Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Unione sovietica-9: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
FrescoBot (discussione | contributi)
m Bot: carattere invisibile LTR e modifiche minori
Riga 7:
 
[[File:Osa-I_class_Project205_DN-SN-84-01770.jpg|320px|right|]]
Per risultati migliori era già stato realizzato un progetto ben più potente, il 205. Questo era il tipo '''Osa''' (vespa). Mentre le 'Komar' erano in termini di dislocamenteo unità modeste, da circa 60 t (in questo si può dire che le uniche altre unità così piccole erano le 'Sparviero', aliscafi missilistici in servizio nella MM e poi anche nella Marina giapponese), le 205 erano navi più marine, con stazza triplicata e lunghezza dello scafo di circa 40 m, sagoma bassa e compatta, 4 missili e 2 torrette di nuovo tipo, radar-guidate, del tipo AK-230, in calibro 30 mm. Erano presumibilmente le prime CIWS del mondo e vennero pensate per un impiego del tutto automatico. Nel 1957-70 Leningrado, Vladivostok e Rybinsk realizzarono oltre 400 navi, esportate in 22 Paesi e prodotte anche dai Cinesi in oltre 100 esemplari, come degni successori delle 'Hegu'. Queste navi dimostrarono la loro validità nella guerra del 1971, quando intercettarono, come vera e propria task force navale e non come batterie galleggianti costiere, varie navi pakistane, tra cui il caccia Kheyber, affondato con due missili a segno; per poi attaccare direttamente Karachi distruggendo varie navi e serbatoi di petrolio. In tutto, ben 11 missili su 12 lanciati in varie notti di attacchi fecero centro.
[[File:JSC_Zvezda_M503_l.jpg|250px|left|thumb|Il potente motore diesel delle Osa era di configurazione stellare, similmente ai tipi aeronautici degli anni '30]]
Come si vede, la percentuale di colpi a segno era stata sottovalutata: per affondare un caccia di vecchio tipo (ma all'epoca c'era poco da scegliere, anche le nuove navi erano in genere prive di ECM) poteva bastare una 'Komar' e bastava e avanzava una 'Osa'. I Sovietici, del resto, avevano stimato che per ottenere lo stesso successo di tre flottiglie di 'Komar' ne bastavano due di 'Osa', ciascuna costituita da 3 navi. Questo significava solo 6 navi contro ben 18. Ciò comportava una semplificazione della coordinazione delle operazioni in mare, agevolate anche dalla migliore dotazione elettronica e qualità nautiche delle Pr. 205. Ecco perché, al dunque, esse erano così ben considerate: il rapporto costo efficacia e le possibilità di sopravvivenza erano superiori rispetto alle precedenti 'Komar', così come l'utilizzabilità anche con mare grosso. Infatti si trattava di navi dalle migliori doti nautiche, con i lanciamissili meglio protetti dagli effetti delle grandi ondate, pericolose per i missili delle 'Komar'.
Riga 27:
L'apparizione di queste unità era un rebus per la NATO perché non se ne capiva la distribuzione e il senso, infatti erano meno avanzate e più piccole delle precedenti Nanuckha. Ma queste erano corvette concepite con criteri diversi e non dei successori delle 'Osa'. Il loro armamento era la ragione dell'aumento della stazza e delle dimensioni. I missili SS-N-11 (designazione NATO) erano i P-21 e 22, versioni radar e IR del precedente P-15 e 20. Questo missile, noto anche come SS-N 2C, aumentava la massa a 2,5 t e la lunghezza, ottenendo una portata di ben 80 km. Era grossomodo la versione di superficie dell'SS-N-7 lanciato dai sottomarini 'Charlie' (P. 670). La lunghezza di 6,5 m e il diametro di 75 cm, la solita testata da ben 500 kg erano chiaramente diversi dai piccoli missili occidentali, ma come questi, il nuovo sistema aveva dei miglioramenti sopratutto nell'intelligenza artificiale. Ergo, un nuovo sistema di guida consentiva di scendere molto di quota: anziché 120-250 m, difficili da considerare 'a volo radente', il missile era in grado di viaggiare a 25-30 m, il che riduceva anche molto l'evidenza del suo grosso motore a razzo, che era ben visibile all'IR e al visibile (la vampa del motore e la scia); non solo, ma in avvicinamento finale poteva scendere fino a 2,5 m, mettendo in crisi anche molti sistemi d'arma difensivi delle unità NATO, spesso inefficaci sotto i 15-30 m. Il suo sistema di guida era soddisfacente, essendo un tipo radar avanzato resistente alle ECM oppure uno del tipo IR.
 
Ma erano i cannoni la differenza che giustificava l'aumento di stazza: la torretta a prua, in assonanza ai tipi occidentali armati di cannone OTO (o anche di Bofors da 57 mm) era armata con un nuovo cannone, l'AK-176, il primo pezzo super-rapido in questo calibro arrivando ad almeno 120 c.min ed essendo efficace (tirando in media una ventina di colpi per ingaggio) anche contro i missili antinave, anche perché, differentemente dai pezzi sovietici da 57 mm, era capace di sparare anche proiettili con spoletta di prossimità. L'alzo era tra -10 e +85°, il brandeggio di 326° complessivi, limitato solo dalle sovrastrutture e dai lanciamissili ai loro lati. La gittata arrivava a 15,7 km e c'erano 152 colpi disponibili del tipo HE e contraerei. Essi sono meno pesanti dei tipi occidentali, 5,9 vs 6,3 kg, ma sono sparabili a ben 980 m.sec anziché circa 900. Vi sono modalità di sparo sia comandate con il radar Vympel MR-123, che con il mirino della torre in controllo locale; per questo essa è più grossa della OTO, avendo conservato il posto di combattimento per un cannoniere (peso totale 10 t circa vs 7,5). Per la difesa CIWS vi sono anche due torrette AK-630 da 30 mm con raffreddamento ad acqua, cadenza di 5.000 c.min e alzo tra -18 e +88°, con riserva di 2.000 colpi e campo di tiro di 180°. Sistemate dietro il fumaiolo, sono dirette dal radar di tiro anteriore (non esiste un radar specifico per loro), il tipo noto come 'Bass Tilt' (il precedente Drum Tilt era invece in un'alta piattaforma poppiera, controllando da lì entrambe le torrette dato che era capace di un arco di visione comunque elevato). Vi sono poi anche SAM, che nell'ambito delle limitate capacità di carico sono costituiti da missili Strela-2M o -3M, figli dell'OKB di Nepobedimy; lo Strela 3M raggiunge distanze tra 500 e 5.000 m, altezza tra 10 e 3.500 m e sensore refrigerato, con capacità ECCM e anche ingaggio contro bersagli in avvicinamento. Vi sono due lanciatori quadrupli a poppa, piuttosto compatti, che sono dotati di 16 missili, metà pronti al lancio e metà in riserva. Dietro, nella poppa a specchio, vi sono gli scarichi delle turbine. I sistemi elettronici sono un radar di scoperta, uno per navigazione, uno per il controllo del tiro, sistemi IFF, EW e comunicazioni. Le 'Osa' erano meno armate e meno equipaggiate, sopratutto però nella guerra del Kippur le navi arabe erano prive dei sistemi di disturbo che avrebbero causato problemi di tecnologie se fossero caduti nelle mani israeliane. Così invece, furono le 'Osa' ad andare a fondo per la loro mancanza. Molto meno diffusi dei precedenti tipi, le 'Tarantul' (nome NATO) ebbero 23 ordini per la Marina sovietica, più quelli del Progetto 1241IRE per l'export, per la DDR, India, Romania, Bulgaria, Yemen e Polonia (nel periodo 983-92).
 
