Filosofia dell'informatica/L'intelligenza artificiale: differenze tra le versioni

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==L'eredità di Alan Turing, 50 anni dopo==
[https://it.wikipedia.org/wiki/Alan_Turing Alan Turing] è comunemente considerato uno dei padri del'intelligenza artificiale e dello studio ''computazionale'' della mente. Particolare è il suo approccio verso tale tema, va sicuramente ricordato il suo ''gioco dell'imitazione'': Sperimentare una macchina elettronica in grado di ''giocare'' a questo gioco e ''ingannare'' l'esaminatore. L'esaminatore avrà a disposizione un terminale video e una tastiera che farà da tramite con i due partecipanti: un essere umano e una macchina calcolatrice. L'esaminatore porrà delle domande ai due partecipanti che dovranno rispondere in modo da agevolare (nel caso dell'essere umano) e ingannare (nel caso della macchina di Turing) il più possibile l'esaminatore. Da qui la domanda non è più ''le macchine possono pensare?'' - ma - ''può una macchina battere un uomo nel gioco dell'imitazione?'' . Dato che il funzionamento della mente umano non è stato del tutto dimostrato essere diverso da quello realizzato dai calcolatori (ad eccezione delle teorie formulate da '''Lucas''' e '''Penrose''' che vanno a confutare la teoria dell'I.A.) resta aperta una seconda possibilità: la ''simulazione''. Secondo questa possibilità i calcolatori non devono essere considerati come meccanismi in grado di ''duplicare'' la mente umana bensì come strumenti per analizzare e le proprietà della mente umana in modo da ''simularla''. È chiaro che la complessità di alcuni processi mentali potrebbe essere tale da rendere impossibile l'idea di riprodurre ( o simulare) tale funzionamento all'interno di un supporto meccanico o di qualsiasi altro sistema diverso da quello ''nervoso''.
 
==La posizione di Federico Faggin==