Filosofia dell'informatica/Teorie filosofiche del digitale: differenze tra le versioni

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Fredkin è un fautore del pancomputazionalismo, una teoria filosofica secondo la quale tutti i processi fisici della natura sono forme di calcolo o elaborazione delle informazioni ad un livello più elementare della realtà fisica. Ne deriva che la natura della realtà non è né materiale, né spirituale bensì è fondata su un'immaterialitá peculiare, che può definirsi informazionale. Il divenire della realtà è dunque concepito come un processo computazionale. Dal punto di vista teoretico, il pancomputazionalismo prende spunto da alcune tra le più importanti concezioni filosofiche del passato: l'atomismo, il determinismo, il meccanicismo, il monismo, il naturalismo, il realismo filosofico, il riduzionismo e l'empirismo scientifico.
 
"Esistono tre grandi domande filosofiche: cos'è la vita? Cosa sono la coscienza, il pensiero, la memoria e simili? Come funziona l'universo? Il punto di vista informazionale le concerne tutt'e tre." <ref>E. Fredkin in R. Wright, Three scientists and Their Gods, cit., p. 9.</ref>
 
I contributi più significativi offerti da Fredkin alla filosofia digitale consistono in queste idee fondamentali: ogni cosa nella realtà fisica deve avere una rappresentazione informativa digitale; tutti i cambiamenti nella natura fisica sono la conseguenza dei processi informativi digitali; la natura è finita e digitale. Perfino la tradizionale visione dell'anima giudaico-cristiana trova la sua controparte statico/dinamica nella visione dell'anima profilata dalla filosofia digitale.
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Gregory John Chaitin nasce a Chicago nel 1947. Figlio di emigranti argentini è considerato uno dei fondatori della filosofia digitale. A partire dagli anni sessanta ha contribuito alla teoria algoritmica dell'informazione che si occupa della complessità dei programmi ed è conosciuto per di più per le sue ricerche sulla complessità algoritmica e per i teoremi limitativi. All'età di quarantotto anni incassa la laurea honoris causa dall'università pubblica statunitense con sede a Oronto, in Maine e nel 2002 riceve il titolo di professore onorario dall'Università di Buenos Aires in Argentina. Al presente Gregory Chaitin è un professore ospite presso il dipartimento di Computer Science dell'Università di Auckland in Nuova Zelanda e presidente onorario della commissione scientifica del Valparaíso Complex System Institute (Cile). Chaitin ha pubblicato molteplici libri e diversi articoli, alcuni di questi reperibili integralmente anche in rete. È stimato come programmatore, come matematico, come fisico e come filosofo digitale.
 
Dopo le tesi di Kurt Gödel, i matematici sono diventati consapevoli del fatto che la loro materia peccava di diverse limitazioni. Gregory Chaitin ha scovato nel simbolo della costante numerica Omega il concetto chiave per confermare l'incompletezza della sua disciplina. Chaitin cercando di calcolare le probabilità che ha un programma informatico generato casualmente di fermarsi (il problema della fermata di Alan Turing) si è reso conto che quel numero è definito ma non può essere calcolato. Omega, evocativamente chiamato anche '''numero di Chaitin''' rappresenta la somma delle probabilità che ha quel programma di arrestarsi.
 
Il computer, afferma Chaitin, è un nuovo meraviglioso concetto filosofico e matematico; un' idea rivoluzionaria, un congegno pratico, capace di modificare la società. A parer di Chaitin l'universo è scritto in un linguaggio informatico e i suoi caratteri sono i bit. Il filosofo mostra una visione moderna dell'idea Pitagorica la quale identifica nel numero il principio di tutte le cose. Tutto è algoritmo. La metafisica permette a Chaitin di giungere con la sua filosofia digitale all'esattezza e all'essenzialità degli oggetti. La sostanza di un oggetto è il suo contenuto di informazione algoritmica. Leibniz architetta il codice binario e Chaitin lo fa elevare a linguaggio dell'universo.
 
