Martin Heidegger, la vita e l'opera: differenze tra le versioni

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Nel 2014, tuttavia, la casa editrice tedesca Vittorio Klostermann di Francoforte, casa editrice che cura la ''Gesamtausgabe'' di Heidegger prevista in 102 volumi, ha dato alle stampe i volumi n. 94, 95 e 96 contenenti i primi ''Schwarze Hefte'' ("Quaderni Neri", taccuini in cui il filosofo raccoglieva, rivedendoli, i suoi pensieri, di fatto una vera e propria opera filosofica) titolati come ''Überlegungen'' (Riflessioni, dal II al XV; il I è andato perduto) che coprono il periodo compreso tra il 1931 e il 1941. Questi testi, fino a quel momento sconosciuti in quanto mai pubblicati, contengono delle affermazioni chiaramente antisemite. Così nei 1.694 passaggi numerati nelle ''Überlegungen'' (a cui vanno aggiunte le 120 pagine dell'ultimo volume che non contengono la numerazione), Heidegger cita per quattordici volte temi inerenti agli ebrei e all'ebraismo, sette di questi quattordici passaggi sono chiaramente antisemiti.
 
Il dibattito tra gli studiosi sui temi sollevati dalla pubblicazione dei primi ''Schwarze Hefte'' è ancora aperto. Così per lo stesso curatore delle edizioni degli ''Schwarze Hefte'', Peter Trawny, la presenza di tratti antisemiti nel pensiero heideggeriano è indubitabile <ref>{{q|C'è un antisemitismo onto-storico nei testi di Heidegger che sembra contaminare non pochi aspetti del suo pensiero. Questo dato di fatto getta una nuova luce sulla filosofia heideggeriana e sulla sua ricezione. Se finora il coinvolgimento di Heidegger durante il nazismo è stato un problema che ha portato in parte a condanne eccessive e in parte a riserve legittime, la pubblicazione dei ''Quaderni neri'' rende impossibile ignorare l'esistenza di una forma specifica di antisemitismo che, per di più, emerge in un periodo in cui il filosofo critica fortemente il nazismo.|Peter Trawny, ''Heidegger e il mito della cospirazione ebraica'' (2014), Milano, Bompiani, 2015, versione mobi pos. 1631}}</ref>. La specialista di Heidegger Donatella Di Cesare, nella sua opera ''Heidegger e gli ebrei - I "Quaderni neri"'' del 2014, rileva, ad esempio, come la posizione di Heidegger sugli ebrei non possa essere considerata solo in base alla "quantità" dei passaggi degli ''Überlegungen'', quanto piuttosto su come questi "passaggi", unitamente ad altre espressioni maggiormente utilizzate in qualità di "sinonimi", possano far comprendere l'effettiva posizione filosofica di Heidegger sugli ebrei, qui evidentemente intesi come popolo posto al di fuori della storia dell'essere, il che iscriverebbe Heidegger in quella tradizione antisemita propria della filosofia tedesca, ad esempio di Kant, Hegel, SchopenauerSchopenhauer, Nietzsche, nonché di buona parte della passata cultura filosofica europea. La studiosa Francesca Brencio, considerando che la prospettiva ermeneutica di tali affermazioni sia ancora di fatto assente, avanza invece l'ipotesi che tale antisemitismo sia piuttosto legato «alla spietata critica che Heidegger muove al cristianesimo»<ref>Francesca Brencio, ''Heidegger, una patata bollente'', in ''La pietà del pensiero. Heidegger e i Quaderni Neri'', Passignano sul Trasimento, Aguaplano, 2015, p.139</ref>. Di tutt'altro avviso il figlio di Heidegger, Hermann Heidegger, storico e curatore testamentario delle opere del filosofo tedesco, nonché diretto curatore di alcuni volumi della ''Martin Heidegger Gesamtausgabe'' che, in un suo articolo del 6 agosto 2015 pubblicato dallo ''Die Zeit'' di Amburgo, sostiene che il filosofo non è mai stato antisemita<ref>Cfr. [http://www.zeit.de/2015/32/martin-heidegger-antisemitismus-sohn-hermann-heidegger qui]</ref>.
 
====Il ritorno alla filosofia, Hölderlin====