Noli me tangere/Dodici fatti storici: differenze tra le versioni

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=== Gesù crocifisso ===
La morte di Gesù per crocifissione è importante per la discussione della risurrezione, poiché se non c'è la morte, non ci può poi essere la risurrezione; la morte è un prerequisito della risurrezione.<ref>Ehrman obietta riguardo alla rilevanza della morte di Gesù in croce. Tuttavia, uno non può risorgere se non è morto. Questa è precisamente la ragione per cui gli studiosi mussulmani cercano di screditare la morte di Gesù, poiché senza di essa Gesù non sarebbe mai risorto. Cfr. Mike Licona & Bart Ehrman, ''Debate: Can Historians Prove that Jesus Rose from the Dead?''</ref> Tra tutti i dati in esame, il fatto che Gesù sia morto in croce è uno dei meno contestati dagli studiosi.<ref>Questa obiezione è tipicamente addotta dai mussulmani perché contraddice il Corano, [http://www.sufi.it/corano/4.htm Sura 4:157].</ref> Ci sono diversi motivi per cui gli studiosi non negano il fatto che Gesù sia morto per crocifissione.
 
In primo luogo, diverse fonti antiche, da resoconti sia cristiani sia non cristiani, registrano la morte di Gesù. Inoltre alcune fonti predatano gli scritti del Nuovo Testamento. Gli studiosi hanno notato che esistono alcuni primi passi credali nel Nuovo Testamento che predatano la composizione vera e propria del Nuovo Testamento. Il credo più rispettato del Nuovo Testamento riguardo alla morte di Gesù è [https://www.biblegateway.com/passage/?search=1+Cor.+15%3A3-7&version=CEI;LND;NR2006 1 Cor. 15:3-7]. Questo credo prepaolino è stato datato ai primi anni 30 d.C.<ref>Prenderemo in esame specificamente questo credo nel prossimo capitolo.</ref> Ci sono più di dieci altri testi autorevoli che citano la morte di Gesù nel Nuovo Testamento.<ref>Esistono passaggi di credo e riassunti di sermoni che fanno riferimento a Ponzio Pilato e a Gesù morente sulla croce. Cfr. Atti 2:22-36 (che cita i chiodi), 3:13-16, 4:8-10, 5:29-32, 10:39-43, 13:28-31; Rom. 4:25; Fil. 2:8;1 Pt. 3:18; Ga. 3:13, e 1 Cor. 15:3, che è considerato il credo più autorevole e rispettato.</ref> Tutti e quattro i Vangeli parlano della morte di Gesù in croce.<ref>Matteo 27:26-56; Marco 15:20-47; Luca 23:26-56; Giovanni 19:16-42.</ref> Inoltre, Clemente di Roma, Ignazio e Giustino Martire sono tre fonti non canoniche che riportano la morte di Gesù.<ref>Clemente di Roma, 1 ''Clemente'', 7, 12, 21, 49; Ignazio di Antiochia, ''Tralliani'' 9; ''Smirnesi'' 1; Barnaba 5; Giustino Martire, ''Prima Apologia'' 32, 35, 50; ''Dialogo con Trifone'' 47, 108.</ref>
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Ci sono anche più di dieci fonti non cristiane che riportano la morte di Gesù.<ref>Per una lista completa di fonti non cristiane che citano Gesù, cfr. Gary Habermas, ''The Historical Jesus'', College Press, 1996, Cap. 8.</ref> Lo storico romano Tacito (ca. 55-120 d.C.) scrisse verso l'anno 115 che "Chrestus... subì la pena estrema... per mano di uno dei nostri procuratori, Ponzio Pilato... "<ref>Tacito, ''Annali'' 15:44, {{en}}[http://www.perseus.tufts.edu/hopper/text?doc=Tac.+Ann.+15.44&fromdoc=Perseus%3Atext%3A1999.02.0078 Perseus Project Digital Library & Tufts University]. URL consultato 11 giugno 2016.</ref> Lo storico romano ed ebreo Flavio Giuseppe (ca. 38- 97 d.C.) scrisse intorno al 90 d.C. che "Ponzio Pilato [gli] causò [a Gesù] di essere crocifisso."<ref>Flavio Giuseppe, ''Antichità'', 18.3.3. Sebbene questo sia un passo controverso, le dichiarazioni che riguardano la sua morte non sono in discussione. Tutte le citazioni di Flavio Giuseppe e dei primi padri della Chiesa sono presi da ''Christians Classics Ethereal Library''[http://www.ccel.org/] se non diversamente specificato.</ref>
 
