Storia della letteratura italiana/Beppe Fenoglio: differenze tra le versioni

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introduzione alle opere
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Beppe Fenoglio condusse una vita appartata rispetto agli ambienti mondani e intellettuali italiani. La sua esperienza letteraria, sebbene sembri avvicinabile per i temi trattati alle esperienze delal coevo neorealismo e a Pavese, ne è in realtà agli antipodi. La sua narrazione della Resistenza non ha carattere documentario,vienecelebrativo; presentata come un modello positivo di comportamento. Piuttostopiuttosto, si ricollegaricollegadosi alla sua diretta esperienza di partigiano, epone la vieneguerra postapartigiana su un piano assoluto, come esempio di una condizione metafisica. Fenoglio in vita scriverà varie opere, ricorrendo a un complesso metodo di revisione. Tuttavia, nella sua breve esistenza conoscerà scarso successo e molti suoi scritti saranno pubblicati solo postumi.
 
== La vita ==
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Giuseppe Fenoglio nasce ad Alba, in Piemonte, il 1º marzo 1922, primogenito di Amilcare e Margherita Faccenda. Il padre, di origini contadine, socialista e antifascista, possiede e gestisce una macelleria nel centro della città; la madre è una donna molto devota ma anche energica, che coltiva grandi ambizioni per i figli. Sarà lei a spingere Beppe, che si dimostra particolarmente dotato, a proseguire gli studi al ginnasio Giuseppe Govone di Alba.<ref>''Cronologia'' in {{cita libro | autore1=Beppe Fenoglio | altri=a cura di Gabriele Pedullà | titolo=Tutti i romanzi | anno=2012 | editore=Einaudi | città=Torino | pp=XXXI-XXXII }}</ref> Qui avrà come docente di filosofia e storia, al terzo anno, il filosofo Pietro Chiodi, celebre studioso di Heidegger e dell'esistenzialismo, con cui instaurerà una duratura amicizia. In questi stessi anni nasce anche la sua passione per la letteratura inglese, che lo accompagnerà per tutta la vita.<ref>''Cronologia'' in {{cita libro | autore1=Beppe Fenoglio | altri=a cura di Gabriele Pedullà | titolo=Tutti i romanzi | anno=2012 | editore=Einaudi | città=Torino | p=XXXVI }}</ref>
 
Nell'autunno 1940 Fenoglio, dopo essere stato promosso con buoni voti, si iscrive alla facoltà di Letterelettere dell'università di Torino, dove supera otto esami. Nel gennaio 1943 deve però interrompere gli studi perché chiamato alle armi; con l'armistizio dell'8 settembre e lo scioglimento dell'esercito, riesce a tornare a casa, mentre le forze tedesce occupano il Nord Italia e Mussolini costituisce la Repubblica Sociale a Salò. Inizia così l'attività cospirativa, e con il fratello Walter partecipa ad alcune azioni armate. Nel gennaio 1944 si unisce alle prime formazioni partigiane e in autunno Beppe e Walter aderiscono alle Formazioni Autonome Militari (i cosiddetti partigiani "azzurri" o "badogliani"), comandate da Enrico Martini Mauri e Pietro Balbo. L'esperienza militare segnerà profondamente Fenoglio: il momento più drammatico è probabilmente il rastrellamento della città di Alba che seguea allaopera riconquistadei tedescatedeschi, dopo che i partigiani erano riusciti per breve tempo a liberarla (10 ottobre - 2 novembre 1944). Il proclama del generale Alexander, che invitava i partigiani a sospendere le operazioni per l'inverno, porta al temporaneo scioglimento delle bande armate; Fenoglio passerà questo periodo in assoluto isolamento a Cascina della Langa.<ref>''Cronologia'' in {{cita libro | autore1=Beppe Fenoglio | altri=a cura di Gabriele Pedullà | titolo=Tutti i romanzi | anno=2012 | editore=Einaudi | città=Torino | pp=XXXVIII-XLIII }}</ref>
 
