Cyberbullismo/Casi significativi di cyberbullismo: differenze tra le versioni

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Lo scorso 18 settembre si toglie la vita a soli 26 anni il giovane carrozziere Andrea Natali di Borgo D’Ale, vicino Vercelli. Tutta colpa del cyberbullismo di cui è stato una delle tante vittime.
 
Si è impiccato al soffitto nella sua abitazione, non ne poteva più di essere preso in giro. Tutto ha inizio il 22 Ottobre 2013, Andrea torna a casa dal lavoro fuori di senno e non riuscendo a smettere di gridare. Non ha voluto più tornare in carrozzeria perché aveva paura di trovarsi davanti i suoi colleghi di lavoro che lo stavano tormentando. Solo una persona era stata indagata. Non usciva più solo da casa, voleva essere sempre accompagnato perché aveva paura di essere schernito dalla gente del paese che aveva visto tutto. Nel 2014 ha subito altri atti di cyberbullismo, è stato preso e gettato nel cassonetto della spazzatura con una busta in testa. Mentre lo deridevano filmavano tutto, per poi postarlo su una pagina Facebook, creata appositamente, visibile a tutti. Secondo gli psicologi Andrea era esasperato, era sprofondato nella depressione più nera. Grazie all’aiuto dei suoi genitori e della sua psicologa è riuscito a denunciare alla polizia postale di Biella ciò che era accaduto, la quale è riuscita a rintracciare i video e le immagini postate da un suo ex collega su YouTube e Facebook ed eliminare la pagina. Si suicida non riuscendo a sopportare tutto ciò che è accaduto negli anni passati, sceglie con una drammatica e rassegnata decisione di togliersi la vita.
 
La psichiatra ha voluto esprimere ciò che pensava sul caso, queste sono e sue parole: ''"Dovremmo chiedere all'Unione Europea perché vi sia la massima libertà di denigrazione sul web. Il suicidio del ragazzo di Vercelli è un'ennesima sconfitta per tutti noi". Lo afferma in una nota la psichiatra Donatella Marazziti, direttore scientifico della Fondazione Brf, ricordando che "sono duecentomila i ragazzi vittima di cyberbullismo in Italia, e non sono protetti in nessun modo dalla legislazione europea". "Il cyberbullismo annienta psicologicamente le vittime - dice ancora Marazziti - portando a un progressivo abbattimento dell'autostima, fino a giungere alla depressione. Non vi è una politica seria di repressione e prevenzione del fenomeno: si interviene solo il giorno dopo".''