Dietro il coding/Che cos'è il coding: differenze tra le versioni

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Il coding in questa accezione nasce probabilmente nel 2013 in Gran Bretagna, con un finanziamento ministeriale di 500.000 sterline. E' ancora online il sito dove veniva annunciata la nascita di una associazione noprofit (Yearofcode) che promuoveva l'apprendimento della programmazione tra i bambini.
 
In Italia il MIUR, in collaborazione con il CINI e con un buon numero di partner "tecnologici" (TIM, Microsoft, Facebook, CISCO, Engineering, Samsung,...), all’interno del programma “La buona scuola” ha spiegato come e perché va introdotto il coding nella scuola in un sito dedicato, "Programma il Futuro"<ref>http://programmailfuturo.it/come/ora-del-codice </ref>.
 
L’obiettivo dichiarato è “fornire alle scuole una serie di strumenti semplici, divertenti e facilmente accessibili per formare gli studenti ai concetti di base dell’informatica”.
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Nella versione aggiornata del progetto,[[#sdfootnote2sym|<supref>2http://www.programmailfuturo.it/notizie/il-secondo-anno-del-progetto/avvio-secondo-anno </supref>]], si chiarisce che "l'obiettivo non è quello di far diventare tutti dei programmatori informatici, ma di diffondere conoscenze scientifiche di base per la comprensione della società moderna". Un obiettivo quindi livello culturale.
 
Inoltre, "la conoscenza dei concetti fondamentali dell'informatica aiuta a sviluppare la capacità di risoluzione di problemi e la creatività". E questo, invece, è un obiettivo metacognitivo.
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Tutti i materiali sono distribuiti con licenza CC BY/NC/SA 4.0. Se non sapete cosa significa, non vi preoccupate e continuate a leggere: è spiegato poco più avanti.
 
''Nota: sul sito ministeriale invece non ci sono molti materiali di supporto per gli insegnanti. Per la verità, ne ho trovati solo due: la scansione di un libro di Carlo Batini<ref>http://www.programmailfuturo.it/media/docs/approfondimenti/Batini-basi-dell-Informatica.pdf</ref> del 1984 (la via italiana al computational thinking) e un link ad un bell'ebook<ref>http://www.bitsbook.com/wp-content/uploads/2008/12/B2B_3.pdf</ref> del 2008 sugli aspetti culturali del digitale, Blown to bits.''