Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Italia: Armi: differenze tra le versioni

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Il sistema Skyguard è se non altro mobile e può scegliersi le posizioni in cui 'vedere' il panorama; ma lo Spada è invece legato agli aeroporti, che sono ovviamente sistemati in territorio pianeggiante e quindi, in posizione 'dominata' da alture e quant'altro. In campagna vi sono colline e boschi, in città gli edifici, in ogni caso la copertura è limitata alle basse quote e non c'é modo di ovviarvi con i sistemi originali. Lo Spada 2000 ha invece introdotto un radar più piccolo e su di un 'mast' elevabile di 13 metri, giusto come nel caso del diffuso radar svedese Giraffe, ovviando finalmente al principale problema dello Spada<ref>[http://www.army-technology.com/projects/spada pagina di Armytechnology.com]</ref>. In realtà si sarebbe potuto fare già così se si fosse eventualmente accettato un radar meno potente ma più leggero, oppure se tatticamente si fosse adottato un qualche tipo di struttura a traliccio (alta almeno 20-30 metri e disponibile anche per i radar di tiro), o il tetto di un edificio o qualche sorta di collina artificiale o naturale, ma questo non è stato fatto e così anche un sistema d'arma potente è rimasto pericolosamente vulnerabile. Considerando che l'Aspide ha una portata minima di circa 1,5 km (teoricamente 750 metri, ma questo vale per l'attivazione dell'arma di per sé, e non per la capacità di manovrare e colpire anche obiettivi a bassa quota), che il tempo di reazione è definito come 'meno di 15 secondi'<ref>Igino Poggi, l'Aeronautica Militare, Edizioni monografie, 1983</ref> e che i lanciamissili saranno ad una certa distanza dal radar principale, in pratica un aereo a 900 km/h abbisogna d'esser scoperto ad almeno 5-6 km per dare all'arma una possibilità di intercettazione (una seconda la si ha con il secondo missile, lanciabile non prima di 2-3 secondi). I missili Aspide hanno il vantaggio d'avere una guida semi-attiva, il che significa che non devono essere guidati sul bersaglio, ognuno può trovarlo da solo e quindi si possono lanciarne parecchi e in rapida sequenza. Ma, come i Sudafricani dimostrarono in Angola (e i Britannici/Argentini alle Falklands), il volo a bassissima quota riduce quasi a zero la distanza pratica entro cui avvistare un bersaglio, anche con le migliori tecnologie<ref>a suo tempo, divennero celebri le schermaglie tra i costruttori di missili francesi e quelli britannici, vedi Armi da guerra, fascicolo 24 'gli aerei imbarcati moderni'</ref>. Affidarsi ad un sistema potente, ma che prevede un unico radar (soggetto a limitazioni nel campo visivo, per esempio dagli hangar dello stesso aeroporto), disturbabile o distruggibile tramite un missile ARM, è quindi per molti versi inefficiente rispetto ad un numero maggiore di sistemi a corto raggio, ma a pronta reazione e comprabili in numero tale da coprire ogni angolo morto del settore difensivo (ogni lanciamissili Roland o Rapier ha il suo proprio sistema di ricerca e controllo del fuoco, per esempio). Di buono c'é che gli Aspide sono armi ogni-tempo, ma questo non impedisce i limiti delle stesse in caso di azioni diurne, quando gli aerei possono volare in maniera del tutto libera, scendendo a quote più basse di qualunque sistema di navigazione automatico (tipicamente limitato a non meno di 60 metri, vedi Tornado e F-111), tanto che per i Sudafricani era standard scendere a circa 15 metri di quota, passando praticamente sotto ogni cortina d'avvistamento radar terrestre<ref>'Impala sul bush', JP-4 gen. 1990, tra gli altri</ref>. Infine, la potente testata ha una spoletta di prossimità a lungo raggio, che può esplodere facilmente in anticipo se vola troppo vicino ad ostacoli di terra (questa è una delle ragioni per la quale molte armi a corto raggio come Rapier e Stinger non hanno alcuna spoletta di prossimità, ma solo ad impatto).
 