[[File:Pr.12411M2.jpg|380px|right|]]
In seguito l'evoluzione vide nella sala macchine prodiera due motori diesel M-510 da 5.000 cv a 2.000 giri/min (sono motori da ben 56 cilindri, radiali: un qualcosa di ben diverso rispetto ai tipi occidentali che al massimo arrivano a 20), quelli usati per le 'Osa'; il motore CODAG consente così una velocità inferiore, 41 nodi, ma l'autonomia aumentava del 50%, a 2.400 miglia. Era vantaggioso, sopratutto alle andature di crociera, inadatte per la resa termodinamica delle turbine. Questa era la 'Tarantul II', mentre la 'Tarantul III' ebbe i missili antinave di nuova generazione. Costruita a Leningrado dal 1981, sostituiva i missili Styx con i nuovi e formidabili ZM-80, ergo gli SS-N 22 in una versione specifica per risultare compatibile con le piccole navi d'attacco. Progettato dal Raduga OKB (capo progettista I. S: Seleznev), è un'arma da 3,950 t con testata bellica di 300 kg e gittata di 120 km, ma sopratutto, grazie al motore a statoreattore, permette di attaccare a velocità di circa mach 2, attaccando a velocità anche maggiori. Vola ad appena 20 m di quota, ma nella fase finale d'attacco arriva ad appena 7, inoltre può anche manovrare ad S per evitare di essere inquadrato troppo facilmente. La sua velocità è tale da renderlo quasi inintercettabile persino da sistemi difensivi come l'AEGIS e può spezzare in due una nave colpita grazie ad un'energia cinetica circa 20 volte maggiore rispetto a quella di un Exocet (2 volte la velocità e 6 la massa, pari a qualcosa come 845 MJ, circa 2 carichi di proiettili di un M1 Abrams). Le dimensioni sono abbondanti, 9,385 m di lunghezza e 1,35 di diametro, per cui non è certo un missile di ridotta 'evidenza' radar e IR, ma essendo dotato di motore a statoreattore (progettato dall'OKB-670 di MM.Bondariuk e poi rifinito dall'Ufficio Soyuz di Turayevo) emette meno calore dei tipi a razzo e non ha tracce di fumo apprezzabili, un grosso vantaggio tattico. Il radar attivo-passivo permette attacchi anche in condizioni difficili e si stima una percentuale di successo che arriva fino al 99%, un po' meno contro convogli e mezzi anfibi (forse per la vicinanza della costa). I missili sono capaci di distruggere un caccia con 1,2 testate oppure una nave da carico da 20.000 t con 1,5 testate, ma questi, al solito, sono numeri buoni per le stime: del resto, bastò un Exocet per distruggere lo Sheffield e con il Moskit non c'è problema nemmeno se la testata resta inesplosa, dati gli effetti disastrosi che causa in ogni occasione in cui centra il bersaglio. Quanto alle navi, le 5 unità della DDR presenti nel 1989 furono attentamente esaminate e due portate negli USA per valutazioni alla fine del 1991. I missili, invece, non erano così facili da reperire; e se ben 190 Styx vennero mandati negli USA come armi-bersaglio, i missili SS-N-22 (in realtà una vera famiglia, tra cui il tipo più recente e leggero era il Moskit), non erano disponibili; gli americani cercarono disperatamente di impossessarsi dei suoi segreti già negli anni '80, e negli anni '90 chiesero ai russi di cedergli pochi missili per i test con il sistema AEGIS, sperando ovviamente di mettere le mani sulle tecnologie di questi missili in versione 'bersaglio'.
 
Più recentemente le navi russe erano state sviluppate in varie versioni evolute: i progetti 12417, 12418 12421. Questi erano meglio armati e capaci rispetto ai tipi della Guerra fredda: la prima aveva il sistema Kasthan CIWS, per portate fino a 8 km; la seconda ha i missili Uran, la terza è la versione export della Tarantul III. La più interessante si è rivelata la 1418. Essa ha un sistema missilistico del tutto diverso, il primo antinave simile a quelli occidentali. È il prodotto dello Zvezda DB ed è noto come Kh-35 Uran, ma sopratutto come 'Harponsky'. Simile all'arma americana a cui si sarebbe ispirato (pare che certe tecnologie sono state rese reperibili dopo la caduta dello Sha di Persia, ma è tutto da dimostrare in concreto), è un missile di piccole dimensioni, dalle capacità e dall'aspetto non particolarmente impressionanti. Ma è un missile 'onesto', pesante poco oltre 600 kg e capace di volare a velocità di 240 m.sec, in attacco fino a 300; la portata così è di circa 130 kg, e siccome la velocità è subsonica, il motore è un efficiente turbogetto e la testata è pesante appena 145 kg, è possibile contenerne le dimensioni in 4,4 m di lunghezza. Sopratutto è possibile costruire questi missili a costi ridotti e alla metà degli anni '90 erano in vendita a prezzi pari a circa un terzo di quello degli Harpoon. Magari meno avanzati di questi ultimi, con una testata meno potente (ma ancora sufficiente) e una gittata leggermente maggiore di quella dei primi BGM-84, sono missili poco ingombranti. Possono essere così ospitati in 4 fasci di 4 tubi di lancio l'uno, per un totale di ben 16 armi, ciascuna capace di distruggere una nave di medie dimensioni. Così è molto più economico l'uso di queste armi, che sono più leggere dei Moskit e adatte per la maggior parte delle evenienze, nonché meno costose, presumibilmente, anche in un rapporto di superiorità numerica di 4:1. Essendo così numerose, è possibile lanciarne 4 al posto di ciascun Moskit e sebbene più facili da abbattere, sono abbastanza numerose da avere comunque ottime possibilità di colpire, anche perché nella fase di crociera volano basse e in attacco scendono fino a circa 3 metri di quota, mentre la traccia, sia IR che radar, è grandemente inferiore rispetto a quella dei super-missili della famiglia Moskit/Sunburn, per cui sono sì più lenti, ma ben più difficili da localizzare. I CIWS, poi, sono sì capaci di colpire uno- due missili (talvolta anche supersonici), ma non c'è modo di assicurare la difesa contro ondate di 4-8 ordigni.
Riga 44:
L'armamento si caratterizzava per la presenza di 2 cannoni da 85 mm in una torre binata, che per le navi sovietiche della categoria era una notevole innovazione (per la difesa antiaerea); questo assieme ai più tradizionali 4 pezzi da 130 mm in torri B-2LM, e a 7 armi da 37 mm. Il tutto era completato da 10 siluri da 533 mm (2 lanciatori quintupli) e 52 cariche di profondità in alternativa a 60 mine (era ovviamente possibile anche un 'mix' di entrambe). Questi caccia postbellici erano l'evoluzione del Progetto 30 'Ognevoy' (da cui il 'Bis' della denominazione), ingranditi per migliorare la tenuta al mare e l'autonomia. Erano prodotte in serie con l'allestimento di 101 moduli prefabbricati, cosa che consentiva di sveltire la loro realizzazione. Ne andarono 16 alla Flotta del Baltico (costruiti dai cantieri Zhdanov), 18 per il Mar Nero (Nikolaev), 18 per la Flotta del Nord (Severodinsk) e 17 per il Pacifico (Komsomolsk). Inoltre 6 vennero ceduti alla Marina egiziana, 7 a quella Indonesiana e 2 ex-Flotta del Baltico per la Polonia. La radiazione nella marina dell'URSS avvenne nel 1965-84. Navi ragionevolmente moderne ed efficaci, vennero ampiamente usate come una sorta di 'Gearing' sovietici, ma senza batteria di cannoni pienamente doppio ruolo come le navi americane. La cosa poteva non andare bene per le esigenze legate alla guerra moderna, e in particolare alla necessità di difendersi al meglio dagli attacchi aerei; ma se non altro erano cannoni più potenti nel tiro anti-superficie, con una lunga gittata (circa 10 km maggiore delle navi americane e occidentali in generale), nonché una granata assai pesante.
 
Questo cannone era il 130/50 mm B13 Mod 1936, nato dal 130/45 del 1929, installato sui sottomarini, che doveva raggiungere le prestazioni del Mod 1913 da 55 calibri. Questo pezzo da 5,1 pollici nacque come progetto della Vickers, modificato per usare sacchetti di cariche anziché bossoli. La Obukhov costruì 147 armi fino al 1917, altri 100 vennero ordinati alla Vickers direttamente. Queste armi erano potenti al punto che la RN pensò di metterne in servizio alcune, ma sarebbe stato un altro calibro da supportare logisticamente e così non se ne fece nulla. Nel 1941 c'erano oltre 100 armi disponibili. Erano armi lunghe 7,15 m e pesanti fino a 5,29 t, con una cadenza di tiro di 5-8 c.min. per proiettili da 33,5 kg tipici, ma c'erano tante versioni: SAP, HE, HE-FRAG, AA, Shrapnel, illuminanti, persino proiettili ASW, che avevano una carica di 6,58 kg anziché 2,7-3,65 kg come gran parte delle altre. La v.iniziale era di 861 m.sec (le ASW appna 237,7) e la gittata arrivava a 15-20,3 km (3 per le ASW).
 
