Storia della letteratura italiana/Vincenzo Monti: differenze tra le versioni

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Vincenzo Monti fuè una figura centrale nella letteratura italiana tra Settecento e Ottocento, e in particolare del classicismo dell'età napoleonica. GodetteGode di grande fama sia in vita sia dopo la morte: un indizio dell'importanza che gli era attribuita è dato dal fatto che Cesare Cantù, nella sua ''Storia della letteratura italiana'' (1865-1866) dedicavadedica al poeta di Alfonsine ben 35 pagine, contro le sole 5 per Ugo Foscolo. Oggi la critica è più propensa a considerare la sua opera per il suo valore documentario, come testimonianza - per altro superficiale - del gusto del tempo.<ref>{{cita libro | autore1=Guido Baldi, | autore2=Silvia Giusso, | autore3=Mario Razzetti,Razetti | autore4=Giuseppe Zaccaria, ''Moduli| di letteratura'', vol. 13 ''titolo=Il Neoclassicismo e il Romanticismo'', | opera=Moduli di letteratura | anno=2002 | editore=Paravia, | città=Torino, 2002,| p. =29.}}</ref>
 
== La vita ==
[[Immagine:VincenzoMonti.jpg|thumb|left|Vincenzo Monti, 1809, ritratto da Andrea Appiani. Pinacoteca di Brera, Milano]]
Vincenzo Monti, figlio di Fedele e Domenica Maria Mazzari, proprietari terrieri, nasce a Fusignano, presso Alfonsine, il 19 febbraio 1754. Dopo avere ricevuto la prima educazione presso il seminario di Faenza, studia diritto e medicina all'università di Ferrara. Già nel 1775 Monti è ammesso all'[[../Accademia dell'Arcadia|Accademia dell'Arcadia]] e può pubblicare il suo primo libro, ''La visione di Ezechiello''. Tre anni dopo, invitato dal legato pontificio a Ferrara - il cardinale Scipione Borghese - si reca a Roma dove si sposa con Teresa Pikler, che gli darà due figli: Costanza e Francesco (quest'ultimo morirà tuttavia in tenera età). Nella città eterna lavora al servizio del conte Luigi Braschi Onesti, nipote di papa Pio VI.
 
Stimolato dalle opere di [[../Vittorio Alfieri|Vittorio Alfieri]], Monti inizia a scrivere pezzi teatrali e nel 1785 debutta con grande successo con la tragedia ''Aristodemo''. Nel gennaio 1793 l'inviato francese Hugo Basville è ucciso nella via pubblica dove circolava esibendo il simbolo dei rivoluzionari francesi, la coccarda. Monti riprende l'evento nella celebre ''Cantica in morte di Ugo di Basseville'' (''meglio nota come ''Bassvilliana'').
 
Inizialmente su posizioni contrarie alla rivoluzione francese (che trovarono spazio nella ''Feroniade'' o nella ''Musogonia''), Monti in seguito accoglie positivamente i mutamenti politici portati dall'arrivo in Italia di Napoleone, divenendo addirittura un collaboratore dell'amministrazione cisalpina. In effetti già il 18 luglio 1797, solo pochi giorni dopo la proclamazione della costituzione della Repubblica Cisalpina, era giunto a Milano da Roma. Tornati gli austriaci nel corso della Campagna d'Egitto, Monti si rifugia a Parigi, per tornare al seguito di Napoleone nel marzo 1801, alcuni mesi dopo la battaglia di Marengo. Al periodo parigino risale la ''Mascheroniana'', opera in tre canti rimasta incompleta, scritta da Monti in occasione della morte di Lorenzo Mascheroni il 14 luglio 1800.
 
Ritornato in Italia, è nominato professore di retorica all'università di Pavia, dove tiene tuttavia soltanto il discorso inaugurale. Dopo che Napoleone si fa incoronare re d'Italia nel 1805, Monti diventediventa lo storico e poeta ufficiale di corte, componendo molte liriche inneggianti a Bonaparte, alle sue vittorie e alla sua politica, come il ''Bardo della selva nera''. Dopo la sconfitta di Napoleone, Monti non si fecefa scrupoli nela dedicaretessere parile lodi aldel nuovo sovrano Francesco I, imperatore d'Austria e re del Lombardo-Veneto,. FrancescoCome Iricompensa, e ne fu ricompensato conservandoconserva il ruolo di poeta di corte. Agli ultimi anni di vita del Monti, che si spensespegne a Milano il 13 ottobre 1828, risale la celebre traduzione dell'''Iliade'' di Omero.
 
