Cyberbullismo/Prevenzione e sensibilizzazione: differenze tra le versioni

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== Prevenzione e sensibilizzazione: risposte efficaci al cyberbullismo ==
'''PREVENZIONE E SENSIBILIZZAZIONE: RISPOSTE EFFICACI AL CYBERBULLISMO
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Il cyberbullismo rappresenta un problema sociale che riguarda chiunque voglia promuovere il rispetto per gli altri. Esso inizia quando l’offesa diventa un’esperienza persecutoria, che non fa sentire la vittima al sicuro da nessuna parte. I genitori rimangono all’oscuro di questi episodi perché non hanno accesso alle comunicazioni online dei propri figli: infatti è compito dei genitori seguire i figli durante la crescita, ciò non significa essere al corrente di tutti i suoi pensieri e sentimenti.
Negli ultimi anni gli operatori della scuola, coscienti del fatto che il fenomeno ha assunto forme sempre più complesse, stanno adottando metodi educativi e formativi diversi da quelli tradizionali. Si moltiplicano infatti nelle scuole i progetti che, oltre a fornire conoscenze, sollecitano competenze relazionali che sono necessarie per far integrare i ragazzi a gruppi e farli adattare a nuove esperienze. Il disagio socio-relazionale può coinvolgere l’intero gruppo classe creando situazioni di forte negatività al suo interno. Il bullismo, visto come una particolare forma di disagio socio-relazionale, si manifesta in diversi ambienti sociali, sopratutto nella scuola ma anche in luoghi di aggregazione giovanile e spesso crea un clima conflittuale pesante per gli alunni e gli insegnanti. Che il bullismo sia sviluppato tra i bambini o tra ragazzi per far sì che cali l’incidenza di questo fenomeno c’è bisogno di un adulto, in particolare nella scuola. Si avverte la necessità di una collaborazione tra scuola e genitori per combattere globalmente questo fenomeno. Infatti, la mancanza di rapporti con i coetanei o altri problemi costituiscono malessere all’interno del gruppo classe. Ecco perché fare amicizia riduce la probabilità di essere coinvolti in episodi di bullismo. Per questa ragione devono essere insegnate a scuola la prosocialità e l’empatia al fine di dare ai ragazzi un senso di convivenza sociale e civile. Le liti fra ragazzi sono continue per questo è opportuno educare sin da piccoli al dialogo per risolvere i problemi. Infatti, gli adulti devono rivestire un ruolo di mediatori per scoprire e risolvere problemi che si sono creati all’interno del gruppo classe. Questo si può fare rispettando alcune condizioni che sono: precocità, sistematicità e curricularità. Al bullo, infatti, deve arrivare una forte e chiara disapprovazione generale e, invece, la vittima non deve essere lasciata sola.
La scuola deve e può mettere in atto diverse strategie volte a combattere il bullismo: può aumentare il controllo degli insegnanti, può creare centri di ascolto o magari promuovere incontri con esperti che siano in grado di presentare ai ragazzi il fenomeno parlando con il loro stesso linguaggio.
 
Negli ultimi anni gli operatori della scuola, coscienti del fatto che il fenomeno ha assunto forme sempre più complesse, stanno adottando metodi educativi e formativi diversi da quelli tradizionali. Si moltiplicano infatti nelle scuole i progetti che, oltre a fornire conoscenze, sollecitano competenze relazionali che sono necessarie per far integrare i ragazzi a gruppi e farli adattare a nuove esperienze. Il disagio socio-relazionale può coinvolgere l’intero gruppo classe creando situazioni di forte negatività al suo interno. Il bullismo, visto come una particolare forma di disagio socio-relazionale, si manifesta in diversi ambienti sociali, sopratutto nella scuola ma anche in luoghi di aggregazione giovanile e spesso crea un clima conflittuale pesante per gli alunni e gli insegnanti. Che il bullismo sia sviluppato tra i bambini o tra ragazzi per far sì che cali l’incidenza di questo fenomeno c’è bisogno di un adulto, in particolare nella scuola. Si avverte la necessità di una collaborazione tra scuola e genitori per combattere globalmente questo fenomeno. Infatti, la mancanza di rapporti con i coetanei o altri problemi costituiscono malessere all’interno del gruppo classe. Ecco perché fare amicizia riduce la probabilità di essere coinvolti in episodi di bullismo. Per questa ragione devono essere insegnate a scuola la prosocialità e l’empatia al fine di dare ai ragazzi un senso di convivenza sociale e civile. Le liti fra ragazzi sono continue per questo è opportuno educare sin da piccoli al dialogo per risolvere i problemi. Infatti, gli adulti devono rivestire un ruolo di mediatori per scoprire e risolvere problemi che si sono creati all’interno del gruppo classe. Questo si può fare rispettando alcune condizioni che sono: precocità, sistematicità e curricularità. Al bullo, infatti, deve arrivare una forte e chiara disapprovazione generale e, invece, la vittima non deve essere lasciata sola.
 
La scuola deve e può mettere in atto diverse strategie volte a combattere il bullismo: può aumentare il controllo degli insegnanti, può creare centri di ascolto o magari promuovere incontri con esperti che siano in grado di presentare ai ragazzi il fenomeno parlando con il loro stesso linguaggio.
'''Come aiutare le vittime?'''
 
'''== Come aiutare le vittime?''' ==
Un primo passo per aiutare le vittime e quello di farle uscire dallo stato di solitudine o di esclusione che è una diretta conseguenza del bullismo in atto. Poichè per la vittima è molto difficile confidarsi con qualcuno bisogna instaurare un rapporto di fiducia facendola sentire meno vulnerabile, accrescendone l’autostima e inducendola a cambiare il proprio comportamento passivo che la pone in uno stato d’inferiorità. Agli adulti il compito e il dovere di non minimizzare o sottovalutare i segnali di bullismo ma di riconoscere e demonizzare gli atti di bullismo, sia esso fisico che psicologico.
 
'''== E il bullo?''' ==
 
'''E il bullo?'''
Il bullo deve imparare a comunicare all’interno della classe per capire l’opinione che altri nutrono riguardo la sua persona accettando o rifiutando tale posizione. Infatti, il dialogo è il principio su cui deve basarsi la scuola. Le prepotenze e l’aggressività espresse dal bullo sono un’esternazione dell’anomia di valori e di relazioni; principalmente ciò si manifesta all’interno di un gruppo e il modo migliore, oltre al dialogo, per sconfiggere il bullismo è la prosocialità, o “comportamento sociale positivo”, caratterizzata da una forma di altruismo egocentrico che spinge l’individuo a migliorare le condizioni altrui, attraverso motivazioni interiorizzate ed autogratificanti, senza aspettarsi di ricevere ricompense esterne. Le azioni dirette da questa attitudine, che può essere educata, determineranno l’aumento della probabilità dell’instaurarsi di relazioni reciproche positive. Quindi, a causa della larga diffusione del bullismo, bisognerebbe attuare dei progetti nelle scuole, che riguardino tutti i soggetti coinvolti, attraverso lavori cooperativi o di supporto al compagno bullo al fine di prendere provvedimenti contro l’aggressività; infatti, i bulli che si presentano cooperativi agiscono meno prepotentemente e hanno la tendenza a relazionarsi agli altri in modo positivo. Dunque, la prosocialità e la cooperazione si incentrano sulla comunicazione tra coetanei al fine di contrastare e prevenire l’aggressività.
 
[[Categoria:Cyberbullismo|Prevenzione e sensibilizzazione]]