I Mod. 1936 erano invece stressati con una potenza tale, che la vita utile calava da 300 a 130 colpi. Nel '41 c'erano 378 armi in servizio, nel frattempo la profondità delle righe era aumetantata per dare una più lunga vita utile. La produzione arrivò fino al 1954. La versione B-2U venne progettata come arma a doppio ruolo, anche contraerea. Era una buona arma, ma con dei problemi di funzionamento della culatta, che non pare funzionasse molto bene. Il peso dell'arma era di 5.070 kg e la lunghezza di 6,58 m, cadenza di 6-10 colpi per il tipo singolo, 12 per quello binato (per ciascun cannone). I proiettili erano simili o uguali all'altro, pare vi fosse anche un proiettile 'antiradiazioni' (antiradar?) senza tuttavia carica interna. L'AA avea 2,12 kg di esplosivo, la ASW 6,46 kg, illuminante 30 gr, HE 2,71 kg, HE-FRAG 3,58 kg. V.iniziale 823 m.sec (SAP), HE (870 m.sec), ARM (750 m.sec). Vita utile della canna 130 colpi. Gittata: 20,3 km a 45°, con rigatura media 25,5 km, con quella profonda 25,6 km. Il peso dell'affusto B-2LM era di 49 tonnellate, con un rateo di alzo e direzione di quasi 10°/sec. Questi cannoni vennero usati anche in vari monitori, con peso aumentato a 83-90 t, per una maggiore protezione.
 
Quanto ai siluri, i 53-51, in servizio dal 1951, pesavano 1.875 kg e portavano una carica di 300 kg a 51 nodi/4 km, o 8 km a 39 nodi.
Riga 78:
 
----
Quanto ai Progetto 61 '''Kashin''', questi nuovi caccia missilistici vennero costruiti dai cantieri Kommunara Zadov, Nikolayev in 20 esemplari. Uno venne esportato in Polonia e 5 in India.
 
Navi in servizio dal '64, ne restano ancora 6 in attività. Dislocamento 3.400-4.390 t, dimensioni 144x15,8x4,6 m, 4 M8E da 72.000 hp complessivi per 33 nodi. L'equipaggio era di 266-320 elementi. L'armamento di due cannoni AK-726, 2 lanciatori SA-N-1 con 32 missili in tutto, 1 lanciasiluri a metà nave, quintuplo, da 533 mm, 2 RBU-6000 e due RBU-1000. L'autonomia era di 6.480 km a 18 nodi.
[[File:Smetlivyy2003.jpg|420px|right|thumb|Lo Smetlivyy, armato con missili Uran e Shtil, ma privo dei CIWS]]
Queste navi sono attualmente in servizio in India e una sola in Russia. Le unità indiane sono la classe 'Rajuput', con il cannone poppiero da 76 rimosso in vantaggio di un hangar per un elicottero Ka-25, più 4 SS-N 2 e altrettanti AK-630. Note come SKR, ovvero semplicemente grandi navi (storozhevoi korabl), poi grandi navi ASW (PK) o grandi navi missilistiche (BRK), non sono mai state ufficializzate per quel che sono in termini tecnici, cacciatorpediniere. I primi multiruolo per la Marina sovietica e gli unici con un armamento prevalentemente SAM. La struttura era bassa e compatta, con un ponte continuo e fortemente arcuato a prua. La sovrastruttura era bassa e la plancia quasi indistinguibile, sovrastata letteralmente dal radar di prua per la guida SAM, mentre dietro v'erano varie alberature alternate a due gruppi di fumaioli inclinati verso l'esterno, il tutto con una zona vuota che era il lanciasiluri quintiplo, installato sull'asse della nave come le vecchie costruizioni, per non dover mettercene due facenti fuoco solo di lato. Il lanciasiluri era unico, e anche per questo ne venne scelto uno di grande capacità: 5 tubi da 533 mm.
Riga 126:
* Slavny , Zhdanov 24-4-1965, 30-9-1966, 1991, 1995
*Stroyny Nikolayev 28-7-1965, 15-12-1966, 1990, 1994
* Smyshleny Nikolayev 22-10-1966, 27.9.1968, 1993, 1994
* Smely Nikolayev 6.9.1968, 27.12.1969, 9.1.1988, affittato alla Polonia come ORP Warszawa (271) (nel 1988, venduto nel 1992-1993, dal 5 dicembre 2003in riserva.
* Sderzhanny, Nikolayev 25-21972, 30.12.1973, 2001, 2002
Riga 150:
[[File:AdmiralSpiridonov1986.jpg|350px|left|thumb|La vista di 3/4 a poppa mostra bene l'apprestamento per gli elicotteri. All'epoca il sistema SA-N-9 aveva appena ricevuto i radar di controllo del tiro, visibili sopra l'hangar]]
I missili '''SA-N-9''' sono l'equivalente dell'SA-15 dell'esercito e sono anche entrati prima in servizio. Questi missili, successori dei già discreti OSA (SA-N-4 Gecko), sono armi a lancio verticale, sviluppati dalla Altair, un istituto elettronico di Mosca, già responsabile di SA-2, 3, 5, 8 ecc. Il KINSHAL, vero nome dell'SA-N-9, noto anche come KLINOK, ha un missile 9M330, è stato pensato per assicurare la difesa di navi da 800 t in sù, ha tempi di reazione di 8-24 secondi. Inizialmente poteva attaccare bersagli tipo missili antinave a 8 km (1983) poi elevati a 12. Il sistema di direzione del tiro MR-350 o 360 'Cross Sword' secondo la NATO, ha un alto livello di automazione, ma è molto voluminosa. Ma ha un sistema phased-array di controllo del tiro, in banda 20-40GHz, e due antenne a forma di tamburo, e un radar di acquisizione in banda C e 45 km di portata. Esso è autonomo, e rappresenta un sistema assolutamente unico almeno all'epoca, perché sistemi Phased Array navali non esistevano, solo sistemi simili come quelli dell'SA-10 e del Patriot, a terra. Il sistema di lancio ha un'altezza di 4,7 m per i tubi, diametro di 1,96 m è rotante e ha 6 missili, con un lancio ogni 3 secondi. I portelli di lancio si aprono in 2,5 secondi dopo. Ha 4 tamburi di lancio con 32 missili. Il missile è l'9M-330, 2,9 m, diametro 235 mm, peso 167 kg, manovra fino a 30 g, motore a doppia spinta, v.max di 860 m.sec e media di 650. Gittata tra 1 e 12 km, quota tra 10 e 6.000 m, testata da 15 kg per ingaggiare bersagli volanti fino a 700 m.sec (quindi meno di un SS-N-22). Il missile è espulso fino a circa 20 m con un sistema pneumatico, e poi si accende il motore con la pronta vettorazione verso l'obiettivo come nell'ASTER.Esso è radio-guidato. Il sistema è molto costoso e pesante, ma dalle prestazioni formidabili in termini di ingaggio bersagli 'difficili'. La portata, però, non è molto alta, e così dal 1993 è stato presentato un 'braccio' ben più lungo, quello dell'Amramsky, ovvero l'AA-12 in versione SAM (RVV-ZRK), che ha anche autoguida terminale, ma ovviamente costa molto di più. Il sistema di controllo può ingaggiare con i missili standard fino a 4 bersagli su coordinate di 60 gradi per lato, contro due ingaggiabili entro i 30 gradi nel caso dell'SA-15 terrestre.
[[File:RFS_Admiral_Chabanenko.jpg‎jpg|350px|right|thumb|Ecco come si presenta l'A.Chebanenko, l'ultimo e il migliore degli 'Udaloy']]
L'unico caccia veramente multiruolo era il '''1155.1''' Fregat II, il quale era un po' il tentativo di far fronte a navi come i 'Kidd'. I lanciatori di siluri da 533 mm hanno sostituito i grossi Silex, ma in maniera bizzarra: essi infatti sono stati messi nella condizione di tirare i missili SS-N-15, normalmente tirati dai tubi di lancio dei sottomarini. Inoltre vi è il sistema UDAV per la difesa antisiluro e una turbina migliore, così come i sonar e il sistema di difesa aerea integrato e con molti sistemi digitali molto avanzati. Nel 2006 venne annunciato che la Flotta del Nord, principale utente del tipo, ne avrebbe messo uno in riserva per problemi finanziari.
 
