La religione greca/La religione greca nel periodo arcaico e classico/Il sacrificio: differenze tra le versioni

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[[File:Sacrifice scene Louvre G402.jpg|150px|thumb|left|Particolare di un ''oinochoe'' (οἰνοχόη) attico a figure rosse, risalente al 430 a.C. e raffigurante un momento del sacrificio greco, (Museo del Louvre, Parigi). Da notare la corona indossata dai celebranti che indica da una parte la loro consacrazione mentre dall'altra ricorda, nell'atmosfera festosa del rito, la sottomissione agli dèi. La corona indossata durante il rito rammenta infatti la "corona" che Prometeo è costretto a portare dopo essere stato liberato dalle catene<ref>Cfr. Ateneo, 672f.</ref>, a memoria della sua punizione per aver ingannato Zeus nel tentativo di favorire gli uomini<ref>Ateneo 674de; Angelo Brelich, ''La corona di Prometheus'', in "Hommages à Marie Delcourt. Bruxelles", 1970, 234-42; cit. in Jean-Pierre Vernant, in Marcel Detienne e Jean-Pierre Vernant. ''La cucina del sacrificio in terra greca''. Torino, Boringhieri, 1982, p.58.</ref>.]]
[[File:Aulos in osso di cervo.jpg|150px|left|thumb|''Aulos'' (flauto greco antico) in osso di cervo, risalente agli inizi del V secolo a.C. rinvenuto a Paestum, nella Tomba 21, in località Tempa del Prete e conservato al Museo archeologico nazionale di Paestum. Questo strumento, unitamente alla musica, è fondamentale nel rito greco del sacrificio. Esso ritma l'incedere del corteo sacrificale (''pompē''). Il suo suono è più simile a quello del nostro oboe piuttosto che a quello del flauto.]]
Nella religione greca il sacrificio è il principale atto di culto<ref>{{quote|Presso i greci antichi, il sacrificio è l'atto principale del culto.|Jules Labarbe, ''Sacrificio in Grecia'' in ''DictrionnaireDictionnaire des Religions'' (a cura di Jacques Vidal). Parigi, Presses universitaires de France, 1984. In italiano: ''Dizionario delle religioni'' (a cura di Paul Puoupard). Milano, Mondadori, 2007, pagg. 1631 e segg.}}{{quote|Nell'antica Grecia come presso altre civiltà, il sacrificio è l'atto centrale della vita religiosa della comunità.|Paolo Scarpi. ''Sacrificio greco'' in ''Dizionario delle religioni'' (a cura di Giovanni Filoramo). Torino, Einaudi, 1993, p. 659}} {{quote|Se la preghiera e la divinazione erano importanti mezzi per comunicare con la divinità, non c'è dubbio che il più importante modo di comunicazione con il divino fu, per i Greci, il sacrificio. Jan N. Bremmer, ''Modi di comunicazione con il divino: la preghiera, la divinazione e il sacrificio nella civiltà greca'', in ''Storia Einaudi dei Greci e dei Romani'' vol.1 ''I Greci nostri antenati'' (a cura di Salvatore Settis). Torino, Einaudi, 2008, p. 248}}</ref>.
{{quote|Nessun potere politico può esercitarsi senza l'offerta sacrificale. L'entrata in guerra, lo scontro con il nemico, la conclusione di un trattato, i lavori di una commissione temporanea, l'apertura di un'assemblea, l'entrata in carica dei magistrati: sono altrettante attiviità che cominciano con un sacrificio seguito da un pasto comune|Marcel Detienne e Jean-Pierre Vernant ''La cucina del sacrificio in terra greca''. Torino, Boringhieri, p.9}}