Storia della letteratura italiana/Giuseppe Gioacchino Belli: differenze tra le versioni
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Giuseppe Gioacchino Belli
== La vita ==
[[File:Giuseppe Gioachino Belli.jpg|thumb|left|Giuseppe Gioacchino Belli]]
La madre si
Belli aveva intanto cominciato le prime prove poetiche e letterarie. Nel 1805 aveva scritto le ottave ''La Campagna'', un componimento scolastico sulla bellezza della natura, l'anno dopo una ''Dissertazione intorno la natura e utilità delle voci'', poco più di un sunto del ''Saggio sull'origine delle conoscenze umane'' di Condillac, laddove si tratta del linguaggio quale elemento espressivo di mediazione tra la sensazione e il pensiero. Altri suoi scritti su alcuni fenomeni naturali, pur privi di importanza scientifica, danno testimonianza della sua curiosità e del suo spirito di osservazione. Nel 1807
Nel 1812 Belli
Quello è anche l'anno delle opere
* ''Il convito di Baldassare ultimo re degli Assirj'', poemetto di due canti in terzine, d'imitazione del [[../Vincenzo Monti|Monti]]
* ''Il Diluvio universale'',
* ''L'Eccidio di Gerusalemme'',
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* sonetti dedicati all'amico Francesco Spada.
Nel 1815 si
Il 12 settembre 1816
Dell'Accademia dell'Arcadia
== I ''Sonetti romaneschi'' ==
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L'opera del Belli, principalmente nota per i suoi sonetti, rappresenta con felice sintesi la mentalità dei popolani romani, lo spirito salace, disincantato, furbesco e sempre autocentrico della ''plebe'', come egli la denomina, rendendo con vivezza una costante traduzione in termini ricercatamente incolti delle principali tematiche della quotidianità.
[[File:Gioacchino_belli.JPG|thumb|upright=1.4|Belli appoggiato alla balaustra di Ponte Fabricio|Ponte Quattro Capi]]
L'aspetto ierocratico della Roma dei papi, della Roma del "Papa Re", che incrocia le vicissitudini del popolano nelle ritualità religiose e nelle liturgie giuridiche, nell'immanenza politica come nella sacralizzazione del pratico, è sempre, in ogni verso svolto nell'ottica del ''vulgus'', che sue proprie conclusioni trae secondo quanto di sua percezione. In questo senso è stato discusso se l'opera belliana, come inizialmente accadde, possa ancora ''tout-court'' ascriversi al verismo, che intanto dava migliori prove nella prosa, o se invece non sia il caso di riconsiderarla fra le categorie che, avvicinandosi al picaresco per tematiche e contestualizzazioni, trovano un certo fattore comune nella forma della poesia dialettale italiana.
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Eppure il realismo è parte del modo narrativo belliano, quantunque non esclusivo. Del realismo Belli fu certo attento osservatore, avendone peraltro selezionato materiale per il suo Zibaldone, ma l'inclinazione verso una satira di sistema, velenosa proporzionalmente alla presunta impossibilità di portare a moralistica "redenzione" i cattivi costumi che punge, sposta la classificabilità verso parametri solo apparentemente più "leggeri", e difatti dell'opera si hanno inquadramenti nelle categorie dell'umorismo, della "cronica", del lazzo e - per estremo - della letteratura scandalistica. Come per altre opere di tutte le letterature, al piacere di degustarne l'arguzia, si è spesso aggiunta la morbosità per la dirompente frequenza di ricorso a termini e locuzioni, o proprio a situazioni tematiche, di drastico scandalo.
Al Belli che di fatto componeva un'opera
I sonetti, 2 279 per circa 32 000 versi – più del doppio dei versi della ''Divina Commedia'' dantesca –, sono spesso accostati alla proverbialistica poiché nel loro complesso dipingono con ampiezza di dettaglio la filosofia dei romaneschi del tempo (da non confondersi con i romani, ai quali il poeta diceva di appartenere), costituendone impercettibilmente, come dall'Autore stesso dichiarato, "monumento".▼
▲I sonetti, 2 279 per circa 32 000 versi – più del doppio dei versi della ''Divina Commedia'' dantesca –, sono spesso accostati alla proverbialistica poiché nel loro complesso dipingono con ampiezza di dettaglio la filosofia dei romaneschi del tempo (da non confondersi con i romani, ai quali il poeta diceva di appartenere), costituendone impercettibilmente, come dall'
== Note ==
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