===Stephen Wolfram===
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===L'informazione da Norbert Wiener a Luciano Floridi===
Diverso è il contesto storico in cui hanno lavorato, infatti Wiener ha assistito e collaborato alla nascita della rivoluzione. Wiener, coniatore del termine cibernetica, come Alan Turing ed altri ha lavorato con l'incoraggiamento inventivo della seconda guerra mondiale, che senza dubbio, in quanto momento di bisogno, è stata madre di nuove invenzioni. Partendo dal lavoro di un cannone "intelligente", Wiener ha preso buoni spunti che poi ha sviluppato nel periodo post bellico quando è iniziato a nascere il dibattito sull'intelligenza e l'autonomia intellettiva delle macchine. Questo periodo produttivo ha fatto nascere in Wiener i semi della meditazione sulla "'''teoria dell'informazione'''". Da affermato materialista affermò che "'''l'informazione è entropia'''" o meglio che l'informazione, chiave della nuova rivoluzione, "è fisica, ma non è né materia né energia". L'entropia, o meglio il quantitativo di informazione persa, secondo la seconda legge della termodinamica fu rinominato "'''informazione di Shannon'''". Da ciò ne venne che gli esseri viventi sono oggetti informazioni e che l'informazione è sempre in movimento. Il male secondo questa teoria era l'entropia, la perdita di informazioni. Lo scopo dell'uomo é quello, secondo tale teoria, in quanto ente informazionale, di svilupparsi come persona, ovvero di "impegnarsi in differenti modalità del processare informazioni". Nello sviluppare la sua teoria, con una lucida analisi degli eventi Wiener predisse in modo quasi profetico le conseguenze di quello stava creando con i suoi colleghi nel campo dell'informatica. Predisse che le macchine presto avrebbero rimpiazzato gli operai e poi gli impiegati e che presto sarebbero entrate, con le varie veloci invenzioni nel mondo quotidiano. Questa automatizzazione del mondo spaventò fortemente Wiener che fu quasi preso come estremista e catastrofico. ma nel suo mettere in guardi il mondo Wiener si raccomandò di non lasciare mai alle macchine il "potere" di giudicare. Era completamente cosciente che il mondo stava per diventare una società globale alla cui base vige la comunicazione.
 
Quando, negli anni novanta, le visioni di Wiener stavano diventando realtà si affaccia sul dibattito filosofico Luciano Floridi che, di stampo quasi Kantiano col suo '''costruttivismo''', dà una nuova proposta filosofica dell'informazione. Il costruttivismo sostenuto da Floridi crede che il mondo esterno sia inconoscibile e che esso si presenti a noi sotto forma di modelli. Ogni modello è costruito secondo un livello di astrazione. Ogni ente è una struttura di dati e ciò include anche gli esseri umani e tutti gli oggetti informazioni interagiscono in un universo fondamentalmente buono. Secondo l'assunto platonico secondo il quale ogni essere è nella stessa misura in cui è buono, Floridi formula la sua metafisica in una vera e propria '''etica dell'informazione'''. La quale "etica" ha dovuto combattere contro le critiche scettiche verso la definizione di moralità di macchine sprovviste di menti. Floridi dopo aver stabilito che le macchine sono agenti (in quanto interagiscono, hanno autonomia ed adattabilità) le definisce agenti morali in quanto possono produrre bene o male (identificato anche da Floridi come l'entropia) e dopo aver definito la differenza tra imputabilità e responsabilità può concludere estendendo l'etica alle macchine. A causa della differenza storica le due teorie possono sembrare sotto molti aspetti inconciliabili, ma punti di comunione si possono trovare nel fatto che Floridi stesso abbia definito la sua teoria non di opposizione alle altre, bensì complementare, includendo con le annesse contraddizioni anche quella di Wiener. La differenza sostanziale è che Wiener fu considerato da molti suoi contemporanei un visionario, magari anche paranoico, mentre Floridi, pur nella sua analisi brillante, descrive un cambiamento già avvenuto.
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La comprensione di un'informazione può darsi sia da una disposizione dei dati sia da una loro assenza o cancellazione. Tale concetto è assimilabile al fenomeno del "silenzio assenso", dove l'assenza di elementi conoscibili fornisce un'informazione tanto quanto i dati derivabili dall'esistenza di un suono.
 
Il carattere problematico della comprensione di un dato sta nel definirsi "mancanza di uniformità", infatti, citando una frase di [[w:Donald Mac-CrimmonMacKay|Donald Mac-CrimmonMacKay]] "l'informazione è una distinzione che fa la differenza". Questo concetto è esprimibile con un esempio: supponiamo di avere un foglio totalmente bianco e successivamente disegnarvi un puntino. La variazione avuta nel sistema rappresenterà un'informazione rispetto allo stato precedente.
 
