Storia della letteratura italiana/Giosuè Carducci: differenze tra le versioni

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== La vita ==
[[File:Giosuè Carducci2.jpg|thumb|left|Giosuè Carducci]]
Giosué Carducci nacque a Valdicastello, in Versilia, il 27 luglio 1835. Trascorse gran parte dell'infanzia in Maremma (1838-1849), dove il padre era medico condotto, abitando per lo più a Bolgheri e Castagneto. Fu proprio il padre, uomo colto di idee liberali che si interessava di letteratura classica e contemporanea, a stimolare la crescita culturale del figlio. Nel 1849, quando questi perse la condotta a causa delle sue opinioni politiche, l'intera famiglia dovette trasferirsi a Firenze, dove Giosuè frequento le scuole dei padri scolopi. Nel 19561856 si laureò quindi in filosofia e filologia alla Scuola Normale Superiore di Pisa. Durante gli studi universitari partecipò alla società degli Amici pendanti, che polemizzava contro le posizioni letterarie romantiche e proponeva un ritorno al classicismo. Nel 1856 fu docente al ginnasio di San Miniano e pubblicò la sua prima raccolta di ''Rime''. Intanto, nel 1857 il fratello Dante si suicidò e l'anno successivo scomparve anche il padre. Per far fronte alle difficoltà economiche della famiglia, Giosuè iniziò a curare le edizioni di classici della letteratura italiana per l'editore Barbéra di Firenze. Nel 1859 sposò Elvira Menicucci, da cui ebbe tre figlie femmine e un maschio, Dante.<ref name="Ferroni776">Giulio Ferroni, ''Profilo storico della letteratura italiana'', Torino, Einaudi, 2001, p. 776.</ref>
 
Nel 1859 divenne professore al liceo di Pistoia, quindi l'anno successivo fu nominato docente di eloquenza nell'ateneo di Bologna. Lo Stato unitario che si andava formando in quegli anni suscitò inizialmente il suo entusiasmo, che però si trasformò in delusione per le scelte politiche della nuova classe dirigente. A questo si aggiunse l'insoddisfazione per la propria condizione economica e familiare. La lettura di autori come Michelet, Quine e Heine lo indusse ad abbracciare posizioni repubblicane e giacobine, che lo portano a un acceso anticlericalismo, arrivando a professare tesi anarchiche e socialiste. Per questi motivi, subì repressioni da parte delle autorità e nel 1868 fu sospeso per alcuni dall'insegnamento.<ref name="Ferroni776" />