Per la sua ottima conoscenza dell'inglese, Fenoglio partecipa alle ultime fasi della Liberazione come ufficiale di collegamento con le forze alleate. Nei primi tempi del dopoguerra si dedica a traduzioni e ai primi esperimenti teatrali. Decide inoltre di abbandonare l'università, scelta che genererà dissidi con la madre. Nel 1946 conosce Luciana Bombardi, che sposerà nel 1960 e da cui avrà una figlia, Margherita. L'annoIntanto nel maggio successivo1947 trova impiego in un'azienda vinicola di Alba, dove restrerà per il resto della sua vita: un lavoro a lui congeniale, che gli lascia molto tempo libero per scrivere. ContinuaIn questi anni intantocontinua a vivere con i genitori, e consegna tutti i guadagni alla madre, accontentandosi di pochi soldi per le sigarette.<ref>''Cronologia'' in {{cita libro | autore1=Beppe Fenoglio | altri=a cura di Gabriele Pedullà | titolo=Tutti i romanzi | anno=2012 | editore=Einaudi | città=Torino | pp=XLIV-XLVII }}</ref>
 
Inizia così a contattare vari editori per tentare di pubblicare le sue opere, con risultati deludenti. Nel 1949 il suo racconto ''Il trucco'' appare con lo pseudonimo di Giovanni Federico Biamonti su ''Pesci rossi'', l'annuario di Bompiani. Nel 1950 il romanzo breve ''La paga del sabato'' attira l'attenzione di [[../Italo Calvino|Italo Calvino]] che lo passa a [[../Elio Vittorini|Vittorini]], il quale però gli propone di pubblicare una raccolta di testi più brevi. Dalla ''Paga del sabato'' verranno ricavati due racconti che confluiranno nella raccolta ''I ventitre giorni della città di Alba'', uscita nella collana ''Gettoni'' di Einaudi (diretta da Vittorini) nel giugno 1952. Il volume riceve recensioni negative sulle edizioni dell'''Unità'' di Milano e Torino, mentre viene apprezzato da intellettuali come Alberto Moravia, Giovan Battista Vicari, Anna Banti, Carlo Bo, Pietro Citati. Sempre per i ''Gettoni'' esce nel 1954 ''La malora'', romanzo breve sulla durezza della vita contadina che segna la rottura tra Fenoglio e l'editore Einaudi, a causa dei toni polemici utilizzati da Vittori nella quarta di copertina del volume.<ref>''Cronologia'' in {{cita libro | autore1=Beppe Fenoglio | altri=a cura di Gabriele Pedullà | titolo=Tutti i romanzi | anno=2012 | editore=Einaudi | città=Torino | pp=XLVIII-LVI }}</ref>
 
Grazie alla mediazione di Chiodi, nel 1957 Fenoglio entra in contatto con Garzanti, presso il quale pubblica nel 1959 ''Primavera di bellezza''. Secondo i progetti dell'autore, l'opera doveva essere il primo volume di un «libro grande» sulla Resistenza, la cui seconda parte sarebbe dovuto essere il romanzo postumo e incompiuto conosciuto come ''Il partigiano Johnny''. Nello stesso anno si consuma anche la rottura con [[../Pier Paolo Pasolini|Pier Paolo Pasolini]], quando un gruppo di intellettuali fiorentini guidati da Anna Banti e Roberto Longhi sostiene la candidatura di ''Primavera di bellezza'' al premio Strega. Garzanti, già in gara con ''Una vita violenta'' di Pasolini, chiede a Fenoglio di rinunciare, ottenendonericevendo però un netto rifiuto. ''Primavera di bellezza'' non entrerà nella cinquina finalista e la vittoria andrà al ''Gattopardo'' di Tomasi di Lampedusa, ma i rapporti tra i due scrittori di incrineranno irrimediabilmente.<ref>''Cronologia'' in {{cita libro | autore1=Beppe Fenoglio | altri=a cura di Gabriele Pedullà | titolo=Tutti i romanzi | anno=2012 | editore=Einaudi | città=Torino | pp=LX-LXIV }}</ref>
 
