Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/India-4: differenze tra le versioni

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I primi lanci dell'ONIKS risalgono a metà anni '90, prima con lanci da parte della marina russa dal poligono di Nenoska, poi da parte della già citata Nakat, una 'Nanucha IV', e per i sottomarini da parte del 'Novgorod Velikiy', un Project 670M (Charlie II) modificato. Le navi che avranno l'Oniks nella marina russa sono le nuove corvette Project 20380 'Stieriegushchyi', ma non è ancora certo se sarà così, del resto la concorrenza è forte e l'economia russa debole. Ma vi è anche il sistema BASTION terrestre, o SS-C-5 per la NATO, con un mezzo 6x6 di comando e controlo su autocarro KamAZ 43101 e 5 uomini d'equipaggio, almeno 4 lanciatori (si può anche arrivare a 12) per tre missili l'uno, elevabili con tanto di contenitori-lanciatori, a 90 gradi e lanciabili in 2-5 secondi l'uno, in questo caso sono impiegati i grossi 8x8 MZKT 7930 con tre uomin d'equipaggio e 80 kmh di velocità su strada, autonomia di ben 1.000 km e vari sistemi di comunicazione e trasferimento dati, possibilità di passare dalla configurazione di marcia a quella di lancio in 5 minuti e vari sistemi di rifornimento e trasporto.
 
Quanto al programma BRAHMOS, questo nasce dalla necessità di trovare un partner internazionale e chi meglio della DRDO (Defence Research and Development Organization) indiana, che era impegnata con un progetto da 300 km chiamato SAGARIKA e destinato a piattaforme di lancio di superficie e subacquee? Alla fine, per non inventarsi duplicati inutili e ottenere due debolezze al posto di una forza (esempio, An-70 e FLA), il 12 febbraio 1998 venne già fatto un accordo preliminare da parte della Difesa di entrambe le nazioni, per poi perfezionare a tutti gli effetti questa collaborazione a luglio del '99 con la formazione di una joint-venture DRDO e NAPO Mashinostroyenia, con la nascita di una BRAHMOS Aerospace con sede a N.Deli, inaguratainaugurata niente di meno che da Putin. E il primo lancio di quello che è rimasto il più importante programma indo-russo (considerando lo sviluppo e non la produzione su licenza), è presto seguito. Per la precisione il 12 giugno 2001, da un centro di prova indiano nella regione di Orissa, con lancio verticale e centro sul bersaglio. Questo era il test DO1, a cui sono seguiti altri nel 2002 e il 13 febbraio 2003. Quest'ultimo test, che avveniva grossomodo in contemporanea della grande manifestazione pacifista anti-guerra del Golfo (per dare l'idea dell'inquadramento storico), è stato fatto al caccia RAJPUT, un vecchio 'Kashin' modificato (Project 61ME) nel golfo del Bengala. Il lancio DO4 venne fatto dal solito poligono di Chandipur con centro su di un bersaglio a 290 km di raggio, un test riuscito per sperimentare alcune modifiche al sistema di controllo. Il 9 novembre 2003 c'è stato il primo lancio da parte del tipo da difesa costiera, su autocarro Tatra 8x8 di costruzione indiana, altro centro nel Golfo del Bengala, e sempre a 290 km di raggi. È seguito un altro test, il DO6, da parte del Rajput contro la nave bersaglio Kaling, e il DO7, da parte stavolta dell'Esercito indiano, ma sempre a Chandipur. Questo ordigno era il primo prodotto dal complesso BrahMos (la dizione corretta della società) di Hyderabad, inaugurato nel 2003. Sono coinvolte 20 industrie indiane e 10 russe per costruire questo bestione, che nel frattempo, entro l'aprile 2005, è stato tirato 10 volte e per dieci volte ha colpito il bersaglio o comunque ha avuto successo; tanto che il 21 dicembre 2004 è stato tirato anche contro un bersaglio terrestre, da parte di un autocarro dell'esercito; l'ultimo tiro era stato fatto il 21 aprile 2005 distruggendo invece una nave bersaglio. Questi missili sono quindi una realtà di tutto rispetto, e come tali, destinati ai tre caccia 'Bengalore' o Type 15A autorizzati nel maggio del 2000 dal governo. Essi hanno, differentemente che il Rajput (che ha rampe di lancio inclinate) di lanciatori verticali, ben sedici missili disponibili a bordo in altrettanti tubi di lancio. A parte questo, la versione da difesa costiera, con tre missili trasportati 'nudi' dall'autocarro (molto meno massiccio di quello russo) è già in servizio; e infine il 5 dicembre 2004 è stato dato il via anche alla versione BRAHMOS-A, da parte dei governi indiano e russo; essa pesa solo 2,5 t perché è trasportata a bordo di aerei e quindi ha un booster più piccolo, ma la testata è di 300 kg. È previsto per i Su-30MKI e i Tu-142 ME della Marina.
 
A tutti gli effetti il BRAHMOS, per una volta, è stato un programma di successo, ma anche un enigma. Con l'adozione dei missili URAN (SS-N-25) e del Novator 3M54E1 KLUB (quest'ultimo sulle fregate 'Nilgiri') è difficile capire come la pur grande marina indiana abbia deciso per ben tre tipi di missile. Forse la minaccia degli SS-N-22 dei caccia 'Sovremenny' russi consegnati alla rivale Cina (i russi, come gli israeliani del resto, fanno affari senza badare alle bandiere, e del resto sono interessati ad avere come amici sia l'una che l'altra potenza asiatica), ha innescato il desiderio di armi analoghe per contrastarli. Anche se non si capisce perché non comprare semplicemente lo stesso missile, che è disponibile in una serie di versioni incluso il P-100 per sottomarini e il Moskit per cacciabombardieri Su-27-30. L'Uran è il più piccolo, economico e semplice (è l'Harpoonsky, una specie di equivalente dell'Harpoon), ma è anche subsonico; il KLUB/ALFA è supersonico, ma solo nella traiettoria finale; il BRAHMOS, pur se con una massa molto inferiore rispetto agli SS-N-22, è dotato di una portata maggiore di tutte le altre armi russe antinave (tra quelle esportate), ed è supersonico per tutta la traiettoria, tutto sommato è un progetto valido, ma risulta difficile capire come una marina abbia ben tre sistemi missilistici antinave moderni in servizio; anche se la Cina fa persino .. peggio, con un gran numero di modelli locali, russi o locali ma di derivazione russa. Nell'insieme, con questo programma anche l'industria russa è entrata nell'era delle Join-venture, e le conviene se vuol sopravvivere. Del resto l'industria missilistica russa è erede di un grande passato, ma con poco mercato -specie interno- attuale, e quindi con competenze in rottamazione. Solo nel mondo dei missili antinave operano la Zvezda, Novator, Raduga e NPO, davvero troppe perché qualcuna non ceda.