Cyberbullismo/Emozioni in rete: differenze tra le versioni

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==Le emozioni==
Un emozione, in ambito psicologico, viene considerata come una reazione ad uno stile ambientale, di breve durata.
Tra le emozioni che interessano in prima persona i protagonisti del cyberbullismo troviamo: la paura, il disprezzo e la rabbia.
Con il termine "paura" si identificano stati di diversa intensità emotiva che vanno da una polarità fisiologica, come il timore e l'apprensione, ad una polarità patologica, come l'ansia o il panico.
Paura come:
-emozione attuale
-emozione prevista nel futuro
-condizione pervasiva ed imprevista
-semplice stato di preoccupazione o di incertezza
L'esperienza soggettiva è rappresentata da un senso di spiacevolezza e da un intenso desiderio di evitamento nei confronti di un soggetto o di una situazione giudicata pericolosa.
Dai risultati di molte ricerche empiriche, si è giunti alla conclusione che potenzialmente qualunque oggetto, persona o evento, può essere vissuto come pericoloso e quindi indurre una emozione di paura .Essenzialmente la paura può essere innata o appresa.
Le paure apprese riguardano un infinita varietà di stimoli che derivano da esperienze dirette e che si sono dimostrate penose o pericolose. Le paure innate originano da: stimoli fisici molto intensi, oggetti e persone sconosciute, situazioni di pericolo, e infine circostanze in cui è richiesta l'interazione con individui o animali aggressivi.
La paura si manifesta in modo piuttosto caratteristico: occhi sbarrati, bocca semi aperta, sopracciglia avvicinate, fronte aggrottata. Precisamente, uno stato di paura acuta, ed improvvisa caratteristica del panico, e della fobia, si accompagna ad un'attivazione del sistema nervoso autonomo e parasimpatico. Il risultato di tale attivazione è una sorta di paralisi, ossia l'incapacità di reagire in modo attivo con la fuga o con l'attacco.
 
 
 
 
 
== L'asocialità dei social ==
Le nuove tecnologie oggi non possono essere considerate solo come delle innovazioni positive, ma bisogna vedere anche il loro lato negativo. Infatti alcune testimonianze spiegano il modo in cui ci siamo schiavizzati allo stesso mondo che abbiamo creato. Fingiamo di non vedere tutto questo isolamento dell'uomo. Di non capire che il guardare uno schermo non sarà mai come il guardare gli occhi della persona con cui stiamo parlando. Spesso si hanno molti amici nei social ma nessuno veramente nella vita reale. E questo ci fa sentire soli. Soprattutto quando si tratta di adolescenti. Quella fase in cui si è in continuo combattimento con lo specchio, la società e noi stessi. In cui si ha la neccessità di far parte di un gruppo.