La religione greca/La religione greca nel periodo arcaico e classico/La ''Teogonia'' di Esiodo: differenze tra le versioni

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ortografia
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* I versi 617-720 si occupano della Titanomachia, la lotta tra i titani residenti sul monte Othrys<ref>Collocato a sud del monte Olimpo e a nord della piana della Tessaglia.</ref> e gli dèi dell'Olimpo (figli di Kronos e di Rea): da dieci anni la lotta tra i due schieramenti prosegue incerta quando Zeus, su consiglio di Gaia, libera i tre Centimani precedentemente costretti nella terra da Urano e, dopo averli rifocillati con nettare e ambrosia, li coinvolge nella battaglia che diverrà così decisiva e si concluderà con la sconfitta dei titani e la loro segregazione nel Tartaro, chiuso da mura e da porte di bronzo costruite appositamente da Posidone e guardati a vista dagli stessi tre Centimani;
* seguono versi 720-819 che sono una descrizione del Tartaro, di difficile collocazione e interpretazione<ref>In tal senso Arrighetti p.358 e sgg.</ref>, nel cui ambito si pongono oltre che i Titani prigionieri e i tre Centimani loro sorveglianti (Cotto, Gige e Briareo, e la moglie di quest'ultimo la figlia di Posidone, Kymopoleia, Κυμοπόλεια), anche Nyx e Atlante che regge il cielo, Hypnos e Thanatos, Ade e Persefone (Περσεφόνη), Cerbero e Stige.
* I versi 820-885 trattano della Tifonomachia, ovvero dell'ultima battaglia condotta da Zeus prima della sua totale supermazia. L'evento è causato dalla nascita di Typheo (υφωεύς, anche Tifeo), generato da Gaia e da Tartaro "a causa dell'aurea" di Afrodite. Questo essere gigantesco, motruosomostruoso, terribile e potente viene sconfitto dal re degli dèi e relegato nel Tartaro insieme ai Titani, da dove spira i venti dannosi per gli uomini. I versi 886-1022 concludono il poema.
* (vv. 886-900) Zeus vincitore delle forze divine ostili agli dèi olimpici prende in sposa l'oceanina Metis (Μῆτις), figlia di Oceano e di Tethys (Teti); ma, avvertito da Gaia e da Urano che il loro erede maschio avrebbe potuto conquistare il suo stesso trono regale, Zeus la inghiottisce incorporando con Metis, la sua caratteristica unica, la "saggezza profetica". Zeus incorpora Metis, prima che questa partorisca la sua primogenita:<ref>Τριτογένειαν, così legge Arrighetti, p.372-3</ref> la dea glaucopide<ref>Dagli "occhi azzurri" (γλαυκῶπις, ''glaukōpis'')</ref>, Atena (Ἀθηνᾶ).
* (vv. 901-906) Successivamente Zeus sposa Themis, la dea, sorella dei titani, figlia di Urano e Gaia, che genera le tre Horai (Ὥραι): Eunomie (Εὐνομία), Dike (Δίκη) e Eirene (Eἰρήνη), le quali vegliano sulle opere degli uomini. La coppia Zeus e Themis genera anche le tre Moire (Μοῖραι): Cloto (Κλωθώ), Lachesi (Λάχεσις) e Atropo (Ἄτροπος) che consegnano il destino ai mortali<ref>Notare che al verso 217 esse appaiono figlie di Nyx (Notte)</ref>.