Nel 52 d.C. [[w:Tallo (storico)|Tallo]] scrisse, forse prima di Tacito e dei Vangeli, una storia del Mediterraneo orientale. Tuttavia da allora sono stati rinvenuti solo frammenti o citazioni; ma in una di tali citazioni del 221 d.C., Tallo implica che la morte di Gesù fosse connessa ad un 'oscurità del mondo, un terremoto e un'eclisse.<ref>[[w:Sesto Giulio Africano|Giulio Africano]], ''Chronografiai'' (Scritti, XCIII), in {{en}} ''Ante-Nicene Fathers'', cur. da Alexander Roberts & James Donaldson, Eerdmans, 1973, vol. VI, p. 130, citato da Gary Habermas, ''The Historical Jesus'', p. 197. Habermas nota la giusta obiezione che "non ci viene detto specificamente se Gesù sia menzionato nella storia originale di Tallo." Tuttavia sembra probabile che la sua morte fosse conosciuta in tutto il Mediterraneo a partire dalla metà del primo secolo.</ref> Il [[w:Talmud|Talmud]], nella [[w:Mishnah|Mishnah]], descrive la morte di Gesù, riportando: "egli [Gesù] fu appeso alla vigilia di Pesach."<ref>Il Talmud comprende una vasta raccolta di tradizione orale trasmessa nel corso delle generazioni. Tale materiale iniziò ad essere consolidato tra il 135 ed il 200 d.C. La citazione è dal [[w:Talmud babilonese|Talmud babilonese]], trad. di I. Epstein, Soncino, 1935, col. III, ''Sanhedrin'' 43a, 281 e riportata da Gary Habermas, ''The Historical Jesus'', p. 203.</ref>
 
In secondo luogo, la crocifissione era una forma di esecuzione specificamente escogitata per uccidere le sue vittime lentamente e le probabilità che qualcuno sopravvivesse erano molto limitate.<ref>Martin Hengel, ''Crucifixion in the Ancient World and the Folly of the Message of the Cross'', Fortress Press, 1977; William D.Edwards, Wesley J. Gabel, e Floyd E. Hosmer, "On the Physical
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Gabel, Floyd E. Hosmer, "On the Physical Death of Jesus Christ", ''JAMA: The Journal of the American Medical Association'' 255, nr. 11, 1986, p. 1457.</ref>
 