==Il periodoLe opere romano==
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=== Il periodo romano ===
[[File:Pompeo Batoni - Ritratto di Papa Pio VI (National Gallery of Ireland).jpg|thumb|Pio VI ritratto da Pompeo Batoni (1775). National Gallery of Ireland, Dublino]]
Negli anni giovanigiovanili Monti si dedicòdedica a sperimentare i diversi generi, esercitandosi sia in componimenti di gusto arcadico, sia in opere classicistiche più misurate e razionali, sia infine in poesie religiose e visioni sacre. Anche adurante Romail continuòsoggiorno a operare suRoma campi eterogenei, dimostrandodimostra una spiccata capacità di adattarsi ai diversi stili., Divennetanto da cosìdiventare il poeta ufficiale della corte papale. A Roma all'epoca eraè diffusa l'illusione di poter resuscitare i fasti del Cinquecento, favoritaun'illusione ancheche daviene nuovialimentata anche dai ritrovamenti archelogiciarcheologici di quegli anni. La produzione poetica di questo periodo è sterminata, e viene qui riproposto lo schema offettoofferto da Ferroni, che classifica le opere principali in base alle tendenze a cui si ricollegano.<ref>{{cita libro | Giulio | Ferroni, ''| Profilo storico della letteratura italiana'', | 2001 | Einaudi, | Torino, 2001,| p.= 560.}}</ref>
 
Vi è anzitutto una poesia ufficiale, composta in occasioni particolari e finalizzata a esaltare l'età presente, evidenziando l'affinità e la continuità con quella classica (''Prosopopea di Pericle'', 1779; ''[[s:Al signor di Montgolfier|Al signor di Mongolfier]]'', 1784). Oltre a questa, però, c'è anche una produzione più vicina al Barocco, che dà un'immagine spettacolare della natura e della religione (''[[s:La bellezza dell'universo|La bellezza dell'universo]]'', 1781). C'è poi una poesia d'amore intrisa di malinconia e pessimismo, ispirata al ''Werther'' (''[[s:Al Principe Don Sigismondo Chigi|A don Sigismondo Chigi]]'', ''Pensieri d'amore''), e una produzione che ha espliciti caratteri neoclassici (''[[s:La Musogonia|Musogonia]]'', 1793). A queste si aggiunge una serie di drammi (''Aristodemo'', 1786; ''Galeotto Manfredi'', 1788).
 
L'opera più importante del periodo romano è però la ''[[s:In morte di Ugo Bassville|Bassvilliana]]'', poemetto in terzine composto da quattro canti e rimasto incompiuto. Come già ricordato, l'opera trae origine da un fatto di sangue: il repubblicano francese Joseph Hogou detto Bassville fuviene ucciso nel 1793 a Roma dalla folla, aizzata dagli antirivoluzionari. Bassville in punto di morte aveva ritrattato le sue convinzioni repubblicane, ricevendo quindi un funerale a spese del papa. Nel poemetto, l'anima del francese viene accompagnata da un angelo, il quale gli mostra gli orrori della rivoluzione, sottolineando quindi la moderazione della politica cristiana. Monti riprende qui il genere delle visioni sacre, oltre a vari termini del linguaggio moderni, riproposti in chiave moderna.<ref name="Ferroni561">{{cita libro | Giulio | Ferroni, ''| Profilo storico della letteratura italiana'', | 2001 | Einaudi, | Torino, 2001,| p.= 561.}}</ref>
 
=== Il periodo milanese ===
[[File:Jacques-Louis David 014.jpg|thumb|Jacques-Louis David, ''Ritratto di Napoleone imperatore'', 1805]]
L'aver criticato gli ideali rivoluzionari non gli impedìimpedisce d'altrain parteseguito di aderire ai valori repubblicani. Mantenendosi su posizioni moderate, cantòcanta le imprese di Napoleone con varie liriche (tra cui il poema incompiuto ''[[s:Prometeo (Monti)|Prometeo]]'', 1797). Durante l'esilio a Parigi scrissescrive la tragedia ''Caio Gracco'', rappresentata al teatro alla Scala nel 1802: in essa il protagonista rappresenta un modello di virtù civile, che soccombe sotto l'azione antipopolare e i rivoluzionari estremisti. La ''[[s:In morte di Lorenzo Mascheroni|Mascheroniana]]'', invece, è un poema in cinque canti in terzine, nel quale viene espressa la delusione per l'esito degli eventi del 1799. Alla mitologia classica sono ispirate altre composizioni dedicate all'esaltazione di Napoleone, mentre ''[[s:Il Bardo della Selva Nera|Il bardo della Selva nera]]'' è più vicino ai modelli della letteratura nordica.<ref name="Ferroni561" />
 
Monti raccoglierà buoni risultati poetici con le sue traduzioni della ''Pulcella d'Orléans'' di Voltaire (1798-1799) e l'''[[s:Iliade|Iliade]]'' di Omero (1810). Quest'ultima fucomposta in endecasillabi sciolti prendendo spunto da altre traduzioni precedenti (Monti aveva scarsa conoscenza del greco) e la sua opera, benché poco fedele all'originale, si caratterizza per l'equilibrio della sue forme classiche.<ref name="Ferroni562">Giulio Ferroni, ''Profilo storico della letteratura italiana'', Einaudi, Torino, 2001, p. 562.</ref>
 
