La religione greca/Le teologie dei filosofi/Socrate, la cura dell'anima come servizio al Dio: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
imprudente --> impudente
Riga 1:
[[File:Socrates Pio-Clementino Inv314.jpg|300px|right|thumb|<center>ΣΩΚΡΑΤΗΣ </center><br> Socrate fu descritto dai suoi contemporanei, Platone, Senofonte e Aristofane, come fisicamente "brutto"<ref>Platone, ''Simposio'' 215 B-C; Senofonte ''Simposio'', IV,197; Aristofane, ''Le nuvole''.</ref>. In particolare, nel ''Simposio'' Platone lo accosta alla figura dei "Sileni" quegli esseri propri della cultura religiosa greca, a metà tra un dèmone e un'animale, che formavano i cortei del dio dell'ebbrezza, Dioniso. Ma la "bruttezza" di Socrate cela, per mezzo di una maschera, qualcos'altro: {{quote|Alcibiade paragona Socrate a quei Sileni che nelle botteghe degli scultori servono da contenitori per le raffigurazioni degli dèi. Così, l'aspetto esteriore di Socrate, l'apparenza quasi mostruosa, brutta, buffonesca, imprudenteimpudente, non è che una facciata, una maschera.|Pierre Hadot, ''Elogio di Socrate'', Genova, Il Melangolo, 1999, p.13}}]]
 
Con Socrate si realizza un profondo cambiamento di prospettiva rispetto all'indagine filosofica: dalla indagine sull'"origine" e sulla "natura" divina delle "cose" propria dei filosofi presocratici, all'analisi e alla cura di sé stessi e degli altri, ordinatagli da dio e quindi propugnata dal filosofo ateniese.