Storia della letteratura italiana/Scrittori politici del Risorgimento: differenze tra le versioni

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Nel 1765 sul n. 2 del ''Caffè'' esce ''La patria degli Italiani'' di Gian Rinaldo Carli che si chiude con la frase «Un italiano in Italia non è mai forestiero».
 
Nel 1782 quaranta scienziati italiani fondano a Verona la Società italiana, ritenendo, come scrive il suo primo presidente, il matematico Antonio Maria Lorgna, che «lo svantaggio dell'Italia è l'avere ella le sue forze disunite» per cui si doveva «associare le cognizioni e l'opera di tanti illustri Italiani separati» ricorrendo «a un principio motore degli uomini sempre attivo, e talora operante con entusiasmo, l'amor della Patria», Lorgna concludeva: «Cari Signori oltremontani, aspettino un pochino e vedranno l'Italia sotto altro aspetto fra pochi anni. Basta che siamo uniti».<ref>Estratto dal primo numero delle Memorie accademiche della Società {{cita web| url=http://www.accademiaxl.it/storia_persapernepiu.php | titolo=Le origini dell'Accademia}}</ref>
 
Queste idee vengono esaltate dalla rivoluzione francese ede la loro diffusione ha un'improvvisa accelerazione con la discesa in Italia di Napoleone Bonaparte nel 1796. Rovesciati i sovrani preesistentiregnanti, i francesi deludono le speranze dei patrioti giacobini italiani e si insediano in buona parte dell'Italia settentrionale, creando repubbliche sul modello di quella francese (le cosiddette repubbliche sorelle), rivoluzionando la vita del tempo e portando idee nuove, ma facendone anche ricadere il costo sulle popolazioni locali, sino a generare episodi di rivolta come le cosiddette "Pasque veronesi".<ref>{{cita libro| F.M.Francesco Mario | Agnoli | Le Pasque veronesi: quando Verona insorse contro Napoleone | 1998 | Rimini | Il Cerchio}}</ref>
 
Il sorgere della coscienza nazionale non fuè un processo unitario, lineare o coerentemente definito; diversi programmi, aspettative ed ideali, a volte anche incompatibili tra loro, confluironoconfluiscono in un vero e proprio crogiuolo:<ref>F.{{cita libro | autore=Franco Della Peruta, ''| titolo=I democratici e la rivoluzione italiana'', | città=Milano, | anno=1974; idem,| editore=Franco Angeli }}</ref><ref>{{cita libro| autore=Franco Della Peruta | ''titolo=Conservatori, liberali e democratici nel Risorgimento'', | città=Milano, | anno=1989. | editore=Franco Angeli }}</ref>: vi erano in campo quelli romantico-nazionalisti, repubblicani, protosocialisti, anticlericali, liberali, monarchici filo Savoia o papalini, laici e clericali,. viVi era l'ambizione espansionista di Casa Savoia verso la Lombardia, vi era il bisogno di liberarsi dal dominio austriaco nel Regno del Lombardo-Veneto, unitamente al generale desiderio di migliorare la situazione socio-economica approfittando delle opportunità offerte dalla rivoluzione rivoluzione tecnico-industriale,<ref>«Fu questo senza dubbio un momento molto importante nello sviluppo economico della Lombardia, il momento in cui l'agricoltura [favorita nel suo sviluppo dall'Austria] cominciò a perdere terreno di fronte all'industria e al commercio...[I ceti produttori guardavano ormai al Piemonte] ove la libertà aveva consentito una rapida e notevole espansione dell'industria e del commercio» (in F. Catalano, ''Stato e società nei secoli'', III, ed. G. D'Anna, Messina-Firenze, 1966)</ref> superando al contempo la frammentazione della penisola laddove sussistevano Stati, in parte liberali, che spinsero i vari rivoluzionari della penisola a elaborare e a sviluppare un'idea di patria più ampia e ad auspicare la nascita di uno Stato nazionale analogamente a quanto avvenuto in altre realtà europee come Francia, Spagna e Gran Bretagna.
 