Monti raccoglieràRaccoglie buoni risultati poetici con le sue traduzioni della ''Pulcella d'Orléans'' di Voltaire (1798-1799) e ldell'''[[s:Iliade|Iliade]]'' di Omero (1810). Quest'ultima fucompostaè composta in endecasillabi sciolti prendendoe prende spunto da altre traduzioni precedenti (Monti aveva scarsa conoscenza del greco). e la sua operaTuttavia, benché poco fedele all'originale, si caratterizza per l'equilibrio della sue forme classiche.<ref name="Ferroni562">{{cita libro | Giulio | Ferroni, ''| Profilo storico della letteratura italiana'', | 2001 | Einaudi, | Torino, 2001,| p.= 562.}}</ref>
Agli ultimi anni risale un tipo di poesia più legato agli affetti familiari, come per esempio nella canzone ''Pel giorno onomastico della mia donna Teresa Pikler'' (1826). La ''Feroniade'' è invece un poemetto mitologico in tre canti in versi sciolti, iniziato durante il periodo romano e stampato postumo nel 1832. Nel 1826 Monti interverrà anche nella polemica tra classici e romantici con il sermone ''Sulla mitologia'', in cui difende una poesia fondata sulla meraviglia generata dalla mitologia, opposa all'«arido vero».<ref name="Ferroni562" /> Tra il 1813 e il 1814 pubblicò inoltre sul ''Poligrafo'' una serie di articoli sulla questione della lingua, opponendosi al purismo, e tra il 1817 e il 1826 elaborò insieme ad altri letterati una ''Proposta di alcune correzioni e aggiunte al «Vocabolario della Crusca»''.<ref>Giulio Ferroni, ''Profilo storico della letteratura italiana'', Einaudi, Torino, 2001, p. 564.</ref>
 
Agli ultimi anni risale un tipo di poesia più legato agli affetti familiari, come per esempio nella canzone ''Pel giorno onomastico della mia donna Teresa Pikler'' (1826). La ''Feroniade'' è invece un poemetto mitologico in tre canti in versi sciolti, iniziato durante il periodo romano e stampato postumo nel 1832. Nel 1826 Monti interverrà anche nella [[../Romanticismo#Il Romanticismo in Italia: la polemica classico-romantica|polemica tra classiciclassicisti e romantici]] con il sermone ''Sulla mitologia'', in cui difende una poesia fondata sulla meraviglia generata dalla mitologia, opposaopposta all'«arido vero» dei romantici.<ref name="Ferroni562" /> Tra il 1813 e il 1814 pubblicò inoltre sul ''Poligrafo'' una serie di articoli sulla questione della lingua, opponendosi al purismo, e tra il 1817 e il 1826 elaborò insieme ad altri letterati una ''Proposta di alcune correzioni e aggiunte al «Vocabolario della Crusca»''.<ref>{{cita libro | Giulio | Ferroni, ''| Profilo storico della letteratura italiana'', | 2001 | Einaudi, | Torino, 2001,| p.= 564.}}</ref>
Sull'opera di Monti pesano le critiche dei suoi contemporanei, e in particolare di Leopardi, che lo accusarono di comporre poesie esteriori e formali, prive di autenticità. Egli ebbe la capacità di dare voce attraverso la letteratura ai poteri e ai gusti di volta in volta dominanti, rappresentando l'ultimo esponente di una poesia cortigiana abituata a identificarsi con i sistemi politici. D'altra parte, diede vita a un nuovo modello, quello che Ferroni definisce un «classicismo borghese dai caratteri nazionali», che si caratterizza per una moderata fiducia nel progresso utilizzando però forme auliche e anticheggianti. La sua poesia, in ultima analisi, si pone quindi come strumento di consenso sociale.<ref>Giulio Ferroni, ''Profilo storico della letteratura italiana'', Einaudi, Torino, 2001, p. 563.</ref>
 
Sull'opera di Monti pesano le critiche dei suoi contemporanei, e in particolare di Leopardi, che lo accusaronoaccusano di comporre poesie esteriori e formali, prive di autenticità. Egli ebbeha avuto, d'altra parte, la capacità di dare voce attraverso la letteratura ai poteri e ai gusti di volta in volta dominanti, rappresentando l'ultimo esponente di una poesia cortigiana abituata a identificarsi con i sistemi politici. D'altraHa parte,inoltre diededato vita a un nuovo modello, quello che Ferroni definisce un «classicismo borghese dai caratteri nazionali», che siricorre caratterizzaa performe unaauliche moderatae fiduciaanticheggianti nelper progressodare utilizzandovoce peròa formeuna aulichemoderata efiducia anticheggiantinel progresso. La sua poesia, in ultima analisi, si pone quindi come strumento di consenso sociale.<ref>{{cita libro | Giulio | Ferroni, ''| Profilo storico della letteratura italiana'', | 2001 | Einaudi, | Torino, 2001,| p.= 563.}}</ref>
==Altri progetti==
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== Note ==
<{{references/>|2}}
 
[[Categoria:Storia della letteratura italiana|Monti]]