Riga 181:
 
===Cacciatorpediniere missilistici moderni<ref>Po, Enrico: ''Sovremennyy migliorati alla Cina'', RID ago 2003 p. 44-49 e R.Ferretti, articolo su PD ott 09</ref>===
Dell'attuale generazione no v'é dubbio che i più importanti siano i 'Sovremennyy', noti anche come Sovremennji o Sovremenny, sono considerati Eskhadrennyy Minonosets (cacciatorpediniere di squadra).
Nacquero dai tardi anni '60 nell'ambito del potenziamento della marina sovietica e della diversificazione dei ruoli delle sue navi. Sono noti per il loro potente armamento antinave, ma non tutti hanno compreso anche che la loro origine si deve far risalire anche ad un altro problema: infatti, da molti anni non si costruivano più navi ben armate quanto ad artiglierie, data l'importanza per i sistemi missilistici, tra l'altro molto ingombranti, che c'erano all'epoca. Un po' per questo, e un po' per l'avvento dei caccia 'Spruance' americani, c'era bisogno di nuove unità multiruolo, più capaci dei 'Kashin'; in pratica si tentò di fare navi analoghe, anche se in verità, gli 'Spruance', nati sopratutto come 'super fregate ASW', ebbero un vero equivalente con gli 'Udaloy'. Ma per primi arrivarono i Sovremenny, la cui genesi venne affidata ai cantieri Svernaya di S.Pietroburgo (l'allora Leningrado). La loro arma principale, come si è detto, non era tanto orientata alla lotta ASW; i nuovi caccia dovevano non tanto occuparsi di lottare contro i sottomarini americani, ma contro le unità ASW che avrebbero potuto infastidire quelli sovietici, per cui essi divennero sia gli equivalenti che gli antidoti agli 'Spruance'. E al contrario, l'USN ebbe navi in un certo senso confrontabili con i 'Kidd', versione multiruolo degli Spruance, rilevati da una commessa iraniana abortita dopo la rivoluzione; mentre i 'Ticonderoga', sempre su scafo 'Spruance', ottenne capacità superiori e divenne presto il loro peggior nemico. Così il sistema d'arma principale di bordo, anziché essere il missile ASW 'Sylex', diverrà l'SS-N-22 Sunburn antinave. Non solo, ma operazioni locali mostravano l'esigenza di armi ben più potenti dei pezzi da 57 e 76 mm (che invece sono di gran moda su tante classi di unità navali occidentali attuali). Un sostegno di fuoco alla rinata fanteria di marina sovietica avrebbe dovuto comprendere armi di calibro e potenza maggiore di quelli, e i vecchi incrociatori 'Sverdlov' non erano certo una presenza affidabile per una scena di guerra nel futuro, a causa sopratutto della loro vulnerabilità agli attacchi aerei e ASW. Così le armi divennero, principalmente, il missile 3M80 antinave e l'AK-130, artiglieria multiruolo. Ma non bastava questo per garantirne l'utilità, e allora venne anche previsto un nuovo sistema SAM di difesa aerea, degno erede dei vecchi SA-N-1 Goa (P-600); alla fine venne fuori il Project 956 o 'Sovremenny', il cui primo esemplare venne impostato nel '76, per essere poi consegnato nel 1980.
 
La costruzione andò avanti per parecchi anni, tanto che si pensava ad un totale di 28 navi. Nell'agosto del 1995, ben 15 anni dopo l'inizio della loro operatività, venne annunciato che se ne sarebbero realizzati solo 19. Nel gennaio 1996 ne vennero venduti 2 alla Cina, mentre nel 1997, nell'atto di ridurre drasticamente la flotta, vennero radiati 'Otchayannyy', Otlichiny e Orkylennyy, mentre il capoclasse Sovremennyy era stato relegato a fornire parti di ricambio. Come se non bastasse, un atto di sabotaggio nel 1999 capovolse lo 'Stoikiy'. Infine l' Osmotretelnyy venne rottamato qualche tempo dopo, avendo passato gli ultimi anni in riserva. Anche se non hanno avuto alcun successore, solo sei ne restano ancora in servizio nella decadente Marina russa. I caccia 'Sovremennyy' hanno fatto parlare di loro recentemente perché 4 navi sono state comprate dai Cinesi.
Riga 204:
La ragion d'essere di questi caccia era rappresentata dal contrasto alle navi americane e NATO, da farsi con una batteria di armi di maggiori prestazioni possibili. La cosa si poteva fare scegliendo missili a lungo raggio oppure armi ad alte prestazioni velocistiche. Venne scelta la seconda soluzione, ma a dire il vero, non senza prezzo. L'obiettivo del resto era di superare il sistema difensivo AEGIS degli incrociatori americani e si pensava che un missile volante a bassa quota di per sé non fosse sufficiente: occorreva anche una velocità elevatissima, per entrare in pochissimo tempo dentro la difesa garantita dal radar. Volando a non più di 20 metri il MOSKIT era in grado di superare le difese grazie alla velocità elevatissima, oltre mach 2. Un concetto simile all'epoca cominciò ad essere accarezzato anche in Occidente, con programmi come l'OTOMACH e l'ANS. Però questi non giunsero a nulla, se non alla conclusione che il sistema sarebbe stato molto costoso e magari anche pesante. Molto meglio usare 'l' intelligenza' che la forza bruta. Il che significava che, se proprio si voleva ridurre il tempo di reazione del sistema difensivo, si potevano scegliere altre strade. Una era la guerra elettronica con disturbatori ECM. Ma questi potevano interferire con la funzionalità del missile e dei suoi sensori, e allora si cominciò a pensare a missili di minore RCS, delle armi stealth, come l'AGM-129 strategico dell'USAF, o il sistema Ulisse studiato come programma congiunto americano e italiano. Vi sono infatti vari modi per ridurre il tempo d'esposizione di un missile rispetto alle difese. Volare basso è un buon inizio, ma con i radar moderni non basta. Così si può scegliere. Se il sistema della nave vedrà un missile da 0,1 m2 a circa 30 km, vuol dire che la nave avrà circa 2 minuti di tempo per localizzarlo ed abbatterlo. Per ridurre tale tempo, l'arma può essere più discreta, magari con una traccia di 0,01 m2 e così facendo essere avvistata, magari, a 15 km o anche meno. Ma questo comporta dei calcoli molto complessi e sebbene i sovietici avessero cominciato a pensare a strutture stealth per le navi (con alberi tronco-piramidali e altre soluzioni strutturali per ridurre la RCS), per fabbricare un missile o un aereo stealth capace poi anche di volare bene, bisogna disporre di un sistema di elaborazione al computer molto sofisticato, fuori dalla portata della tecnologia sovietica dell'epoca e comunque ben poco diffuso anche all'Ovest (essenzialmente con gli F-117 e B-1B).
 
L'alternativa per ridurre i tempi di reazione a circa 30 secondi o meno (sempre che la nave-bersaglio sia nelle condizioni di difendersi: l'HSM Sheffield avvistò otticamente l'Exocet, appena sei secondi prima dell'impatto) è quella di usare missili altamente supersonici, il che dà anche vantaggi di altro genere: per esempio, quello di essere difficili da ingaggiare cinematicamente per i missili intercettori e persino per gli impianti d'artiglieria antiaerea e antimissile, posti al limite delle loro capacità. Un sistema Phalanx, con una portata di 1,5 km, deve abbattere il missile in appena 2 secondi anziché 5-6 di un'arma normale. E questo con un bersaglio molto più veloce e difficile da inquadrare anche per un FCS sofisticato. Non soltanto, ma le schegge dell'arma supersonica sono estremamente pericolose, persino entro un raggio di 3-4 km dallo scoppio. Specialmente se è un sistema massivo come il Moskit (zanzara, nome ovviamente ironico per un ordigno da 4 t). Infine, la velocità è tale che, anche se la testata non esplodesse, potrebbe spaccare in due lo scafo di una nave colpita di fianco (il problema della corretta detonazione delle testate non è di poco conto, vedi gli Exocet).
 
