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{{Guida maimonidea}}
[[File:Pe'er ha-dor.jpg|thumb|250px|left|Frontespizio del ''Pe`er ha-dor'' di Maimonide, raccolta di ''responsa'' tradotta dall'arabo all'ebraico da Mordecai Tammah e pubblicata ad Amsterdam (1765)<ref>Il titolo della raccolta significa "Gloria della
Nel precedente capitolo abbiamo esaminato le due possibilità di interpretazione dell'opera maimonidea ''Mishneh Torah''. Ma quale di queste due differenti possibilità adottò Maimonide, quella moderata o quella radicale? Le differenze sono drastiche: si avvalse di quella moderata o di quella radicale?
Lo scopo del Talmud allora è l'istruzione della ''halakhah'' pratica. La disputa talmudica è un prodotto secondario dello sforzo di chiarire la ''halakhah'', e la ''Mishneh Torah'', come libro della ''halakhah'', raggiunge tale scopo in un modo chiaro e focalizzato. Poiché l'impegno nel dibattito talmudico non è di per se stesso un fine da seguirsi, la ''Mishneh Torah'' rimpiazza la letteratura talmudica come strumento più utile nel raggiungere il fine chiarificatore.<ref name="Halbert"/><ref name="Good"/>
In un
{{q|Ho già ricevuto una comunicazione dai saggi di Francia e altri a loro nome, stupiti da ciò che è stato fatto e chiedendone il tutto, nella sua interezza; è si è già diffuso fino ai confini del mondo abitato. E quello che ci hai detto su coloro che non l'accettano come dovrebbero — ciò accade nel mio tempo, ma in futuro, quando gelosia e voglia di dominare finiranno, tutta Israele sarà soddisfatta solo [della mia opera] e senza dubbio metterà da parte tutto il resto, eccetto quelli che vogliono qualcosa per passare i giorni senza combinar niente.|''Ibid.'', pp. 301-302}}
Maimonide vede la penetrazione della ''Mishneh Torah'' nel mondo francese come un chiaro segno della sua accettazione dilagante, poiché la comunità francese non è come quella sua domestica in cui il supporto per Maimonide è dato per scontato. Suona familiare il resoconto della diffusione del trattato fino ai confini del mondo abitato e la visione della sua trasformazione ultima, agli occhi di tutto Israele, come
{{q|Non studiar niente eccetto gli ''halakhot'' del Rabbino (Isaac Alfasi), di benedetta memoria, e confrontali con la compilazione [''Mishneh Torah''], e se incontri una disputa, sappi che l'esaminazione del Talmud l'ha provocata, e ricerca [nel Talmud] dove sia avvenuta. Ma se perdi tempo sui commentari e l'interpretazione dei dibattiti nella ''Gemara'', e quelle cose messe da parte per la loro pesantezza — sprecherai il tuo tempo e concluderai ben poco.|''Ibid.'', p. 312}}
La succitata posizione di Maimonide può essere supportata su base esegetica generale. Delle due chiare alternative che Maimonide suggerisce, è lecito assumere che favorisca quella radicale ma anche che la voglia celare. Altrimenti, perché avrebbe dovuto intimare una tale possibilità? Una simile impostazione è stata proposta in connessione alla ''Guida'', come si vedrà in seguito, e si presta ad uguale applicazione anche alla ''Mishneh''.<ref name="Halbert"/> Ma nel caso di quest'ultima, la cosa deve essere formulata in una maniera molto più complessa. Come specificato precedentemente, l'autorità della ''Mishneh Torah'' non deriva dalla rinomanza istituzionale del suo autore, poiché Maimonide mancava di una qualsiasi autorità istituzionale plenaria. Come la regola del riconoscimento applicata da Maimonide al Talmud, la trasformazione della ''Mishneh Torah'' in vera e propria ''halakhah'' dipende dalla sua diffusione e accettazione da parte dell'intero popolo di Israele, dovunque esso sia disperso. Dalla collocazione di Maimonide nel tempo, egli non poteva dichiarare che la sua composizione costituisse ''halakhah'' e rimpiazzasse la letteratura precedente — non perché necessitasse di nascondere tale presunzione, ma perché natura e carattere dell'opera dovevano ancora essere determinate ed erano soggette a forze al di là del controllo assoluto di Maimonide stesso. Secondo questa lettura, Maimonide voleva che la sua composizione fosse ''halakhah'' di per sé e servisse, in futuro, come sostituto della letteratura halakhica precedente. Ma a causa del suo proprio concetto di autorità, la notorietà del libro ed il suo stato sarebbero stati determinati da circostanze esterne al libro stesso. Se si diffondeva ed era accettato, allora sarebbe proprio diventato ''halakhah'' e rimpiazzato il materiale halakhico precedente; sennò, il significato nascosto sarebbe stato perso, e l'opera sarebbe semplicemente rimasta una magnifica rappresentazione della ''halakhah'' che meritava di essere considerata per l'importanza del suo autore. Sarebbe servita come riassunto accessibile e trasparente della precedente letteratura halakhica.<ref name="Halbert"/><ref>Jacob Levinger, ''Maimonides’ Techniques of Codification; a Study in the Method of the Mishneh Torah'', Gerusalemme, 1965 (in ebr.)</ref>
Si potrebbe asserire che l'ambiguità relativa al significato della composizione come la formula Maimonide sia basata su questioni più profonde della dipendenza della sua autorevolezza su circostanze storiche future che ne determineranno il fato. Il divario tra le due possibili letture non crea solo una differenza significativa riguardo al carattere dell'opera. Ciascuna delle due possibilità rappresenta anche un concetto differente dell'autore, la sua stima, e la sua autorità; ed uno può quindi proporre che tale ambiguità apre una finestra sulla complicata posizione dell'autore rispetto a se stesso. Secondo l'impostazione radicale dell'opera, Maimonide intendeva, con un unico e possente atto letterario, trasformare
La storia della letteratura include situazioni in cui il significato di un libro resta elusivo e persino le posizioni fondamentali dell'autore non risultano palesi. Tale è il caso della ''Guida dei perplessi''. Ma la natura incerta della ''Mishneh Torah'' presenta un caso inusitato: la alternative esegetiche riflettono non solo le posizioni dell'autore ma anche la sua propria immagine personale ed il grado di influenza e potere che si assume e si attribuisce. Maimonide era conscio di avere una rare missione storica, e mai si sottovalutò o sminuì il proprio valore. Ma sembra opportuno dire che la differenza tra i tipi di autoconsapevolezza impliciti nelle due letture discusse sopra (moderata/radicale) danno adito a conflitti interni e di principio sul suo status e ruolo. Se è così, allora la domanda "cos'è la ''Mishneh Torah''?" non è soltanto difficile da rispondere; è una domanda che mai avrà una risposta definitiva perché l'autore stesso è ambivalente in merito. Tutto ciò che possiamo fare è formulare la domanda "cos'è la ''Mishneh Torah''?" e rivelare la sua ambivalenza fondamentale come opera enigmatica celata sotto un mantello ingannevole di chiarezza e trasperenza generali.<ref name="Halbert"/><ref name="Isadore"/>
==Note==
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