nel 1526, è pubblicato nel 1526. È un poema ardito nella sua commistione di classico e di pagano, poiché tenta di affrontare un tema cristiano, la nascita di Cristo, ricorrendo però a modelli letterari pagani, a cominciare dall<nowiki>'</nowiki>''Eneide'' di Virgilio. Assieme al coevo ''Christias'' di Marco Gerolamo Vida, il ''De Partu'' costituirà il modello del poema religioso latino rinascimentale.
* 5 ''Eglogae piscatoriae'', su argomenti connessi alla Baia di Napoli
* 3 libri di ''Elegìe'' latine
* Scrisse anche epigrammi caustici e aggressivi;
* ''Gliommeri'',
* ''Farsa''.
 
*Sempre 5in latino Sannazaro scrive le ''Eglogae piscatoriae'', su argomenti connessi alla Baia di Napoli, e i 3 libri di ''Elegie'' latine.
== Altri progetti ==
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== Note ==
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