Filosofia dell'informatica/L'intelligenza artificiale: differenze tra le versioni

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==Pro e contro il logicismo, la Visione Artificiale==
 
Nel 1958 il ricercatore [[w:John_McCarthy|John McCarthy]] delineò un programma, l''''Advice Taker''', che avrebbe dovuto essere in grado di elaborare piani e ricavare conseguenze sulla base di un corpo di conoscenze adeguatamente esteso. In seguito Cordell Green, uno studente di McCarthy, implementò l'Advice Taker in un programma, il QA3, in grado di rispondere a diverse domande su domini specifici. Green introdusse una nuova procedura di '''deduzione automatica''', ideata da J.Alan Robinson, il principio di '''risoluzione''': un calcolo logico senza assiomi, avente come obiettivo non la simulazione di processi umani, ma risultati logici di tipo [[w:Euristica|euristico]].
 
Durante gli anni 70 gran parte della ricerca dell'IA si interessò alla formulazione teorica del '''ragionamento automatico''' legato ai problemi logici del [[w:Senso_comune|buon senso]], al fine di creare programmi che permettono ai computer di ragionare in modo parzialmente o addirittura completamente automatico.
 
Gran parte della ricerca sulla deduzione automatica si concentrò sui cosiddetti ''raffinamenti della risoluzione''. Ma a seguito degli insoddisfacenti risultati ottenuti, l’attenzione si spostò sulle procedure euristiche, ispirate ai metodi umani di risoluzione dei problemi.
L’impossibilità di utilizzare le prestazioni di QA3 in presenza di problemi complessi mise in evidenza il cosiddetto ''frame problem'', formulato da McCarthy e Patrick Hayes, derivante dai cambiamenti che in un mondo reale possono verificarsi durante l’esecuzione di un piano e che la nostra mente risolve tramite lo sfumato ragionamento del buon senso, caratteristica precipua della logica ''grigia'' umana.
I due ricercatori posero una netta differenziazione tra i problemi derivanti dal controllo delle inferenze, definiti '''euristici''' e i problemi relativi alla rappresentazione della conoscenza, tramite un linguaggio formale, definiti come '''epistemologici'''.
Per McCarthy la corretta impostazione dei problemi epistemologici può essere preliminare alla soluzione di altri; occorre quindi chiarire prima gli aspetti della logica necessari per catturare il carattere non monotono del ragionamento del buon senso.
 
[[w:Marvin_Minsky|Marvin Minsky]] lanciò un pesante attacco alle tesi ''logiciste'', che a suo avviso non erano in grado di affrontare il carattere olistico della conoscenza umana.
Un'idea dominante nel pensiero di Minsky è quella di rendere un computer in grado di gestire non solo dati numerici, ma anche simboli di tipo linguistico per la comprensione di forme di ragionamento basate su analogie e sul senso comune. Secondo Minsky la logica usata nei calcolatori non è adatta a descrivere i processi di pensiero adottati dagli uomini nelle comuni situazioni quotidiane. Egli ricorre pertanto al concetto di '''frame''', un sistema di riferimento capace di fornire al programma una gamma di informazioni che trattano una classe di oggetti o di situazioni. Quando si trova di fronte a un problema da risolvere, il programma seleziona un ''frame'' e tenta di applicarlo alla soluzione del problema; se l'esito è negativo, prova con un altro ''frame'', e così via.
 
Un dibattito tra due scuole di pensiero, '''dichiarativisti''' e '''proceduralisti''', divise, sempre negli anni 70, il mondo dell’IA.
La tesi ''dichiarativista'', sostenuta in particolare dai logicisti, per la quale la conoscenza è in primo luogo '''sapere che''', e consiste quindi nell'utilizzo di un insieme di fatti e regole per inferirne altri e la tesi ''proceduralista'', per cui la conoscenza è prima di tutto '''sapere come''', e consiste pertanto nel disporre di procedure per l’uso della conoscenza stessa.
 
Una risoluzione a questi dibattiti fu fornita dalla '''visione artificiale''' ideata da '''David Marr''', per il quale sono le caratteristiche fisiche degli oggetti e non le conoscenze del sistema sugli oggetti, a guidare ''dal basso'' la loro identificazione nei primi due stadi della percezione visiva (visione primaria). La visione, affermò Marr: ''è un processo che a partire da immagini del mondo esterno produce una descrizione utile allo spettatore e non ingombra di informazioni non pertinenti''.
 
==Vecchi e nuovi progetti==