[[File:Vincenzo Gioberti iii.jpg|thumb|upright=0.7|left|Vincenzo Gioberti]]
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Francesco Lomonaco è uno dei primi patrioti, se non il primo,<ref>{{cita libro| Pasquale |Turiello | Governo e governati in Italia | 1889 | Bologna | Zanichelli | p=133}}</ref> a preconizzare la formazione di un'Italia unita sotto un unico governo. Nel suo scritto ''Colpo d'occhio sull'Italia'', contenuto nel ''Rapporto al cittadino Carnot'' (1800), recita: «Perché vi sia in Europa bilancia politica è d'uopo che l'Italia sia fusa in un solo governo [...] Gli Italiani, avendo unico e proprio governo acquisteranno spirito di nazionalità, avendo patria godranno della libertà e di tutti i beni che ne derivano».<ref>{{cita libro | Costanzo | Rinaudo | Il risorgimento italiano | 1911| S. Lapi | p= 80}}</ref>
 
Dopo Lomonaco, le personalità di spicco in questo processo sono molte tra cui:
 
* Giuseppe Mazzini, figura eminente del movimento liberale repubblicano italiano ed europeo;
* Giuseppe Garibaldi, repubblicano e di simpatie socialiste, per molti un eroico ed efficace combattente per la libertà in Europa ede in Sud America;
* Camillo Benso conte di Cavour, statista in grado di muoversi sulla scena europea per ottenere sostegni, anche finanziari, all'espansione del Regno di Sardegna;
* Vittorio Emanuele II di Savoia, abile a concretare il contesto favorevole con la costituzione del Regno d'Italia.
 
Vi sono gli unitaristi repubblicani e federalisti radicali contrari alla monarchia come Niccolò Tommaseo e Carlo Cattaneo; vi sono cattolici come Vincenzo Gioberti, Antonio Rosmini e Vincenzo d'Errico che auspicano una confederazione di Stati italiani sotto la presidenza del papa (neoguelfismo) o della stessa dinastia sabauda; vi sono docenti ed economisti come Giacinto Albini e Pietro Lacava, divulgatori di ideali mazziniani soprattutto nel Meridione.<ref>{{cita libro | L. |autore=Luigi Salvatorelli | titolo=Il pensiero politico italiano dal 1700 al 1870 | anno=1959 | città=Torino | editore=Einaudi }}</ref>
 
Trascorsa la fase delle società segrete, sviluppatasi soprattutto tra il 1820 ede il 1831, durante i due decenni successivi prendono corpo le due correnti principali che promuovono con piena consapevolezza e incisività politica il processo risorgimentale: quella democratica e quella moderata.<ref>{{cita libro| autore1 = Lucy Riall | autore2 = Pinella Di Gregorio | titolo = Il Risorgimento. Storia e interpretazioni | editore = Donzelli | anno = 1997 | pp = 38 ss}}</ref>
 
== Storici e scrittori politici ==
[[File:Giuseppe Mazzini.jpg|thumb|Giuseppe Mazzini]]
Per trattare la letteratura risorgimentale può essere utile la distinzione proposta da Mazzini, che vede all'interno del Romanticismo italiano due correnti:
 
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Questa distinzione viene ripresa da De Sanctis, che parla di una «scuola liberale» e di una «scuola democratica». Da un lato vengono posti i moderati, di orientamento cattolico e liberale, mentre dall'altro c'è la sinistra democratica.
 
Nelle file dei moderati ci sono personalità come Manzoni, Tommaseo, D'Azeglio, Cesare Cantù, Tommaso Grossi e la redazione dell<nowiki>'</nowiki>''Antologia''. Come già ricordato, punto di riferimento di questa compagine è l'opera di Vincenzo Gioberti. Per loro il Risorgimento della nazione è un ritorno ai valori della tradizione cattolica, ma accanto a questo atteggiamento professano anche un cauto liberalismo, che prevede una serie di riforme politiche, economiche e sociali; guardano però con diffidenza alle iniziative popolari. L'idea che gli italiani abbiano un primato morale e civile, connesso con la tradizione religiosa, rappresenta una risposta all'ideologia mazziniana e spinge a ripensare la civiltà italiana. Da questo nasce anche una nuova storiografia di ispirazione neoguelfa, che sostengonosostiene l'importanza del cristianesimo e della Chiesa cattolica nella storia d'Italia (soprattutto con riferimento al Medioevo), e tendonotende dia fondere filologia e filosofia. Tra le opere riconducibili a questa corrente si possono ricordare il ''Discorso sopra alcuni punti della storia longobardica in Italia'' di Manzoni, ''La storia d'Italia nel Medioevo'' di Carlo Troya, la ''Storia di Bonifacio VIII'' e la ''Storia della lega Lombarda'' di Luigi Tosti, il ''Sommario della storia d'Italia'' di Cesare Balbo, la ''Storia della Repubblica di Firenze'' di Gino Capponi.<ref>{{cita libro| Mario | Pazzaglia | Letteratura italiana: testi e critica con lineamenti di storia letteraria | 1979 | Zanichelli | Bologna | volume=3 | p=518 }}</ref>
 
