Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Yemen: differenze tra le versioni

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Tra questi anche aerei da combattimento dell'allora UARAF. Giunsero in zona addirittura i Tupolev Tu-16 per attaccare le basi ribelli nella zona orientale dello Yemen e gli Il-28. Rispettivamente questi aerei erano a Asswan e a Sana, mentre le basi aeree di Taiz e Hodeida venivano costruite. Oramai gli Egiziani, anche a terra, erano diventati numerosi e controllavano le parti più importanti della nuova Repubblica.Questo accadeva al Nord dello Yemen, il che provocò la pretesa di al-Salal di includere tutta la parte meridionale della penisola arabica sotto la sua giurisdizione. I caccia tattici MiG-15 e 17 giunsero per supportare le missioni d'attacco al suolo anche a favore dei ribelli anti-britannici. Londra non stette a guardare quest'incremento di potere e schierò gli Hunter del 208 Squadron a Khormaksar, così come il No.8 venne riequipaggiato totalmente con tali aerei, per poi costruire la base di Beihan. Insomma, il gioco era importante e nessuno dei due contendenti voleva perderlo, data la strategicità della posizione. Nonostante l'uso dei ricognitori Camberra, la situazione per le truppe britanniche era difficile a dire il minimo, con l'Egitto che supportava la formazione di uno Stato capace di controllare la parte meridionale dell'Arabia e che aveva schierato 30.000 soldati e 100 MiG e Il-28. Per giunta, giunsero istruttori sovietici a rinforzare il dispiegamento delle truppe del Cairo, mentre a terra operavano carri T-34. Si continuò l'aumento della forza, tanto che 240 parà egiziani arrivarono nel novembre 1962 a Sirwah e una brigata corazzata poi giunta, per cui alla fine i ribelli persero Saada; ma Al-Badr riuscì poi a prendere l'unica strada che aveva e quindi isolarono la guarnigione, per poi assediarla. Gli Egiziani erano finiti nei guai nonostante il successo iniziale.
 
Mentre tutto questo capitava, il SAS e alcuni mercenari francesi erano stati mandati a tenere i contatti con i ribelli del Nord Yemen, mentre nel frattempo la Gran Bretagna era impegnata ad affrontare quelli del Sud: lo schema era classico: il nemico del mio nemico è mio amico. Ma nel frattempo gli Egiziani cominciarono ad usare una nuova, micidiale arma. Non se n'é certo parlato molto, ma il primo uso di armi chimiche nel secondo dopoguerra è stato forse proprio qui, allorché gli aerei del Cairo usarono bombe con aggressivi chimici, colpendo il villaggio di el-Kawna, uccidendo centinaia di civili. Questa strage, perpretataperpetrata dai MiG-17 egiziani, fece sì che l'Iran, fin'allora poco interessato alla vicenda, cominciasse con i C-130 e C-47 a supportare i ribelli. Ma la maggiore attività sarebbe giunta solo dal '71, dopo l'uscita dei britannici, e per lo più relegata all'Oman piuttosto che allo Yemen.
 
Nel frattempo i britannici organizzarono la Federazione dell'arabiaArabia meridionale o '''FSA''', che era semi-indipendente dalla Corona britannica e poteva organizzare anche forze armate locali, ma nemmeno quest'apertura del '63 rese possibile sedare le rivolte e anzi, cominciarono pure gli attacchi terroristici alle istallazioni militari britanniche. Londra non volle cedere la mano e rinforzò il dispositivo con Hunter FR.Mk.10 e trasporti tattici del No.26 Sqn e poi, per uno scherzo del destino, un errore di navigazione portò uno Il-14 dello Yemen del Nord sull'aeroporto di Lodar. Quest'aereo, dopo essere stato sperimentato, venne messo in servizio con la RAF: un aereo sovietico in servizio per Sua Maestà. Dato che la situazione non accennava a migliorare, il 4 gennaio 1963 i britannici mandarono 3 battaglioni con pesante supporto aereo e d'artiglieria per l'Operazione Nutknacker, con lo scopo di schiacciare la resistenza dei guerriglieri, e con l'aiuto dei Wessex HU.Mk 5 della Centaur. Conquistarono Wadi Rabwa, ma non poterono tenerla per gli attacchi che a terra subivano.
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A quel punto gli Egiziani e la Repubblica del Nord-Yemen attaccarono a Sud, dando aiuto ai locali guerriglieri. Colpirono la postazione di confine di Beihan, che provocò quasi una guerra perché la RAF colpì pesantemente Forte Harib. Ad aprile del '63 i Marines inglesi, più una compagnia dei parà e due battaglioni di fanti, autoblindo e artiglieria, supportati da elicotteri, avanzarono verso i santuari dei ribelli. La prima azione, il 29 aprile, fu del SAS, che era pure presente nella spedizione, a Cap Badge Hill, ma solo l'aiuto degli Hunter (che spararono oltre 7.000 colpi di cannone) li salvò dal contrattacco nemico. Anche i Marines dovettero subire attacchi lungo Wadi Rabwa, ma alla fine passarono e si congiunsero con il SAS, che era rimasto sulla collina. Alla fine venne usata anche la 39ima Brigata con diversi Centurion, sbarcata ad Aden dall'Irlanda del Nord e che venne impiegata contro Qudishi con il solito supporto aereo di Hunter e Shackletons. Con delle task forces costituite da vari elicotteri e commandos, avanzando con il supporto aereo e con le forze della FSA al loro fianco, riuscirono a cacciare la guerriglia dalla zona, conquistando Wadi Misrah e altri luoghi, fino a Jebel Huriyah. Le operazioni durarono fino all'8 giugno, prima dell'attacco finale la notte dell'11 giugno su quest'ultima località, che entro la mattina successiva cedette ai commandos e ai Centurion. Finalmente, un risultato importante per i Britannici. A furia di attacchi aerei, ci vollero altri 5 mesi perché i locali capi tribù si accordassero con i britannici per un cessate il fuoco. Gli Hunter volarono da soli per oltre 1.000 sortite con il lancio di 2.508 razzie 183.000 colpi di cannone da 30 mm (Aden), per non parlare di un altro debutto, quello dei Buccaneer della HMS Eagle. Gli elicotteri navali Wessex risultarono indispensabili, così come i trasporti della RAF, che volarono oltre 20.000 missioni, spesso di durata inferiore ai 20 minuti.