Un'altra questione è l'eventuale capacità anti-missile. Non è chiaro quanto l'Aspide sia efficace in questo ruolo. Benché il tipo ALBATROSS sia senz'altro un'arma evoluta ed efficace, largamente automatizzata nella funzione di tracciamento-scoperta, è un fatto che nella MM non lo si consideri del tutto soddisfacente come arma anti-missile, dato che le unità sono in genere anche dotate di 2-4 sistemi Dardo o Super Rapido da 40 o 76,2 mm, specifici per la difesa anti-missile. Un argomento più complesso della semplice azione contro i missili antinave subsonici è la difesa contro armi iperveloci, come i missili HARM oppure ordigni d'attacco (anche nucleare) come il vecchio Blue Steel britannico o gli AS-4 o 6 sovietici/russi. Non è chiaro quali capacità abbia l'Aspide contro bersagli supersonici, sia in volo grossomodo orizzontale che in picchiata. Dovrebbe essere almeno capace di sparare una salva, ma tutto dipende dalla portata verticale del radar. Abbiamo visto come il PLUTO abbia un' alzo dell'antenna molto ridotto e non è chiaro di quanto possa 'vettorare' il fascio verso l'alto, essendo questo un quesito di poca importanza per un sistema specifico per le basse quote (specie nel tipo modificato per lo SPADA), per cui la possibilità di colpire bersagli arrivanti ad alto angolo resta piuttosto aleatoria, visto che non era nei requisiti originali. In questo senso, per aiutare a capire la questione giova ricordare che anche il radar francese ARABEL (associato ai missili ASTER-15) ha una portata in elevazione non superiore a 70°, pur guidando missili ben più prestanti (l'EMPAR italo-britannico è invece capace di elevazioni maggiori, ma è molto più grosso e pesante). Quindi l'Aspide superficie-aria, almeno nei tipi terrestri, dovrebbe essere essenzialmente capace di intervenire solo contro bersagli in volo grossomodo orizzontale o comunque a basse quote di volo. Non sono noti esempi di test condotti contro bersagli di tipo diverso da questo classico tipo di ingaggio. Ad ogni modo, nessuno ha mai pubblicizzato l'Aspide superficie-aria come avente capacità anti-missile, il che non significa che non ne abbia, ma che semplicemente non è un sistema particolarmente efficace in questo senso. La cosa è indirettamente confermata anche dalla richiesta fatta dall'AM (nei primi anni '90) per un sistema d'artiglieria contraera ravvicinata, destinato ad integrare i missili nella difesa degli aeroporti, requisito che a quanto pare è stato poi lasciato cadere per carenza di fondi e scarso interesse nel dopo-Guerra fredda.
 
Nell'insieme l'Aspide è un sistema costoso, nella versione terrestre circa 50 mld per batteria all'inizio degli anni '80. L'onere, stimato al 1992, era di 963 mld per 23 sezioni di fuoco (non batterie, quindi, ma coppie di lanciatori e un radar), mentre per l'Aeronautica erano stati previsti addirittura un totale di 20 batterie in tre lotti, ma poi sono state ridotte a 12, seppur con un costo di 2.048 mld<ref>Po, Enrico, op.cit, 1992</ref>. Per le navi c'é convenienza perché non c'é null'altro di disponibile nella categoria, ed esse sono un bersaglio molto pagante e molto costoso (centinaia di mld l'una), ma nei sistemi terrestri non c'é alcuna univocità nella concezione della difesa aerea, e ci sono molte possibili vie per attuarla. Quella maggiormente percorsa è quella di sistemi piccoli, economici e mobili, accoppiati a sistemi ben più grandi e pesanti per la difesa strategica, come la triade olandese Stinger/Bofors/Patriot.