Filosofia dell'informatica/Le radici filosofiche dell'informatica: differenze tra le versioni

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==Neopitagorismo e combinatoria nei secoli medievali==
Tracce significative di una visione matematica dell’universo – per cui le cose esistono in quanto sono ordinate e sono ordinate perché regolate da leggi matematiche – si ritrovano in diversi pensatori latini dell’età tardoantica e altomedievale, che si ricollegano più o meno esplicitamente al patrimonio concettuale pitagorico. In particolare, si può individuare un percorso che va da Agostino d'Ippona ai Carolingi e da qui fino alla scuola di Chartres, passando per Prisciano, Cassiodoro e soprattutto Severino Boezio e il suo ''De arithmetica'', derivazione dell’''Introduzione all’aritmetica'' di Nicomaco di Gerasa (neopitagorico della seconda metà del secolo II d. C.) che egli aveva tradotto in latino, e punto di riferimento per tutti i matematici dei secoli successivi.
 
[[File:Unibibliotek Salzburg Artes liberales Arifmetica.jpg|thumb|left|Boezio e l'Aritmetica in un manoscritto tedesco del XV secolo]]
 
L’opera boeziana inaugura un filone di pensiero speculativo che nei secoli a venire vede protagonisti alcuni dei personaggi di maggiore rilievo della cosiddetta rinascita ottoniana, testimoni di una rinascenza degli studi matematici e di una messa a punto di una filosofia del numero – che in riferimento ad autori moderni come Leibniz è stato definito ‘paradigma computazionale’ – e di una visione ordinata del mondo che aggiorna il sogno dell’armonia pitagorica con l’orizzonte trascendente della sapienza cristiana.
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==Il sogno di Leibniz==
 
[[File:Leibniz Hannover.jpg|thumb|left|Gottfried Wilhelm von Leibniz]]
 
L’idea di Lullo fu sviluppata da [[w:Gottfried Wilhelm von Leibniz|Gottfried Leibniz]] (''[[w:Dissertatio de arte combinatoria|Dissertatio de arte combinatoria]]'', nata dall’''Ars'' magna). Egli si appropria dell’idea lulliana di un alfabeto del pensiero umano che funzioni automaticamente, mediante la combinazione di lettere, e la mette in relazione con la sua idea di una ''mathesis'' universalis, cioè di una logica concepita come matematica generalizzata. "Secondo ciò — scrive Leibniz — quando sorga una controversia, non ci sarà più necessità di discussione tra due filosofi di quella che c’è tra due calcolatori. Sarà sufficiente prendere una penna, sedersi al tavolo e dirsi l’un l’altro: calcoliamo (''calculemus'')!". L’ Arte lulliana è interpretata, dunque, come un tipo di pensiero automatico, una sorta di meccanismo concettuale che, una volta stabilito, funziona da sé. Questo automatismo concettuale fu a lungo accarezzato da Leibniz, il primo a progettare, dopo Pascal, la realizzazione di una macchina per calcolare affidabile.
 
[[File:Leibniz Hannover.jpg|thumb|left|Gottfried Wilhelm von Leibniz]]
 
Leibniz creò la notazione per il calcolo differenziale e integrale per eseguire facilmente e quasi senza sforzi intellettuali calcoli