Storia della letteratura italiana/Andrea Zanzotto: differenze tra le versioni

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"La Beltà", che può considerarsi la raccolta centrale nella carriera letteraria di Zanzotto, rappresenta il punto più profondo del suo percorso poetico nella quale il poeta trova il senso assoluto del significante. <br> La scoperta che viene fatta in Beltà è quella dell'origine del senso, un luogo che si pone prima dell'individuo e della [[storia]].<br> Esso viene prefigurato nel linguaggio con il quale gli adulti vezzeggiano i bambini e che imita l'articolazione quasi puramente [[Fonema|fonetica]] della prima verbalità infantile, cioè quello che nel dialetto [[Veneto|veneto]] si chiama ''petèl''.
===La labilità dell'io e del processo storico===
In Beltà Zanzotto utilizza accostamenti fonici e pseudo-[[Etimologia|etimologici]] paradossali, usa [[Sillaba|sillabazioni]] che non hanno connessioni e forme grammaticali inaudite, come quella dell'[[articolo (grammatica)|articolo]], dell'[[interiezione]] o di [[Prefisso (linguistica)|prefissi]] e [[Suffisso|suffissi]].<br> Si tratta però di manifestazioni labili, come labile e balbettante è il principio dell'io quanto il processo storico.
 
==La poesia degli [[Anni 1970|anni Settanta]] ==
===Il ritorno al significato===