La corrente democratica ruota attorno alla figura di Giuseppe Mazzini. Uomo di vasta cultura, dedica tutta la sua esistenza all'ideale della patria, fino a farne una religione laica e immanentista. La sua fede negli ideali di libertà, giustizia e verità alimenta nei giovani del Risorgimento il desiderio di gesta eroiche e l'esigenza di dedicarsi a una poesia patriottica. La storiografia di area democratica è invece rivolta a diffondere le proprie convinzioni, a cominciare dalle polemiche anticlericali. In questo caso si possono ricordare opere come la ''Storia d'Italia narrata al popolo italiano'' di Giuseppe La Farina e la ''Guerra combattuta in Italia negli anni 1848-1849''.<ref>{{cita libro| Mario | Pazzaglia | Letteratura italiana: testi e critica con lineamenti di storia letteraria | 1979 | Zanichelli | Bologna | volume=3 | p=519 }}</ref>
 
== Memorialisti ==
[[File:Francesco Hayez 048.jpg|thumb|Massimo D'Azeglio]]
La letteratura risorgimentale è ricca di opere autobiografiche o memorialistiche. A spronare gli autori verso questo genere è da un lato il desiderio di tramandare il ricordo degli eventi storici di portata epocale di cui sono stati testimoni, dall'altro il gusto per la narrazione autobiografica e la confidenza psicologica tipico del Romanticismo.<ref>{{cita libro| Mario | Pazzaglia | Letteratura italiana: testi e critica con lineamenti di storia letteraria | 1979 | Zanichelli | Bologna | volume=3 | p=520 }}</ref> A questo si aggiunge una finalità educativa: parlare della lotta, della carcerazione e delle pene subite in nome della patria serve a fortificare lo spirito patriottico del lettore e a formare i nuovi cittadini italiani. Alcune di queste opere sono state scritte negli anni del Risorgimento, mentre altre risalgono all'età successiva all'unificazione.<ref>{{cita libro | autore1=Guido Baldi | autore2=Silvia Giusso | autore3=Mario Razetti | autore4=Giuseppe Zaccaria | titolo=Il Neoclassicismo e il Romanticismo | opera=Moduli di letteratura | anno=2002 | editore=Paravia | città=Torino | p=185 }}</ref>
 
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Lo stretto legame tra Romanticismo e Risorgimento è osservabile anche nella poesia della prima metà dell'Ottocento, che è in gran parte poesia patriottica. I poeti sono animati da sentimenti risorgimentali e le loro composizioni hanno lo scopo di incitare alla lotta, deprecare il dominio delle potenze straniere, magnificare le glorie del passato. È una poesia di carattere oratorio, scritta per diffondere ideali come l'amor di patria, la libertà, la fratellanza nazionale. I metri più utilizzati sono il decasillabo, l'ottonario e il settenario, che conferiscono al verso un ritmo martellante, come un inno di battaglia. Vengono inoltre utilizzate frequenti esclamazioni e interrogazioni, oltre a figure retoriche enfatiche (come la metafora o la personificazione).<ref>{{cita libro | autore1=Guido Baldi | autore2=Silvia Giusso | autore3=Mario Razetti | autore4=Giuseppe Zaccaria | titolo=Il Neoclassicismo e il Romanticismo | opera=Moduli di letteratura | anno=2002 | editore=Paravia | città=Torino | p=179 }}</ref>
 
Rivolgendosi a un pubblico molto vasto, la poesia patriottica utilizza un linguaggio popolare e facilmente comprensibile ai più. In questo modo si cerca di realizzare l'ideale romantico di una letteratura popolare. Non si tratta però di una vera rivoluzione del linguaggio poetico: sopravvivono infatti residui del linguaggio poetico tradizionale, che riguardano sia la sintassi sia l'uso di termini aulici.
 
L'autore più rappresentativo di questa produzione patriottica è [[../Giovanni Berchet|Giovanni Berchet]]. Altri autori sono tutt'oggi famosi perché le loro opere sono entrate, grazie alla scuola, nel patrimonio culturale di base delladegli popolazione italianaitaliani. Tra questi si ricordano: Luigi Mercantini, autore della ''Spigolatrice di Sapri'' e dell<nowiki>'</nowiki>''Inno a Garibaldi''; Arnaldo Fusinato, con l<nowiki>'</nowiki>''Addio a Venezia''; Goffredo Mameli, ricordato per il ''Canto degli Italiani'', meglio noto come ''Fratelli d'Italia'', che è diventato l'inno nazionale della Repubblica Italiana.<ref>{{cita libro | autore1=Guido Baldi | autore2=Silvia Giusso | autore3=Mario Razetti | autore4=Giuseppe Zaccaria | titolo=Il Neoclassicismo e il Romanticismo | opera=Moduli di letteratura | anno=2002 | editore=Paravia | città=Torino | p=180 }}</ref>
 
== Note ==