Dopo ''Primavera di bellezza'' Fenoglio inizia a godere di una certa fama. Nel 1962 riceve il premio Alpi Apuane per il racconto ''Ma il mio amore è Paco'', uscito su ''Paragone''. Proprio in quei giorni Fenoglio viene colpito da emottisi, che viene inizialmente attribuita alla turbercolosi; solo in seguito gli verrà diagnosticato un cancro ai bronchi, che lo porterà alla morte il 17 febbraio 1963.<ref>''Cronologia'' in {{cita libro | autore1=Beppe Fenoglio | altri=a cura di Gabriele Pedullà | titolo=Tutti i romanzi | anno=2012 | editore=Einaudi | città=Torino | pp=LXVIII-LXXI }}</ref>
 
In vita Fenoglio ha quindi pubblicato solo una raccolta di racconti e due romanzi, a cui si aggiungono altri dodici racconti, alcune poesie, una traduzione della ''Ballata del vecchio marinaio'' di Samuel T. Coleridge e un atto unico (''Solitudine''). Le altre opere che conosciamo sono uscite postume, e hanno posto ai filologi problemi di vario tipo. Nel 1963 esce ''Un giorno di fuoco'', una raccolta di undici racconti. Nel 1969 esce per Einaudi ''La paga del sabato'', in precedenza rifiutato da Vittorini, mentre l'anno prima era uscito ''Il partigiano Johnny'', libro che è stato oggetto di complessi studi da parte dei filologi.<ref>''Cronologia'' in {{cita libro | autore1=Beppe Fenoglio | altri=a cura di Gabriele Pedullà | titolo=Tutti i romanzi | anno=2012 | editore=Einaudi | città=Torino | pp=LXXXVII-LXXXVIII }}</ref> Nel 1978 vengono date alle stampe le ''Opere'' di Fenoglio in tre volumi e cinque tomi, curate da un gruppo di studiosi coordinati da Maria Corti.<ref>{{cita libro | autore1=Beppe Fenoglio | titolo=Opere | altri=edizione critica diretta da Maria Corti | collana=NUE Nuova Serie | anno=1978 | editore=Einaudi | città=Torino }}</ref> In questa edizione viene presentato anche un inedito, che Dante Isella ribattezzerà con il titolo ''L'Imboscata'' nel volume da lui curato per Einaudi dei ''Romanzi e racconti'' di Fenoglio (1992); nel 2001 questa edizione è stata poi riproposta con l'aggiunta degli ''Appunti partigiani''.<ref>{{cita libro | autore1= Beppe Fenoglio | titolo= Romanzi e racconti | altri=nuova edizione accresciuta a cura di Dante Isella| anno=2001 | editore=Einaudi | città=Torino |collana= Biblioteca delle Plèiade}}</ref>
 
