Dietro il coding/A che serve il coding?: differenze tra le versioni

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Qui la creatività viene riconosciuta come universale, naturale (ma educabile) e soprattutto possibile fonte di soddisfazione personale. Siamo in un altro mondo, spaziale e temporale, rispetto alla creatività come "furbizia", come ingegno applicato a risolvere un problema. Tuttavia questi due sensi di creatività sono evidentemente apparentati e bisognerebbe ricordarsi di tenere conto di entrambi.
 
4.=== Quello di vaccinare i giovani? ===
Contro quale virus? Contro lo sfruttamento indebito dei loro dati raccolti da un’app o da un social network system, o contro la pratica di spacciare come utilities gratuite programmi e siti che hanno scopi diversi da quelli dichiarati.
 
Ad esempio, sempre con le parole di Rebecca Lindegren:
“Children’s personal and professional lives will increasingly be shaped by computer programs. Without the ability to code, they will become passive consumers at the mercy of programmers working for technology giants, unable to construct or meaningfully interact with the virtual reality that surrounds them”<ref>http://opensource.com/education/13/4/teaching-kids-code</ref>.
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Niente che non si possa spiegare ai bambini, con qualche attenzione, ma vorrei almeno vedere qualche passo in questa direzione critica.
 
5.=== Quello di dare ad ognuno le competenze minime per scriversi un programma per risolvere i propri problemi? ===
 
Che so: una app per ricordarsi di prendere le medicine. Una che mi dice come devo riciclare il tetrapak. Questo sarebbe un bell’obiettivo pratico, utile almeno quanto far sì che uscendo dalla scuola un ragazzo sappia sostituire un interruttore, curarsi una ferita, fare la dichiarazione dei redditi o cambiare l’olio alla macchina (temo che non sia così). Un recupero delle Applicazioni Tecniche. Una riappropriazione dell'universo di macchine in cui siamo immersi.
 
Ma allora il linguaggio da proporre dovrebbe essere qualcosa in grado di produrre programmi che girano su PC, smartphone, tablet, su sistemi operativi diversi. E di nuovo, occorre quanto meno spiegare perché con certi elettrodomestici si può "parlare" (perché adottano uno standard di comunicazione aperto) e con altri no.
 
6.=== Quello di affrontare la didattica di qualsiasi disciplina in maniera costruttiva? ===
Nessuno più di me sarebbe d'accordo, e tra l’altro questo è uno degli obiettivi dichiarati di Scratch. Qui però il centro non è la tecnologia, è la didattica. Che un ambiente di apprendimento debba essere aperto, modificabile, che si capisca meglio qualcosa se si sperimenta e si costruisce, dovrebbero essere tutte premesse che una didattica moderna accetta senza troppi problemi (ma probabilmente nei fatti le cose stanno diversamente).
Ma allora deve essere chiaro che il punto non è né divertirsi, né imparare le iterazioni, ma comprendere il funzionamento di una cellula o la struttura di un romanzo. Cioè: l'obiettivo è la didattica della biologia, non quella della programmazione.
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Come si vede, di obiettivi possibili ce ne sarebbero molti. Alcuni raggiungibili, altri meno.
 
Ma servono revisioni dei programmi (quelli scolastici) e risorse umane preparate.
 
Ci sono?