Divina Commedia/Inferno/Canto II: differenze tra le versioni
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*'''non pare indegno...''':ciò non sembra ingiusto (ciò sembra ben giusto, per litote) a un uomo dotato d'intelletto, cioè di capacità di intendere. Altri propongono di costruire:"non pare, ad omo, indegno d'intelletto", cioè "non suscettibile di comprensione intellettuale", anche appellandosi a ''Par''. IV 41-2: ''però che solo da sensato apprende / ciò che fa poscia d'intelletto degno''. Quest'ultima sfumatura di significato non trova appoggio negli antichi, per quanto comunque in fin dei conti il senso allegorico del testo resterebbe invariato, vale a dire la contrapposizione del viaggio di Enea rispetto a quello di Dante, con il primo invero suscettibile di essere compreso in quanto il volere divino ad averlo voluto mentre invece quello ora occorso a Dante - per parere del poeta stesso - presentantesi teoreticamente indecifrabile (cfr. vv.31-3).
*'''ch'e' fu...(20-21)''':poiché egli (Enea) fu scelto, predestinato per tale compito storico (''eletto'') nel cielo
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