Dopo la flagellazione, la vittima veniva poi messa in croce. Il medico e ricercatore Alexander Metherell<ref>[http://www.globalreach.org/english/images/E1001en_L07.pdf "Three Specific facts"] su ''Globalreac.org''; [http://www.bidstrup.com/apologetics.htm "The Case Against 'The Case for Christ'. A study in Christian apologetics"] di Scott Bidstrup. Cfr. anche riff. nota successiva.</ref> afferma: "La crocifissione è essenzialmente un'agonizzante morte lenta causata da asfissia."<ref>Lee Strobel, ''Case for Christ'', p. 198; William D. Edwards, Wesley J. Gabel, Floyd E. Hosmer, "On the Physical Death of Jesus Christ", p. 1457.</ref> Per le vittime della crocifissione l'asfissia avviene perché i muscoli intercostali, pettorali e deltoidi sono dilatati e impediscono l'espirazione fintanto che rimangono in posizione sospesa. Per poter espirare, le vittime devono spingersi verso l'alto utilizzando i piedi, che sono trafitti da chiodi.<ref>Testimonianze archeologiche di un ossario chiamato ''"Yohanan Ben Ha’galgol"'' trovato nel giugno 1968 ha comprovato l'uso di chiodi durante la crocifissione. Uno spuntone di 18cm è stato rinvenuto nel tallone di una vittima datato verso il 70 d.C. Inoltre, questa scoperta conferma che i chiodi erano utilizzati nelle pratiche di crocifissione, che la rottura delle gambe era eseguita per accelerare una morte, che le vittime erano posizionate in modo che fosse loro difficile respirare. Cfr. N. Haas, "Anthropological Observations on the Skeletal Remains from Giv’at ha-Mivtar", ''Israel Exploration Journal'' 20, 1970, pp.38-59; V. Tzaferis, "Jewish Tombs at and near Giv’at ha-Mivtar", ''Israel Exploration Journal'' 20, 1970 , pp.18-32, citati anche da Gary Habermas, ''Historical Jesus'', pp. 173-175. Inoltre, alcuni sostengono che Gesù fosse legato alla croce e non inchiodato, ma ciò non sembra plausibile perché (1) abbiamo attestazioni ultiple dell'uso di chiodi in Giovanni 20:25 e Atti 2:23 (anche in parte di un sermone antico). (2) [[w:Martin Hengel|Martin Hengel]], ''Crocifissione ed espiazione'', Paideia, 1988, che è considerata un'opera autorevole in materia, cita la descrizione di Flavio Giuseppe che descrive gli ebrei crocifissi in varie posizioni; (3) la legatura delle vittime sulla croce era tipicamente una pratica egizia, cfr. Martin Hengel, ''op. cit.'', pp. 31-33.</ref> Pertanto, i soldati romani, che erano carnefici esperti, sapevano che la vittima sarebbe morta se lasciata in posizione sospesa per un periodo prolungato di tempo. Inoltre, esiste un solo resoconto di uno che sopravvisse alla crocifissione: Flavio Giuseppe riferisce che Tito Cesare avesse permesso che tre amici di Flavio venissero tirati giù dalla croce e assistiti medicalmente il meglio possibile, ma due di loro tuttavia morirono.<ref>Flavio Giuseppe, ''Autobiografia'', Collana Classici greci e latini nr.961, BUR, 1994, p. 75.</ref> Pertanto, risulta evidente che anche coloro che venivano levati dalla croce ancora vivi e curati nel miglior modo possibile, avevano minime possibilità di sopravvivenza.
 
Il procedimento della crocifissione era escogitato per uccidere le sue vittime. Prima di iniziare tale procedimento, veniva somministrata anche la flagellazione per indebolire ulteriormente la vittima. I soldati romani erano esperti di esecuzioni e sapevano come fare il loro lavoro in modo efficace. In base a ciò, quindi, e al relativo metodo di esecuzione, possiamo ragionevolmente concludere che Gesù di fatto morì in croce.
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=== La sua morte provoca lo smarrimento dei discepoli e la perdita di speranza ===
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=== La tomba vuota ===
 
 
=== I discepoli hanno esperienze reali che ritengono essere apparizioni effettive di Gesù risorto ===
 
 
=== I discepoli sono trasformati e disposti a soffrire e morire per fede ===
 
 
=== Giacomo, fratello scettico di Gesù, è convertito quando crede di vedere Gesù risorto ===
 
 
=== Paolo, famoso persecutore della Chiesa, si converte credendo di aver veduto Gesù risorto ===
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=== Questo messaggio di risurrezione diventa centrale nella predicazione paleocristiana ===
 
 
=== La risurrezione è soprattutto proclamata a Gerusalemme ===
 
 
=== La Chiesa cristiana nasce e cresce ===
 
 
=== La domenica viene descritta come il giorno primario di culto ===
 
 
== Conclusione ==
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== Note ==