== La Resistenza come esperienza assoluta ==
[[File:Beppe Fenoglio cropped.jpg|thumb|Beppe Fenoglio al tavolo di lavoro]]
In vita Fenoglio ha quindi pubblicato solo una raccolta di racconti e due romanzi, a cui si aggiungono altri dodici racconti, alcune poesie, una traduzione della ''Ballata del vecchio marinaio'' di Samuel T. Coleridge e un atto unico (''Solitudine''). Le altre opere che conosciamo sono uscite postume, e hanno postoinnescato aivari filologidibattiti problemitra dii vario tipofilologi. Nel 1963 esce ''Un giorno di fuoco'', una raccolta di undici racconti. Nel 1969 esce per Einaudi ''La paga del sabato'', in precedenza rifiutato da Vittorini, mentre l'anno prima era uscito ''Il partigiano Johnny'', libro che è stato oggetto di complessi studi da parte dei filologi.<ref>''Cronologia'' in {{cita libro | autore1=Beppe Fenoglio | altri=a cura di Gabriele Pedullà | titolo=Tutti i romanzi | anno=2012 | editore=Einaudi | città=Torino | pp=LXXXVII-LXXXVIII }}</ref> Nel 1978 vengono date alle stampe le ''Opere'' di Fenoglio in tre volumi e cinque tomi, curate da un gruppo di studiosi coordinati da Maria Corti.<ref>{{cita libro | autore1=Beppe Fenoglio | titolo=Opere | altri=edizione critica diretta da Maria Corti | collana=NUE Nuova Serie | anno=1978 | editore=Einaudi | città=Torino }}</ref> In questa edizione viene presentato anche un inedito, che Dante Isella ribattezzerà con il titolo ''L'Imboscata'' nel volume da lui curato per Einaudi dei ''Romanzi e racconti'' di Fenoglio (1992); nel 2001 questa edizione è stata poi riproposta con l'aggiunta degli ''Appunti partigiani''.<ref>{{cita libro | autore1= Beppe Fenoglio | titolo= Romanzi e racconti | altri=nuova edizione accresciuta a cura di Dante Isella| anno=2001 | editore=Einaudi | città=Torino |collana= Biblioteca delle Plèiade}}</ref>
Nelle sue opere Fenoglio si concentra su due temi principali: la miseria della vita contadina nelle Langhe e la guerra partigiana. Verrebbe quindi naturale ricondurlo all'alveo del [[../Neorealismo|neorealismo]] e avvicinarlo alla poetica di un altro poeta langhigiano, [[../Cesare Pavese|Cesare Pavese]]. Già a una prima lettura appare però chiaro che Fenoglio è in realtà lontano da entrambe queste esperienze letterarie. La sua narrativa è estranea a intenti documentari o di denuncia sociale tipici del neorealismo, così come all'ideologia progressista e alle inclinazioni populistiche, che idealizzano il mondo contadino in quanto realtà autentica e depositaria di valori positivi. Diversamente da Pavese, inoltre, non c'è traccia di elementi di ascendenza [[../Decadentismo|decadente]] come il mito della terra o la fascinazione per il selvaggio e l'ancestrale.<ref name="Baldi196">{{cita libro | autore1=Guido Baldi | autore2=Silvia Giusso | autore3=Mario Razzetti | autore4=Giuseppe Zaccaria | titolo=La narrativa del Novecento | opera=Moduli di storia della letteratura | anno=2002 | editore=Paravia | città=Torino | p=196 }}</ref>
 
Nelle sue opere Fenoglio si concentra su due temi principali: la miseria della vita contadina nelle Langhe e la guerra partigiana. Verrebbe quindi naturale ricondurlo all'alveo del [[../Neorealismo|neorealismo]] e avvicinarlo alla poetica di un altro poeta langhigiano, [[../Cesare Pavese|Cesare Pavese]]. Già a una prima lettura appare però chiaro che Fenoglio è in realtà lontano da entrambe queste esperienze letterarie. La sua narrativa è estranea aagli intenti documentari o di denuncia sociale tipici del neorealismo, così come all'ideologia progressista e alle inclinazioni populistiche, che idealizzano il mondo contadino in quanto realtà autentica e depositaria di valori positivi. Diversamente da Pavese, inoltre, non c'è traccia di elementi di ascendenza [[../Decadentismo|decadente]] come il mito della terra o la fascinazione per il selvaggio e l'ancestrale.<ref name="Baldi196">{{cita libro | autore1=Guido Baldi | autore2=Silvia Giusso | autore3=Mario Razzetti | autore4=Giuseppe Zaccaria | titolo=La narrativa del Novecento | opera=Moduli di storia della letteratura | anno=2002 | editore=Paravia | città=Torino | p=196 }}</ref>
 
