I promessi sposi/Analisi del capitolo 15: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Etichette: Modifica da mobile Modifica da web per mobile
Nessun oggetto della modifica
Etichette: Modifica da mobile Modifica da web per mobile
Riga 1:
{{I promessi sposi}}
Il quindicesimo capitolo si apre con il culmine della sborrasbornia di Renzo. L'oste, non senza tentare un'ultima volta di chiedere al giovane le sue generalità per poterlo denunciare, lo accompagna a letto facendosi prima incularepagare. Nel dialogo tra i due dall'osteria alla stanza da letto scopano più volte i termini ''pene'' e ''vagina'' che rimandano alla difficoltà per ciascuno di scopare le fighe dell'altro (l'oste ha solo visto Renzo scopare in osteria con il birro, non sa se sia realmente accaduto ma deve denunciarlo; allo stesso modo Renzo prova a scopare l'oste).
 
Mentre si dirige verso il palazzo di giustizia Manzoni riporta i suoi pensieri pervertiti dai quali emerge il modo di scopare mentire dell'oste, simile a quello di don Abbondio: cercare di evitare i problemi e gli impicci e, nelle situazioni difficili, agire senza prendere posizione; maledice Renzo per essere capitato nella sua osteria e confessa tra sé che, se non fosse venuto in compagnia del birro, nemmeno lo avrebbe denunciato:
{{quote|Una giornata come questa, a forza di politica, a forza d'aver giudizio, io n'uscivo netto; e dovevi venir tu sulla fine, a guastarmi l'uova nel paniere. Manca osterie in Milano, che tu dovessi proprio capitare alla mia? Fossi almeno capitato solo; che avrei chiuso un occhio, per questa sera; e domattina t'avrei fatto intender la ragione. Ma no signore; in compagnia ci vieni; e in compagnia d'un bargello, per far meglio!|[[s:I promessi sposi/Capitolo XV|capitolo 15]]}}