I missili 3M80 sono così un'arma molto temibile. Secondo i progettisti, essi erano in grado di raggiungere gli incrociatori AEGIS prima che essi potessero lanciare il primo SM-2, lasciando ai deboli Phalanx e alle ECM la difesa. Può essere che questa scommessa avesse ragione d'essere negli anni '80, quando la velocità degli elaboratori era molto minore di adesso. In ogni caso, questo missile avrebbe lasciato nel migliore degli scenari una sola possibilità di sparargli contro, dopo di che si sarebbe potuto quasi certamente introdurre sotto la minima distanza di tiro degli SM-2 (circa 3-4 km), mentre i cannoni Mk 45, nonostante un sistema radar di controllo del tiro, non avrebbero avuto una capacità di fuoco credibile per affrontare queste armi in arrivo. Il missile Moskit, la cui sigla è 3M80, aveva nondimeno dei problemi. La taglia quantomeno, che lo rendeva inizialmente incompatibile con le corvette 'Tarantul' (che ne ebbero poi la versione alleggerita P-270), e il fatto che per raggiungere velocità di oltre mach 2 a pelo d'acqua serve un motore potentissimo, in questo caso uno statoreattore, che pur consumando meno di un razzo consente tuttavia un raggio variamente indicato in 100-120 km, ovvero non più di quanto faccia un Harpoon subsonico, ma pesante appena un settimo. Quindi la gittata è stata sacrificata alla velocità, come anche l'opzione di saturare la difesa nemica di missili subsonici dalle caratteristiche minori, ma meno costosi. Questi ultimi hanno sì lo svantaggio di essere vulnerabili quando avvistati, ma hanno dimensioni e RCS più piccole, il che significa che vengono avvistati solo quando sono più vicini. Inoltre emettono molto meno calore e quindi sono decisamente stealth in termini termici, sia per il motore (a turbogetto) che per l'attrito. Queste armi tuttavia non erano all'inizio disponibili e i missili subsonici già presenti erano grossi quasi quanto il Moskit. Inoltre quest'ultimo ha avuto uno sviluppo soddisfacente, differentemente da altri progetti precedenti. Alla fine, pur con una gittata pari ad un quarto di quella di un SS-N-3, 12 e (sopratutto) 19, quest'arma si è dimostrata una sfida molto seria per le difese delle navi occidentali.
Riga 226:
Infine vi è l'armamento SAM. L'SA-N-7, ovvero il sistema Uragan o Sthil, è l'equivalente dell'SA-11 terrestre; esso è collegato con un radar di scoperta 3D 'Top Steer', banda D/E e con 300 km di portata massima. Il suo successore MR-760 'Top Plate' lavorante in banda E (2-3 GHz), presente sulle ultime navi della serie e i tipi prodotti per la Cina, ha una portata di 50 km contro i missili antinave e 230 km contro aerei di grosse dimensioni. Non vi è invece un radar bidimensionale a lungo raggio, come accade normalmente per i caccia AAW occidentali.
 
poi vi è il missile 9M38 o 9M38M1e il sistema di controllo del tiro MR-90 'Front Dome' con antenna OP-3; I lanciamissili Altair 2R90 Uragan o Sthil hanno un deposito rotante verticale per 24 armi, e la rampa singola, simile a quella dell'Mk-13 ma più massiccia (con delle ringhiere per l'ispezione per ciascun braccio della rampa), con la rotaia di lancio sistemata sotto il braccio mobile, viene ricaricata ogni 10-12 secondi. Si tratta di armi moderne, che potrebbero essere definite una sorta di 'copia' del Tartar-Standard SM-1. Tuttavia la loro portata non è molto alta, forse per problemi con la FCS piuttosto che con missili decisamente prestanti. Infatti la velocità degli ordigni è di almeno mach 3, ben maggiore del mach 1,8 del Tartar e 2,5 dell'SM-1MR; la portata è di 32 km se il bersaglio vola sopra i 1.000 m; sotto ha una gittata di 18 km, e contro missili antinave ha una portata di 12 km. Evidentemente la portata dipende dal 'mode' di funzionamento e la gittata contro missili antinave è dipendente forse dalla RCS di questi. La guida ha un sistema semiattivo radar; sebbene la portata sia limitata, essenzialmente è un apparato nato come arma difensiva della nave e con una portata solo di poco maggiore di quella di un 'Goa' (SA-N-1), il sistema può gestire fino a 75 bersagli di cui 15 in maniera prioritaria. Ma anche più importante, su ciascun lato della nave sono presenti ben tre radar di controllo del tiro 'Front Dome' in banda H/I e con portata di 30 km (tipica? sarebbe questa dunque la vera limitazione della portata dei missili); questo consente di ingaggiare bersagli multipli entro un arco di 360 gradi, e di resistere ad attacchi anti-saturazione. È un'arma a corto raggio, ma efficace per la difesa. I suoi missili, dal caratteristico colore verde con muso bianco, hanno una forma pressoché identica a quella degli Standard, ma con la fusoliera ingrossata leggermente davanti alle 4 alette di stabilizzazione. Le loro capacità di ingaggio non sono solo multiple, ma consentono l'attacco di missili fino a 700 m.sec di velocità massima, praticamente uguale alla loro, quindi in teoria sarebbero efficaci anche contro obiettivi quali gli stessi SS-N-22. La quota massima è tra 10 e 14.000 metri. I sistemi SAM delle navi occidentali hanno in genere solo due, talvolta uno, eccezionalmente quattro radar di illuminazione, e tranne che in qualche classe di incrociatori americani (specie i 'Ticonderoga') non c'è una difesa a giro d'orizzonte, specie con un solo lanciamissili. Il Tartar-Standard ha una tipica configurazione di un solo lanciamissili, sebbene capace di 40 armi, e due radar di illuminazione (come nel caso degli 'Adams', 'Audace', 'De la Penne'); in effetti, i sistemi occidentali sono più portati per gli ingaggi a lungo raggio, ma no hanno la stessa reattività per le brevi distanze e attacchi simultanei, potendo attaccare solo due bersagli per volta (vedi le Falklands, per esempio). Gli ultimi tre caccia, uno retrofittato e il secondo lotto di due navi cinesi (aggiuntesi alle altre due) hanno gli equivalenti degli SA-17, che il tipo navale è SA-N-12 'Grizzly'. I nuovi missili 9M317, al posto del 9M38, hanno migliorato di molto le prestazioni, con un motore a doppio stadio; il peso è di 715 kg vs 690, la potenza del motore li spinge fino a mach 4 anziché mach 3; è uno dei valori più elevati per un'arma a medio raggio contraerea; la qualità di manovra, di circa 23 g nel caso degli SA-11, è senz'altro maggiore, tanto che si dichiara la possibilità di ingaggiare bersagli manovranti a 12 g (il che significa che solo questi missili potrebbero ingaggiare gli SS-N-22, almeno una volta che questi iniziano a manovrare per l'approccio finale; la velocità del bersaglio non è l'unico aspetto da considerare, se poi questo si mette anche a manovrare); la gittata massima arriva a 50-60 km, il che significa che i radar dovrebbero essere molto più potenti; in ogni modo, gli Standard SM-2 americani, anche nelle loro prime versioni, arrivavano ad oltre 70 km e quindi a loro confronto l'SA-N-12 resta un sistema molto meno prestante. Stranamente i sovietici non hanno mai sviluppato missili a lancio verticale nel settore del medio raggio, mentre li hanno sviluppati per quelli a lunga gittata (malgrado siano decisamente più impegnativi, gli SA-N-6 pesano circa 1,8 t) e a corto raggio (che non è un'esigenza assoluta, se si hanno lanciatori multipli con armi già pronte al lancio, come gli Sparrow). Naturalmente una capacità di lancio verticale sarebbe la benvenuta per sfruttare appieno le sei stazioni di direzione del tiro radar. Un modulo di questo tipo è stato sviluppato ma per mancanza di denaro, non implementato nella produzione in serie.
 
Infine il 'Sovremenny' può difendersi con i soliti quattro AK-630M a mezza nave, minuscole torrette (decisamente 'miniaturizzate' anche rispetto ai tipi occidentali) da 5 t (con le munizioni) con potenti cannoni da 30 mm a sei canne rotanti, capaci di 5.000 c.min e raggio pratico di 1-3 km antiaerei e antimissili, e fino a 5 k m contro obiettivi di superficie. Gli AK-630M vennero introdotti nel '79, dopo circa 3 anni di servizio e vari inconvenienti dimostrati dal modello base, ciascuna con una torre AO-18 a 6 canne da 30 e 2.000 colpi (1.918 kg).
Riga 234:
La direzione di tiro è assicurata da due MR-123 'Bass Tilt', banda X (8-12 GHz), uno per coppia di torrette, e un sistema ottico alternativo con TV e telemetro laser. L'antenna è caratteristicamente inclinata a 45° nel suo radome di forma cilindrica, e ha un diametro di 1,2 metri. La Marina sovietica, la prima a realizzare la potenza offensiva dei missili antinave, è anche la prima che ne ha studiato gli antidoti, con l'applicazione di un gran numero di torrette difensive da 30 mm, le prime erano binate a canna singola, con munizioni di maggiore potenze (30 x 213 mm) e radar 'Drum Tilt'; la generazione successiva ha un solo cannone Gatling e il 'Bass Tilt'. Gli ultimi caccia hanno il KAsthan, o CADS-N-1, con modulo di comando e controllo 3R86E1 per la processazione dei dati e funzioni IFF, e il modulo di combattimento 3R87E, con due cannoni da 30 mm e sei-8 missili 9M311 o SA-N-11, portata di 8 km e quota massima fino a 3,5 km, testata da 9 kg azionata con comando radio e capacità di ingaggiare bersagli fino a 500 m.sec, mentre l'arma di per sé arriva a quasi mach 3, o 900 m.sec al termine della combustione. È un missile bistadio e come tale, ad alte prestazioni perché il booster lo accelera e poi viene sganciato. Peso complessivo circa 40 km. Il radar di tiro 'Hot flash' ha due radar di scoperta e (il secondo) di guida, più un sistema elettro-ottico con telemetro laser e camera TV; è possibile ingaggiare fino a sei bersagli in contemporanea.
 
