Storia della letteratura italiana/Vincenzo Monti: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
revisione |
revisione |
||
Riga 1:
{{Storia della letteratura italiana|sezione=5}}
Vincenzo Monti
== La vita ==
[[Immagine:VincenzoMonti.jpg|thumb|left|Vincenzo Monti, 1809, ritratto da Andrea Appiani. Pinacoteca di Brera, Milano]]
Vincenzo Monti, figlio di Fedele e Domenica Maria Mazzari, proprietari terrieri, nasce a Fusignano, presso Alfonsine, il 19 febbraio 1754. Dopo avere ricevuto la prima educazione presso il seminario di Faenza, studia diritto e medicina all'università di Ferrara. Già nel 1775 Monti è ammesso all'[[../Accademia dell'Arcadia|Accademia dell'Arcadia]] e può pubblicare il suo primo libro, ''La visione di Ezechiello''. Tre anni dopo, invitato dal legato pontificio a Ferrara - il cardinale Scipione Borghese - si reca a Roma dove
Stimolato dalle opere di [[../Vittorio Alfieri|Vittorio Alfieri]], Monti inizia a scrivere pezzi teatrali e nel 1785 debutta con grande successo con la tragedia ''Aristodemo''. Nel gennaio 1793 l'inviato francese Hugo Basville è ucciso nella via pubblica dove circolava esibendo il simbolo dei rivoluzionari francesi, la coccarda. Monti riprende l'evento nella celebre ''Cantica in morte di Ugo di Basseville'' (
Inizialmente su posizioni contrarie alla rivoluzione francese (che trovarono spazio nella ''Feroniade'' o nella ''Musogonia''), Monti in seguito accoglie positivamente i mutamenti politici portati dall'arrivo in Italia di Napoleone, divenendo addirittura un collaboratore dell'amministrazione cisalpina. In effetti già il 18 luglio 1797, solo pochi giorni dopo la proclamazione della costituzione della Repubblica Cisalpina, era giunto a Milano da Roma. Tornati gli austriaci nel corso della Campagna d'Egitto, Monti si rifugia a Parigi, per tornare al seguito di Napoleone nel marzo 1801, alcuni mesi dopo la battaglia di Marengo. Al periodo parigino risale la ''Mascheroniana'', opera in tre canti rimasta incompleta, scritta da Monti in occasione della morte di Lorenzo Mascheroni il 14 luglio 1800.
Ritornato in Italia, è nominato professore di retorica all'università di Pavia, dove tiene tuttavia soltanto il discorso inaugurale. Dopo che Napoleone si fa incoronare re d'Italia nel 1805, Monti
==
=== Il periodo romano ===
[[File:Pompeo Batoni - Ritratto di Papa Pio VI (National Gallery of Ireland).jpg|thumb|Pio VI ritratto da Pompeo Batoni (1775). National Gallery of Ireland, Dublino]]
Negli anni
Vi è anzitutto una poesia ufficiale, composta in occasioni particolari e finalizzata a esaltare l'età presente, evidenziando l'affinità e la continuità con quella classica (''Prosopopea di Pericle'', 1779; ''
L'opera più importante del periodo romano è però la ''
=== Il periodo milanese ===
[[File:Jacques-Louis David 014.jpg|thumb|Jacques-Louis David, ''Ritratto di Napoleone imperatore'', 1805]]
L'aver criticato gli ideali rivoluzionari non gli
Monti raccoglierà buoni risultati poetici con le sue traduzioni della ''Pulcella d'Orléans'' di Voltaire (1798-1799) e l'''[[s:Iliade|Iliade]]'' di Omero (1810). Quest'ultima fucomposta in endecasillabi sciolti prendendo spunto da altre traduzioni precedenti (Monti aveva scarsa conoscenza del greco) e la sua opera, benché poco fedele all'originale, si caratterizza per l'equilibrio della sue forme classiche.<ref name="Ferroni562">Giulio Ferroni, ''Profilo storico della letteratura italiana'', Einaudi, Torino, 2001, p. 562.</ref>▼
▲
Agli ultimi anni risale un tipo di poesia più legato agli affetti familiari, come per esempio nella canzone ''Pel giorno onomastico della mia donna Teresa Pikler'' (1826). La ''Feroniade'' è invece un poemetto mitologico in tre canti in versi sciolti, iniziato durante il periodo romano e stampato postumo nel 1832. Nel 1826 Monti interverrà anche nella polemica tra classici e romantici con il sermone ''Sulla mitologia'', in cui difende una poesia fondata sulla meraviglia generata dalla mitologia, opposa all'«arido vero».<ref name="Ferroni562" /> Tra il 1813 e il 1814 pubblicò inoltre sul ''Poligrafo'' una serie di articoli sulla questione della lingua, opponendosi al purismo, e tra il 1817 e il 1826 elaborò insieme ad altri letterati una ''Proposta di alcune correzioni e aggiunte al «Vocabolario della Crusca»''.<ref>Giulio Ferroni, ''Profilo storico della letteratura italiana'', Einaudi, Torino, 2001, p. 564.</ref>▼
▲Agli ultimi anni risale un tipo di poesia più legato agli affetti familiari, come per esempio nella canzone ''Pel giorno onomastico della mia donna Teresa Pikler'' (1826). La ''Feroniade'' è invece un poemetto mitologico in tre canti in versi sciolti, iniziato durante il periodo romano e stampato postumo nel 1832. Nel 1826 Monti interverrà anche nella [[../Romanticismo#Il Romanticismo in Italia: la polemica classico-romantica|polemica tra
Sull'opera di Monti pesano le critiche dei suoi contemporanei, e in particolare di Leopardi, che lo accusarono di comporre poesie esteriori e formali, prive di autenticità. Egli ebbe la capacità di dare voce attraverso la letteratura ai poteri e ai gusti di volta in volta dominanti, rappresentando l'ultimo esponente di una poesia cortigiana abituata a identificarsi con i sistemi politici. D'altra parte, diede vita a un nuovo modello, quello che Ferroni definisce un «classicismo borghese dai caratteri nazionali», che si caratterizza per una moderata fiducia nel progresso utilizzando però forme auliche e anticheggianti. La sua poesia, in ultima analisi, si pone quindi come strumento di consenso sociale.<ref>Giulio Ferroni, ''Profilo storico della letteratura italiana'', Einaudi, Torino, 2001, p. 563.</ref>▼
▲Sull'opera di Monti pesano le critiche dei suoi contemporanei, e in particolare di Leopardi, che lo
▲{{interprogetto|w=Vincenzo Monti|s=Autore:Vincenzo Monti}}
== Note ==
[[Categoria:Storia della letteratura italiana|Monti]]
|