Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Nuova Zelanda: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Corretto: "partners"
Riga 4:
 
===RNZAF, al 1994<ref>Salerno, Giorgio: ''RNZAF'', Aerei mag 1994</ref>===
La Royal New Zealand Air Force potrà non dire molto al grande pubblico, ma per quanto questo servizio sia attualmente poco più che marginale, giova ricordare che a suo tempo era una delle aviazioni più potenti del mondo. Nella II GM arrivò a 30 squadroni di prima linea e a una forza totale di 41.000 effettivi, nel momento di picco. I ‘Kiwis’ erano ottimamente addestrati ed eccellenti piloti, con parecchi assi di rilievo nelle loro fila. Assieme agli australiani e sudafricani, ma forse qualitativamente anche meglio di loro, rappresentarono un appoggio importante, specie nei cieli dell’Africa e dell’Estremo Oriente. Nel dopoguerra, passati i momenti gloriosi, è stata impegnata in compiti molto meno nobili, essenzialmente il contrasto dell’attività comunista nella regione del sud-Est asiatico; fa parte dell’alleanza ASEAN e della meno nota ANZEUS (Australia e USA sono gli altri patnerspartners). La sua attività è stata apprezzabile anche in Malesia e Vietnam. Ma dopo la guerra fredda proprio non ha avuto ragioni per continuare ad esistere come potente strumento militare, e del resto l’unica altra potenza nella regione è l’Australia, con la quale fortunatamente non vi sono problemi politici. La riduzione della forza aerea e in generale dei programmi militari è stata comunque inevitabile. Gli squadroni d’attacco erano ben tre, il No.2, 14 e 75. Il 2 e il 75 erano a Ohakea, con otto A-4K Skyhawks e due TA-4K ciascuno. I ‘Kahu-Skyhawk’ erano una versione particolare del popolare piccolo striker della MDD, si trattava di A-4K e G rielaborati localmente, iniziando in particolare nel 1989 da parte della Safe Air e della Smiths. Questo significava ovviamente sia una ricostruzione strutturale che avionica. L’ala è stata ricostruita, i cablaggi cambiati e l’elettronica di bordo rivoluzionata. Era stato così possibile coniugare alla cellula di questa macchina anni ’50, per giunta minuscola, un radar, l’AN/APG-66NZ, derivato da quello dell’F-16; c’erano comandi HOTAS (che per la precisione significa Hands On Throttle and Stick, ovvero mani sulla manetta e la cloche, dove si trovano tutti i comandi utili); schermi CRT e HUD Ferranti Type 4510. Una vera e propria suite di ultima generazione, quindi, per farne degli ‘F-16’ economici. L’INS era il Litton LN-93, il controllo del volo era digitale con calcolatore basato sulla Mil St.1750. Le ECM erano l’ALR-66 passivo, della General Instruments; La Loral aveva fornito l’ALE-39 lancia-chaff; infine c’era l’IFF Hezeltine HPX-72. Strutturalmente l’aereo aveva un nuovo parafreno e superfici di controllo, nonché un carrello irrobustito.
 
Tutto questo è stato coniugato ad un armamento potenziato. Prima c’erano bombe di vario tipo e razzi, tra cui i nuovi e letali CRV-7 iperveloci (oltre un km-sec, usati con successo nel Golfo dalla RAF), poi sono arrivati anche: i missili AIM-9L Sidewinder; gli AGM-65D (IR) e E (laser) Maverick, e le bombe GBU-16 Paveway. A tutto questo si aggiungevano, al solito, i due vecchi cannoni Mk.12 (stranamente non cambiati con i DEFA o gli M-39) da 20 mm, forse l’unico armamento, per quanto con cadenza di tiro un po’ scarsa, ospitabile in un aereo così ‘pieno’. Non solo, ma queste trasformazioni vennero implementate anche con i TA-4K. Con tutte queste trasformazioni gli A-4K, sebbene rimasti con il motore originale (avrebbe certo fatto comodo anche un F404 come gli aerei di Singapore, ma nessuno ha mai trovato i soldi per aggiornare l’A-4 al 100% e l’avionica è senz’altro al primo posto, se il motore funziona anche solo passabilmente bene si può lasciare), sono diventati davvero dei cacciabombardieri di ultima generazione e sono risultati idonei a coprire i compiti previsti, come conflitti a bassa intensità locali e la protezione della ZEE fino a 300 km dalle coste.