I dati possono essere classificati come '''analogici''' (se trasmessi e codificati in una modalità continua) o '''digitali''' (se suscettibili di variazioni discrete, cioè oscillanti tra modalità differenti: questi sono detti anche dati binari poiché il segnale si declina tramite i due valori del bit 0 ed 1). I dati possono inoltre essere primari, secondari, metadati, operativi, derivati.
 
Per quanto riguarda il significato dei dati, se questi vengono considerati semanticamente validi a prescindere dal soggetto che ne potrebbe usufruire, si parla di '''informazione ambientale''' che, a sua volta, può assumere carattere istruttivo, ovvero descrittivo o necessitante di una data azione.
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*[[w:Joseph Weizenbaum|Joseph Weizenbaum]]: informatico del [[W:Massachusetts Institute of Technology|Massachusetts Institute of Technology]], è il creatore di [[w:ELIZA|ELIZA]], un software che simulava una conversazione con uno psicoterapeuta. Questo programma è divenuto famoso come il primo tentativo di riprodurre una conversazione naturale. Weizenbaum approfondì poi gli aspetti filosofici legati alla creazione dell'Intelligenza artificiale scrivendo ''Computer Power and Human Reason'', nel quale espose i suoi dubbi relativamente alla possibilità che dei computer dotati di intelligenza artificiale possano sostituire l'uomo.
*Walter Maner: solo alla metà degli anni '70 alla Old Dominion University viene coniato il termine "etica informatica" per indicare "quel campo dell'etica professionale applicata che riguarda i problemi etici aggravati, trasformati o creati dall'IT" (si fa riferimento tuttavia a tradizioni etiche come quella utilitarista o razionalista. Alla fine degli anni '70 creò un certo interesse per la nuova disciplina inaugurata organizzando numerosi corsi, seminari e conferenze oltre a pubblicare con la collaborazione di Terrell Ward Bynum lo '''Starter Kit In Computer Ethic''', contenente dispense e consigli pedagogici per gli addetti ai lavori. Conteneva inoltre alcune ragioni fondamentali per integrare un corso di etica informatica, un elenco di obiettivi oltre a vaste discussioni su temi come: Privacy, reati informatici fino a trattare temi più complessi come codici professionali o dipendenza informatica.
*[[w:James Moor|James Moor]]: negli anni '80, dopo la progressiva diffusione delle problematiche relative al campo etico, si ebbe un 'esplosione dell'attività dell'etica informatica. Esempi sono ''What is Computer Etics?'', un articolo di James Moor pubblicato nel 1985 sulla rivista "Metaphilosophy", nel quale l'autore definisce l'etica informatica come disciplina che ha a che fare con il "vuoto politico" (come utilizzare al meglio le nuove tecnologie) e la "confusione concettuale". Per Moor uno dei compiti centrali dell'etica informatica è quello di formulare politiche che possano dirigere la nostra azione, in quanto la tecnologia informatica è logicamente malleabile. In questa ottica la rivoluzione informatica si distingue in due momenti: l'introduzione della tecnologia (sviluppo e raffinazione) e la penetrazione della tecnologia (integrazione nelle principali attività umane, arrivando a modificare concetti come il denaro, l'istruzione, il lavoro...).
*Deborah Johnson: con la pubblicazione di ''Computer Ethics'', il primo manuale della disciplina, definisce l'etica informatica con un approccio simile a Maner (filosofia applicata), tuttavia non crede che i computer abbiano creato nuovi problemi, ma solo una rielaborazione di questioni già note.
*[[w:Terrell Bynum|Terrell Bynum]]: nonostante la definizione di Moor sia la più ampia, Bynum propone un approccio che include etica applicata e sociologia informatica coinvolgendone le teorie e concetti: "L'etica informatica identifica e analizza l'impatto della tecnologia informatica sui valori umani e sociali come la salute, la proprietà, il lavoro, le opportunità, la libertà, la democrazia, la conoscenza, ecc.". Progettò inoltre con Maner la prima conferenza internazionale sull'etica informatica, tenutasi nel 1991, che vide convenire partecipanti da 7 paesi e 32 stati degli USA.
*[[w:Simon Rogerson|Simon Rogerson]]: negli anni '90 ci fu una diffusione di interesse per l'etica informatica sopratutto in Europa e Australia, soprattutto grazie a pionieri come Rogerson, fondatore del Centre for Computing and Social Responsibility (CCSR) inaugurando insieme a Terrell Bynum una serie di conferenze internazionali (ETHICOMP). Lo stesso Rogerson ha promosso l'esigenza di una "Seconda Generazione" degli studi sull'etica informatica, fondata sulla costruzione/elaborazione dei fondamenti concettuali e sullo sviluppo dei contesti teorici nei quali possono emergere azioni pratiche, minimizzando gli effetti imprevisti dell'IT.
*[[w:Donald Gotterbarn|Donald Gotterbarn]]: autore dell'ultima stesura del codice di etica e condotta professionale all'ACM per stabilire gli standard di licenza per i progettisti software, ha definito l'etica informatica come una branca dell'etica professionale per la sua applicazione in codici di condotta per gli addetti ai lavori.
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#Controllo dell' accesso alle risorse
 