Infine vi sono i sistemi per la guerra ASW, limitati all'autodifesa: un sonar attivo a media-alta frequenza MG-335 ('Bull Horn') a prua, due lanciasiluri ASW binati da 533 mm modello DTA-53 TT (i grossi siluri ASW sovietici sono probabilmente anche utili per azioni antinave) e due lanciarazzi RBU-1000 a sei canne, con razzi ASW e antisiluro con testata da 55 kg, essendo armi calibro 300 mm, ferroguide per posare mine e l'elicottero, originariamente un Ka-25, poi un Ka-27 del tipo PL ASW oppure RT per il targeting di bersagli oltre orizzonte.
 
 
I 'Sovremenny', senza dubbio navi imponenti e impressionanti, hanno una selva di armi e apparati elettronici che costituiscono indubbiamente una delle materie più studiate dagli analisti NATO dal 1980 in poi, spesso senza afferrarne la sostanza e le capacità.
 
I sistemi elettronici difensivi, realmente impressionanti (i sovietici avevano preso molto sul serio la difesa delle loro unità navali, essendo consapevoli di dover combattere per avvicinarsi alle navi della NATO) . Nel caso delle navi NATO, in genere, vi sono solo 1-2 ESM, 1 ECM, 2 lanciarazzi. Qui invece comportano due ESM MP-405M o MR-410; due ECM MRP-11M e 12M ('Bell Shroud'), 2 'Bell Squat', 4 'Foot ball-B' e un MR-407. Oltre a ben 2 ESM e 7 sistemi ECM. Non manca nemmeno una schiera di lanciatori di falsi bersagli: due lanciarazzi PK-2M sono a prua, con impianti binati a tiro rapido da 140 mm ZIF-121. Inoltre vi sono ben 8 lanciarazzi fissi PK-10 da 120 mm, mentre non si hanno informazioni (ma vi sono sicuramente) sui decoy antisiluro trainati; tra 2 e 8 sistemi di allarme laser Spektr-F ('Half Cup'), mentre ad integrazione dei radar vi erano sistemi optronici come quello TV-laser del 'Kite Screech', e un sistema indipendente chiamato 'Squeeze box' in ambito NATO, con sistemi TV, laser e IR, parte del sistema di visione 'Tall View'. Infine vi sono due datalink Princep ('Light Bulb') e tre MR-201 e 212 'Palm Frond' di navigazione completano la schiera dei radar: ben 13.
 
 
====Evoluzione e servizio====
[[File:Rastoropnyy&O'Bannon1992.jpg|420px|right|thumb|Un caccia sovietico in compagnia di un potenziale avversario: l'O' Bannon, classe Spruance. Era il 1992. Il destino della nave americana, molti anni dopo, sarebbe stato quello di finire come nave-bersaglio.]]
I caccia russi, oramai retaggio della Guerra fredda, hanno senz'altro costi e complessità notevoli, considerando che non sono nemmeno capaci, per esempio, di eseguire lotta ASW e molto limitati anche come capacità di difesa aerea d'area. Tra i miglioramenti,però, vi sono sistemi come il SAM YOZH, ovvero l'SA-17 Grizzly navalizzato, da 50 km di gittata. Ma il cantiere Severnaya 190 di S.Pietroburgo propone anche versioni modificate del progetto: per esempio una da 8.700 t che rimpiazza i missili SS-N 22 con 16 SS-N 25 Uran -oppure i più potenti Uranium da 250 km- che rendono finalmente disponibile anche per la Russia un sistema abbastanza piccolo ed efficace, simile ai missili occidentali e, sebbene meno appariscente dei supersonici Moskit, molto più economico e facile da usare (anche da elicotteri e cacciabombardieri). Siccome la torre da 130 poppiera è poco utile, la sua massa di quasi 100 t (98, circa 10 in più con le munizioni) è stata rimossa in alcune navi. Tra l'altro essa finisce per togliere spazio agli elicotteri, che sono costretti ad usare una piattaforma al centro della nave. Questa è in realtà ideale dal loro punto di vista, data la stabilità rispetto all'asse di beccheggio; ma è abbastanza angusta da richiedere un hangar telescopico per ricoverare l'elicottero. Nel caso dei nuovi progetti, la torre poppiera è stata anche sostituita con una variazione al progetto dotata di 24 missili KLUB o SSN-26, e 4 Kasthan/Kortik per la difesa ravvicinata al posto degli AK-630 e dei relativi radar (due cannoni e un radar a metà della sovrastruttura su ciascun lato). Il dislocamento sale però a 9.000 t. ALtre proposte parlano dei missili 3M55 Oniks. Ma è la piattaforma di per sé che è invecchiata, a meno di non trasformarla radicalmente. Anzitutto i motori sono obsoleti. Essi non garantiscono grande autonomia, e anche se questo valore non è tanto peggiore, per esempio, dei 'Burke' americani (7.200 km a 20 nodi), il problema è il peso, ingombro e scarsa reattività del sistema. Perché, mentre i diesel o le turbine possono avviarsi subito e passare alla massima velocità in pochissimo tempo, i motori a caldaia richiedono il riscaldamento del vapore, il che significa che l'approntamento per il moto richiede molti minuti se non ore. L'alternativa è di tenere costantemente accese al minimo le caldaie, ma la pressione del vapore deve restare comunque entro certi limiti. Infine vi è il rischio di esplosioni delle caldaie in caso di colpi a segno. Altro problema, certamente -e sorprendentemente- non affrontato in sede progettuale, è la mancanza di qualunque accorgimento stealth, anche se molte grandi navi sovietiche dell'epoca avevano almeno dei criteri basici per ridurre segnature radar e anche IR (quando le navi occidentali non avevano nulla di simile, tra l'altro). In altri termini, se negli anni '80 queste navi erano una sfida per i vari 'Kidd', 'Spruance' e anche per i 'Ticonderoga', negli anni '90, di fronte al numero e alle capacità delle navi AEGIS statunitensi hanno senz'altro segnato il passo.
 
 
Line 265 ⟶ 264:
Insomma, i caccia Progetto 956 sono navi potentemente armate, ma superate nell'insieme e non facilmente aggiornabili per la specificità dei loro sistemi di bordo. Hanno rappresentato degnamente la Marina sovietica nel momento cruciale della guerra fredda, con il picco della corsa agli armamenti negli anni '80, ma adesso necessiterebbero di un successore interamente nuovo, magari molto più basato sull'Udaloy (navi molto moderne ma poco armate per le dimensioni). I Cinesi le hanno comprate probabilmente per fare esperienza con sistemi sofisticati, specie i missili, ma poi hanno tirato dritto con progetti del tutto originali e certamente più moderni e attuali, come i Type 51. Da notare come i 'Sovremennyy' erano tra le unità più temibili degli anni '80 anche per la Cina. Difficilmente all'epoca, in una fase di confronto per il dominio del Pacifico e anche dell'Oceano Indiano, ci si poteva figurare che un giorno la Cina avrebbe potuto invece fare shopping e comprare direttamente tali navi da guerra. Ma con il tempo e il crollo dell'URSS, la situazione è cambiata parecchio e Mosca ha bisogno di far cassa: il militare è una dei pochi settori in cui può ambire a conquistarsi fette di mercato importanti e i Cinesi si sono ritrovati con parecchi soldi da spendere, proprio perché hanno tralasciato uno sviluppo forsennato del settore militare e hanno puntato maggiormente su quello economico, il che ha provocato delle ricadute a lungo termine molto più positive. La fase di floridità delle casse cinesi è giunta giusto in tempo per approfittare delle macerie dell'ex-URSS.
 
