Torah per sempre/Riepilogo della Parte I: differenze tra le versioni

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[[File:Jews Byzantine Greek Alexander Manuscript (cropped).JPG|450px|left|Miniatura bizantina con Alessandro Magno e gli ebrei (Venezia)]]
 
In questa PartePARTE I abbiamo tracciato l'evoluzione del concetto di "Torah" fino alla fine del Medioevo.
 
Agli inizi la Torah significava generalmente apprendimento o normativa di guida, oppure una legge specifica o un gruppo di leggi, non necessariamete rivelate da Dio. "Torah di Mosè", nell'uso biblico successivo, poteva riferirsi in parte o in tutto al Deuteronomio.
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Le opinioni variavano circa la completezza della Torah. Contiene solo narrazioni e leggi rivelate, oppure contiene tutta la consocenza, tra cui la profezia e le scienze naturali?
 
Sotto l'influenza degli gnostici e dei neoplatonici emerge la dottrina di una "Torah segreta"; i cabalisti sostengono che le loro dottrine esoteriche siano state rivelate a Mosè come parte, addirittura come essenza, della Torah; i filosofi invece argomentano che la lettura corretta della Torah riveli che essa poggi sul sistema metafisico cheda essiloro consideranoconsiderato corretto, o che almeno sia coerente ad esso coerente.
 
Quali libri emanarono dal Sinai? Soltanto il Pentateuco? La traduzione aramaica e se sì, quale versione? Un testo della Torah Orale, che sia o meno la Mishnah corrente? E lo Zohar? Quelle materie su cui la Scrittura non è esplicita sono codificate nel testo o imp[licite nel suo significato?
 
Sebbene ci fossero dibattiti costanti e spesso acerrimi, nessun concilio autorevole o comitato superiore fu mai nella posizione di emettere definizioni dottrinali vincolanti come accadde alla chiesa protocristiana. Gli ebrei quindi si trovarono di fronte alla modernità con una serie di dottrine che non erano definite rigidamente.