*''Proprietà del Software'':Un 'altra questione sociale relativa a opinioni comuni sulla totale libertà dell'Informazione o sulla commercializzazione di esse ( per sostenere i programmatori e incentivare la produzione di software di qualità) sottoforma di:
#''Copyright''
#''Segreti di fabbrica''
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===Computer Ethics===
La diffusione così capillare del computer nella vita e nelle attività umane non poteva non chiamare in causa l'etica.
 
Il primo scienziato a riflettere sugli aspetti etici e sociali legati ai computer è stato Norbert Wiener, padre della cibernetica. La prima volta che fu usato il termine ''computer Ethics'' fu nel 1978, quando Walter Maner la definì come il campo di indagine che affronta i problemi etici creati, trasformati o aggravati dall’information techonology. Si arriva cosi al 1985, considerato l’anno di fondazione della Computer Ethics intesa come disciplia.
 
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Per avere un quadro esaustivo degli aspetti dell’informazione trattati dalla Computer Etics, si può fare riferimento alla mappatura proposta da Norberto Patrignani, che li colloca su diversi livelli, da quelli più fisici fino alla noosfera, la sfera delle idee.<ref>Ovviamente, come tutti i modelli, esso rappresenta una semplificazione della complessità del mondo reale.</ref> I livelli verticali rappresentano le diverse aree della realtà potenzialmente influenzate dai computer (dal pianeta al mondo delle idee come detto prima); i domini orizzontali, invece, rappresentati da ellissi con dimensioni approssimativamente proporzionali alla loro importanza, costituiscono una panoramica delle principali aree di criticità o di attenzione della Computer Ethics.
 
Le questioni identificate con la computer Ethics possono essere affrontate a livello individuale, professionale e sociale. Un ruolo speciale spetta ai computer professional, nella definizione dei loro codici etici di condotta e nel fornire, al pubblico in generale ed ai decisori pubblici, tutte le informazioni sulle potenzialità, sui rischi e limiti delle tecnologie dell’informazione. In italia, ad esempio, diverse università hanno introdotto corsi di Computer Ethics, il che contribuirà alla formazione di figure esperte e capaci valutare con attenzionele implicazioni sociali ed etiche della tecnologia dell'informazione.
 
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David Weinberger (New York,1950) è un filosofo e scrittore statunitense.
 
Il suo lavoro è incentrato sul modo in cui Internet sta cambiando le relazioni umane, la comunicazione e la società. Autore di numerosi saggi, ha pubblicato "La stanza intelligente", un libro destinato a lasciare il segno ridefinendo il concetto classico di intelligenza e il suo ruolo all'interno di un mondo sempre online. «Quando la conoscenza entra a far parte di una rete, la persona più intelligente della stanza è la stanza stessa: la rete che unisce persone e idee presenti e le collega con quelle all’esterno». Con queste parole nel prologo del suo libro l'autore sintetizza la sua visione della conoscenza ai tempi del web.
 
Il sapere, fino a pochi anni fa trasmesso su un supporto rigido e dai confini ben definiti come la carta stampata, per la prima volta nell'epoca di Internet è alla nostra portata in modo pressoché illimitato. Nella stanza in cui siamo riuniti (Internet), dove le fonti non sono certe e nessuno è mai d'accordo su nulla, circola molta più conoscenza di sempre, gestita con capacità superiori a quelle delle nostre singole menti e istituzioni, eppure Internet non ci rende più stupidi; al contrario, questa conoscenza sempre a disposizione, ci consente di prendere decisioni migliori di quelle di un qualunque esperto. L'importante è sapere come muoversi al suo interno.