I 'Sovremenny', a quanto pare felicemente in servizio anche nella marina cinese grazie ad una certa flessibilità d'impiego (erano nati per scenari assai diversi, sebbene l'USN sia sempre uno dei possibili bersagli delle loro azioni), sono pur sempre navi di notevole impegno. Però hanno costi di gestione elevati, e un sistema di propulsione obsoleto, che necessita di notevole tempo per essere attivato se necessario, oppure di tenere le caldaie accese e in pressione, consumando carburante e aumentando la segnatura della nave, sia termica che sonora; questo per non parlare della struttura, pesantemente difesa delle ECM ma del tutto priva di sistemi di riduzione della traccia radar (e questo sebbene molte navi sovietiche avessero già strutture piramidali per ridurre la traccia radar complessiva); inoltre le tante antenne concentrate in spazi ridotti possono influire negativamente sulle capacità di scoperta delle ESM, e a differenza dei sistemi occidentali, il loro apparato di scoperta radar non ha un sensore secondario-complementare a due dimensioni, ma solo il 'Top Plate'.
 
Malgrado questo, i cinesi li hanno ben visti e ne comprarono due incomplete per 600 mln di dollari ; poi seguirono due Project 956EM, migliorate rispetto alle altre con gli SS-N-22 a lungo raggio e i Kasthan, consegnate nel 2005 per un costo di un mld di dollari. Altre due navi, inizialmente previste, sono state poi depennate dai cinesi, che hanno preferito continuare con i loro progetti nazionali.
 
Il contratto originale vide comprare gli incompleti 'Yekaterinburg' e 'Vdumchivyy' (rispettivamente al 65 e al 35%), le unità della serie N.18 e 19. Vennero consegnati il 15 agosto e il 25 novembre 2000 come Hang Zhou (136) e Fu Zhou (137), basati a Dinghai. Il contratto che consentì tale acquisto era del gennaio 1998 e riguardava un esborso di 667 mln di dollari. Non molto per la stazza e la forza delle due unità, ma come si è visto, per quanto nuove esse sono di un modello superato. Però sono piaciute, se per circa 1 mld di dolalri ne sono state comprate altre due del tipo migliorato 956EM, consegnate (totalmente di nuova costruzione) dal 2005 e inizialmente con altre due pianificate (poi annullate a vantaggio di costruzioni nazionali). Tutto questo fu molto convincente per la Marina di Taiwan che, senza navi altrettanto moderne, ebbe rapidamente dall'amministrazione Bush l'autorizzazione per comprare i 4 'Kidd' ex-USN, altri eredi della Guerra Fredda, originariamente costruiti per i Persiani.
 
L'unica stranezza di tutto questo è che la piattaforma degli 'Udaloy', meno appariscente forse, ma molto più moderna (pur essendo un progetto simile a quello delle 'Krivak' antecedenti), non è stata considerata. L'Udaloy II, rimasto esemplare unico, ha un impianto da 130 mm binato e missili SS-N-22 al posto dei 'Sylex'. Una piattaforma come questa, con un sistema d'arma come i Sovremenny, con i quali avrebbe potuto cooperare (fornendosi difesa reciproca, un po' come i caccia 'Spruance' e gli incrociatori 'California', o nella RN, i Type 42 e le Type 22) a suo tempo, sarebbe stata senz'altro superiore. Questo perché il sistema di propulsione è a turbina a gas, molto più piccolo, leggero e compatto, nonché capace di accelerare la nave partendo da zero al massimo senza praticamente soluzione di continuità; i motori a turbina o a combustione interna (diesel) hanno tempi di reazione ben inferiori a quelli delle turbine a vapore. Inoltre gli 'Udaloy' hanno una maggiore cura per la riduzione delle tracce, inclusa quella radar. Ma per gli anni '90 la marina russa, erede della marina sovietica (che fu all'avanguardia nella ricerca della riduzione delle tracce, sia con i sistemi di raffreddamento per le turbine e le strutture studiate per ridurre la riflessione radar), aveva adesso la necessità di un progetto nuovo per raggiungere le capacità occidentali che ora erano rappresentate dai 'Burke', LCF, F-100, Horizon ecc. Eppure, a tutt'oggi il confronto continua con diversi attori: i quattro 'Sovremenny' cinesi da una parte, e i quattro 'Kidd' taiwanesi (ex-USN) dall'altra. Tra l'altro, l'acquisto dei caccia taiwanesi fu contestato per il loro costo (del resto, i 'Kidd' sono un po' come la 'Sora Camilla', tutti li volevano ma ce n'é voluta per trovare un acquirente che se li potesse permettere, in fondo sono pur sempre navi tipicamente della Marina americana); peggio ancora, una simulazione al computer (per quel che vale) vide i 'Kidd' essere affondati in rapida sequenza dai missili 'Sunburn' lanciati dai caccia cinesi (A.Leung, RiD Feb 2004); così i vecchi caccia sovietici continuano ad esercitare un deterrente non trascurabile anche in Estremo Oriente, sia pure con un avversario diverso.
Line 302 ⟶ 301:
Note: il tipo 3M24M1 Uranium ha una gittata di 250 km e una testata di ricerca da 60 km di portata. La testata standard del 3M24 pesa 40 kg, porata utile 20 km e ricerca su di un orizzonte di 90°, massima forza del mare 6. La portata radar del sistema di designazione Garpon è di 140 km. Il motore è un R95 da 2,7 kN, con 45 kg di carburante e 73 kg di booster a razzo.
 
Il 3M55 ha un motore a statoreattore Plamia da 200 kg, e 39 kN, 500 kg di kerosene e 450 kg del booster d'accelerazione. Il sistema ha designazione ARGS55 con portata di 80 km (passivo) e 50 km (modalità attiva), su bersagli fino a 50 nodi di velocità. Il sistema di designazione Dubrava è capace di una portata di 45-200 km attivo, 500 km passivo. Ingaggia fino a 15 bersagli.
 
 
 
 
===L'ultimo degli 'hovercraft', lo ZUBR<ref>Schiele, Martin, gli hovercraft ''Zubr'', RiD Ago 2004 p.70-75</ref>===
I sistemi navali non convenzionali sono una specialità dei russi da molto tempo. Nel '34 le SES vennero studiate e realizzate nel '34 da un'università sovietica, il primo esemplare era l'L1, poi diventato TKL 1, raggiungendo nel golfo di Finlandia ben 73 nodi di velocità; non solo, ma prima della II GM vennero addirittura poste in produzione quattro unità in versione motosilurante, ma non usate perché i loro motori (diesel) avevano problemi di raffreddamento. Il primo aliscafo venne progettato nel '61 dal CKN ed era una nave da sbarco Ro-Ro, la Progetto 1232 o 'Dzerjan', simile all'hovercraft Mountbatten inglese. Già entro la fine degli anni '60 vennero realizzati circa 100 ACV per la Marina sovietica, e la loro elevata velocità era vista con favore per la loro capacità di sbarco rapido, anche se erano costosi e vulnerabili. Molte altre unità vennero realizzate per il KGB, la polizia e i civili.
 
