Disturbi mentali/Disturbi del tono dell’umore: differenze tra le versioni

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Possiamo definire l’umore come un colore, una qualità, un senso di piacere o di dispiacere che permea di sé il nostro mondo interno di pensieri e di emozioni, nonché il nostro modo di rapportarci con gli altri e con il mondo.
 
In psichiatria si usa il termine '''"tono'''" per indicare le diverse qualità dell’umore: si parla di un basso o ridotto tono dell’umore quando ci si confronta con una persona che si trova nella condizione definita depressione; in questi casi prevalgono i pensieri pessimistici e una visione negativa di sé, del mondo, del futuro; le attività e le relazioni che prima erano piacevoli diventano una penosa incombenza, la scintilla vitale che in condizioni normali spinge verso il cibo, il sesso e l’autoaffermazione sembra spenta.
 
Questo tono dell’umore viene globalmente indicato con il termine di '''depressione''', meglio ancora come umore depresso e ha il significato di un sintomo che, insieme ad altri sintomi fisici e comportamentali, va a costituire la malattia definita depressione. Il fatto di definire con la stessa parola - depressione - un sintomo (l’abbassamento del tono dell’umore) e una malattia (di cui il sintomo depressione è una parte) genera spesso equivoci nella comunicazione medico-paziente.