Filosofia dell'informatica/Storia dell'ipertesto: differenze tra le versioni

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Ogni giorno milioni di persone si collegano alla Rete digitando un indirizzo preceduto dalla sigla http (Hyper Text Transfer Protocol) e raggiungono siti le cui pagine sono scritte in html (Hyper Text Markup Language). Google e Wikipedia sono ipertesto. Il Web è ipertesto, ma la parola esisteva già prima. Il Web, la cosa tecnologica apparentemente anonima, ha dato visibilità al concetto: occorre passare dall’uso del Web alla consapevolezza circa l’uso del Web come prodotto storico e culturale.
 
Ted Nelson conia il termine ipertesto nel 1965. Il neologismo conquista tardi lo status di lemma. Inizialmente i dizionari privilegiano l’uso del termine nel contesto della critica letteraria, più tardi si assiste ad un’inversione di rapporti gerarchici, per cui l’oggetto ha sostituito il concetto, l’applicazione l’astrazione, la cosa la parola, l’esempio di successo la premessa teorica. Nel 1965 viene coniata la parola ipertesto. Tra i predecessori del concetto di ipertesto Nelson cita [[w:Marshall McLuhan|Marshall McLuhan]], [[w:Norbert Wiener|Norbert Wiener]], [[w:Claude Shannon|Claude Shannon]], ma indica soprattutto due nomi: Vannevar Bush, ingegnere elettronico, professore al MIT, consigliere di Roosevelt, ideatore del progetto Memex e autore nel 1945 del celebre articolo ''As we may think'' (''Come possiamo pensare'') e Joseph Licklider, psicologo, professore al Mit, direttore del progetto informatico dell’agenzia governativa Arpa (Advanced Research Projects Agency, nata nel 1958), preposta allo sviluppo di tecnologie innovative, che nel 1969 portò alla realizzazione di [[w:Arpanet|Arpanet]], prima ossatura di Internet.
 
==Vannevar Bush e il progetto Memex==