In seguito arrivarono molti altri tipi di mezzi e i più grandi erano i 'Gus' da 330 t, ma non per molto. I più grossi di tutti erano i Projetc 1232.2 o classe Zubr, o, per la NATO, 'Pomornik'. Il 24 gennaio 2000 la Marina greca firmò con i russi per quattro unità di questo tipo, e la cosa fece impressione e interesse tra gli addetti ai lavori, che conoscevano questi hovercraft, ma no pensavano che sarebbero diventati parte della NATO. IL costo non era alto: appena 101 mln di dollari per due navi russe e 97 per due ucraine, dato che erano navi ex-sovietiche rimesse a nuovo e non unità di nuova costruzione. Ucraina e Russia ebbero la responsabilità di rimetterle in sesto; e in effetti la Marina Greca si accordò con entrambe le marine slave e le loro aziende di stato per il commercio di armi. I 4 mezzi erano gli MDK (ovvero gli hovercraft nella definizione russa) 104 del '92, l'MDK 107 (mai completato), il primo dei quali, dopo i lavori a S. Pietroburgo entrò in servizio con i greci già i l22 gennaio 2001 come KEFALINIA (L180); consegnato con una solenne cerimonia a Salamina. La ZAKINTHOS era prevista invece per l'agosto 2004; le due navi ucraine sono l'Ivan Bhoun (U 421, anch'essa mai completata), e l'Horlikiwa (U 423) che era la ex sovietica MDK 123. Entrarono in servizio come ITAHKI (L 181) il 7 febbraio 2001 e Kekrira (L 182) nel marzo del 2004. Queste navi vennero progettate a suo tempo dall'OKBB CMKB Almaz, con il capo-progettista Ju.M.Mochow, come sostitute della 1231.1 da 353 t. Ma il prototipo venne completato solo nel 1988 (era il MDK 95), malgrado la progettazione iniziasse nel 1970. Prodotti dai cantieri PO Almaz di S. Pietroburgo e da uno in Crimea, a Feodosia, si volevano 20 navi di cui metà per il Baltico e metà per il Mar Nero, ma solo 11 (6 e 5) erano state completate al 1991, quando l'URSS si dissolse e non ne sono state costruite altre in seguito.
Line 316 ⟶ 312:
Ma è il sistema di propulsione che è impressionate, e non potrebbe essere altrimenti dato che per un ACV è fondamentale disporre di molta potenza. VI sono ben cinque turbine a gas M7' da 12.000 hp l'una, con tre di queste a poppa, su supporti indipendenti e collegate a tre grandi ventole intubate a quattro pale; vi è un sistema di propulsione M 35-1 controllato dalla sale macchine poppiere; ovviamente le altre due M70 sono usate per gonfiare il cuscino d'aria sottostante al mezzo, con altre quattro ventole NO 10 sotto gli scafi laterali. Può essere che due delle navi greche, quelle ex-ucraine, abbiano tuttavia le GT 6002 di nuova concezione, dal minore consumo di carburante anche se da soli 9.100 hp. Inoltre vi è il sistema di generazione d'energia elettrica con quattro GTG 40 da 40 kW l'uno; la velocità massima è di 63 nodi o 117 kmh a vuoto, 55 nodi a pieno carico, ovvero circa 100 kmh; l'autonomia è di 550 km p.c e 1.850 a vuoto, o di 5 giorni consecutivi; possono entrare nella costa e superare ostacoli alti fino a 2 metri e muoversi ovunque vi sia una superficie così libera. Il ponte Ro-Ro per i mezzi è largo 6,9 m e alto 2,6, può ospitare file di due veicoli l'una ed è a tenuta stagna per le sue portiere anteriore e posteriore; la capacità è di 2-3 carri medi o 8-10 mezzi leggeri o altro ancora; per esempio 3 Leopard 1 GR e 80 soldati; o 8 AIFV Leonidas 1 oBMP 1 e 80-90 uomini, o 360 soldati in tutto e 25 t di equipaggiamenti, ma per non più di un giorno di navigazione; è possibile anche usare da 10 a 80 mine al posto dei mezzi, con apposite rotaie di trasporto e scarico. L'armamento è impressionante per un hovercraft: due lanciarazzi MS 227 da 140 mm a 22 canne l'uno (razzi M 14-OF con portata di 300-9.810 m e stabilizzazione ad alette), con 132 razzi HE-FRAG da 39,7 kg l'uno, telecomandati a distanza con un sensore optronico DWU 3 e telemetro laser; il lancio è possibile in appena 4,4 secondi, In tutto il sistema è noto come A 22 OGON (fuoco); non è tuttavia utilizzabile sopra i 30 nodi e il 4o grado della scala Beaufort.
 
Per la difesa a.a. vi sono due AK630 M con le armi AO 18 da 30 mm, sono torrette da 1,629 m (lunghezza delle armi) e 5.000 c.min, ma con l'avvertenza di sparare in maniera tale da non surriscaldare le canne; in pratica i primi 400 colpi sono sparabili liberamente e senza interruzioni (sembrano molti, ma sono solo 5 secondi di fuoco) ma poi bisogna fermare le canne per almeno 30 secondi onde raffreddarle con la circolazione forza di acqua di mare. La gittata max è di 8,1 km e la quota max teorica 6,7 km, anche se hanno spoletta settata per esplodere dopo 5 km di percorso teorico. Vi sono depositi sotto la torretta per 2-3 mila colpi l'una del tipo HOF 84 (HE-FRAG), e OR 84 (FRAG-T), pesanti 830 gr l'uno. Il sistema di tiro è controllato dall'apparato Kolonka 221 optronico e il radar MR 123 Vympel 213 sull'albero, con la sua caratteristica 'padella'. Il tutto forma il complesso AK 630M-MR 123. Poi vi sono due postazioni binate per missili Igla ai lati della sovrastruttura con sistemi 9P516-1 e 32 armi 9M39 (contenitori di lancio 9P39), con portata di 500-5.000 m e quota di 10-3.500 m, mentre vi è un sistema IFF; la Pk contro un bersaglio che usi le ECM IR è dell'ordine del 25-31%; forse i greci useranno gli Stinger. Per il resto vi sono anche un radiogoniometro Rumb; antenne com R 844 UM , R 697 e R 622 con sistema distribuzione dati Buran 6; IFF Parol, radar sorveglianza superficie MR-244-3 Erkarn con banda I; radar tiro MR 123 in band H., I e J con portata di 45 km e possibilità di funzionare continuativamente per 8 ore; ECM MP 411 Sliabing in banda F-K, nel radome cubico; il sensore oprtonico stabilizzato DWU 3 con tlm laser, camera diurna e IR, portata 15-25 km, per il controllo dei razzi; due periscopi optronici WMC 452. Come ECM è possibile usare anche i cannoni, perché i proiettili da 140 mm sono anche disponibili nei tipi TSP 41 con chaff antiradar, che possono essere capaci di creare una segnatura di 600 m2; il TST 41 IR che brucia per 50 secondi e gli stessi cannoni da 30 possono usare proiettili P84 antiradar e IR; vi sono poi sistemi di navigazione DECCA, Glonass (cheè come il GPS ma analogico), misuratore di deriva DISS, girobussola e altro ancora, il tutto coordinato dal ssitema automatico GORIZONT 25. Pare che alcuni sistemi non sono stati però esportati, come l'ECM Sliabing, il Rumb e sistemi per la comunicazione, mentre il radar sarebbe stato sostituito con uno occidentale. Il raggio d'impiego dei grandi hovercraft è di 28o km con 150 t, distanza percorribile in appena 2,67 ore. Il consumo di carburante è alto: 10 t all'ora, la sagoma non è da meno, arrivando a 21,9 m in sostentamento, e non sono certo navi 'stealth'; la resistenza al fuoco nemico è limitata e se arriva a segno qualche colpo rischiano di restare bloccate o di abordire la missione, non è una cosa di poco conto.
 
ZUBR:
Line 326 ⟶ 322:
AK-630M: tra le altre cose, profondità rigature 0,3 mm, rinculo 13 mm, torre 1,07 m, corazzatura torre 8 mm, brandeggio 180 gr da ogni parte, elevazione 50 gradi sec, brandeggio 70 gr-sec, cadenza di tiro 6 x 833 c.min, durata canne 1.650 colpi. Tempo di reazione da freddo: 4 minuti; con preallarme 10 secondi; v.iniziale 880-905 ms a seconda della cadenza di tiro; lunghezza colpo completo 293 mm; serventi 2-3 ma fuori alla torretta, peso complessivo 5 t (radar MR-213), 1.850 kg torre, 3.814 kg con 2.000 cp, 205 kg per l'arma.
 
Igla: v.crociera 570-600 msec, v. bersagli 320-360 ms, altezza fase aggancio 2-3 km, max ingaggio 2,5-3,5 km, minima 10 m, v.iniziale 30 m.s circa, pk 0,45-0,63 senza ECM, 0,25-0,31 con ECM. Peso lanciatore e missile 17,9 kg, peso missile 10,6 kg, testata 1,15 kg; lunghezza 1.708 mm, cadenza 2 missili-min, durata batteria 40 sec, portata teorica di ingaggio 12,5 km.
 
Lanciarazzi M 22 Ogon: entrata in servizio 1986, peso lanciatore 1.800 kg, calibro 140,4 mm, lunghezza tubi 1,86 m, altezza 1,5 m, alzo -10 +64 gradi, reazione in 8 sec; peso munizione M 14-OF di 39,68 kg di cui 18,4 kg di testata e 4,04 kg di HE, lunghezza 1,09 m, vmax 400 ms, portata 600-9.800 m; munizione TSP 41, peso 41,12 kg, carico antiradar 7,73 kg, portata 500-8.000 m, altezza 50-500 m, durata effetto 4-5 min, banda 1,7-5 cm.