Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Romania: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
mNessun oggetto della modifica
ortografia
Riga 91:
 
==1997<ref>Modola, Pino: Speciale Romania, RID Giugno 1997, pagg.70-73 </ref>==
In tutto all'epoca erano in servizio 228.460 uomini. Il servizio di leva era di 12 mesi e la forza in armi doveva anche includere in aggiunta, la Guardia di frontiera, 22.000 con mezzi corazzati e artiglirieartiglierie suddivise in 6 brigate, 10.000 uomini della gendarmeria su 8 brigate, 45.000 poliziotti di stato.
 
Per analizzare la situazione bisogna tenere conto, anzitutto, del bilancio della difesa che quell'anno era stabilito in 227 miliardi di lei, ovvero 780 milioni di dollari, di cui 6,5 di aiuti USA. Questo bilancio va visto rispetto per esempio a quello italiano, che nello stesso anno era di 31.061 miliardi, che era l'1,59% del PIL. La Romania invece, nello stesso anno investiva il 2,1% del PIL nel settore militare. Questo significa che il PIL italiano era di oltre 1.953.000 miliardi, mentre il PIL rumeno era di 37,142 milioni di dollari circa. Posto un cambio dell'ordine di 2.000 lire per dollaro, vi era una differenza di 26:1 in PIL, e di circa 20:1 in termini di bilancio per le Forze armate. Con questi dati relativi alla ricchezza prodotta e agli investimenti per le forze armate, le prospettive di aggiornamento con equipaggiamenti sofisticati, o anche solo con un adeguato addestramento erano semplicemte inesistenti: per eguagliare l'Italia (il cui budget era poco oltre la metà di quello delle altre principali potenze europee) la Romania avrebbe dovuto consacrare il 40% del suo PIL alla funzione difesa, cosa che avrebbe affossato la nazione già in una situazione di estrema povertà comparata all'Europa occidentale. Nondimeno, vi erano cospicui armamenti convenzionali nei depositi, e vari piani di aggiornamento per alcuni sistemi d'arma, velivoli, aerei.