Piuttosto, Fenoglio è orientato a un'indagine sulla violenza, intesa come unica costante nei rapporti umani. Questa indagine viene portata avanti a partire dal mondo contadino, di cui viene evidenziata la durezza, l'abbrutimento, la miseria e la sofferenza. Tutto ciò porta alla follia e al suicidio, oppure alla guerra, rappresentata come un momento eccezionale in cui si possono osservare la crudeltà e il dolore nella loro manifestazione estrema. La guerra e la durezza della vita contadina non vengono però inserite in un determinato contesto storico-sociale, ma sono presi come esemplificazioni di una condizione metafisica assoluta. Inoltre, poiché la violenza non è un dato storico, non ha soluzioni politiche o possibilità di riscatto. In questo senso, la Resistenza è proposta come esperienza assoluta, avventura esistenziale in cui l'individuo mette alla prova la propria dignità e va alla ricerca della propria verità interiore. Nel descrivere la violenza e il male, Fenoglio evita poi atteggiamenti moralistici o di partecipazione emotiva, mantenendo un punto di vista lucido e oggettivo.<ref name="Baldi196"/>
 
Di conseguenza, Fenoglio ricorre nelle proprie opere a una narrazione rapida ed essenziale, orientata all'azione e alle cose, con scene fortemente visive. Anche il linguaggio utilizzato è asciutto, e nelle rappresentazioni della vita contadina impiega termini dialettali. Questa scelta non ha però carattere mimetico, come per esempio nella [[../Verismo|poetica verista]], ma è funzionale all'obiettivo di rendere l'immagine della durezza della vita. Sotto questo aspetto, ''Il partigiano Johnny'' si differenzia dalle altre opere per il suo stile elaborato e prezioso, che però non compromette la rapidità della narrazione tipica dello scrittore.<ref name="Baldi196"/>
 
== Le prime opere ==
[[File:Alba - Caserma Govoni - 1940 - Collezione Tony Frisina - Alessandria.jpg|thumb|La caserma Govoni ad Alba in una cartolina degli anni quaranta]]
Le prime prove letterarie di Fenoglio sono rappresentate da due romanzi brevi e da alcuni racconti, tutti ambientati ad Alba e nelle Langhe.
 
La prima opera, ''La paga del sabato'', rifiutata da Einaudi nel 1950, sarà pubblicata postuma nel 1969: ambientata ad Alba, racconta del reinserimento nella società civile di un giovane ex partigiano. Il secondo romanzo, ''La malora'', uscirà nel 1954 nei ''Gettoni'' di Einaudi. Qui viene rappresentata, con un linguaggio secco, la dura vita dei contadini delle Langhe, dominato dal dolore e dalla violenza.
 
In vita Fenoglio pubblica inoltre una serie di racconti, scritti attraverso varie fasi di revisione. Al 1952 risale la pubblicazione della raccolta ''I ventitre giorni della città di Alba'', uscita anch'essa nei ''Gettoni'' di Einaudi, in cui vengono affrontati i temi della lotta partigiana e della vita nel mondo popolare e contadino.<ref name="Ferroni1054">{{cita libro | Giulio | Ferroni | Profilo storico della letteratura italiana | 2002 | Einaudi | Torino | p=1054 }}</ref> Comprende due racconti che sono stati estratti da ''La paga del sabato'': ''Ettore va al lavoro'' e ''Nove lune''.<ref name="Romanzi87">{{cita libro | autore1=Beppe Fenoglio | altri=a cura di Gabriele Pedullà | titolo=Tutti i romanzi | anno=2012 | editore=Einaudi | città=Torino | p=LXXXVII }}</ref>
 
== Il ciclo di Johnny ==
Decisamente più delicata è la questione intorno ai due romanzi che hanno per protagonista la figura autobiografica del partigiano Johnny, i quali ha creato vari problemi per i filologi. Nel 1956 Fenoglio pubblica ''Primavera di bellezza'', la prima parte di un «libro grande» sulla Resistenza (così lo definisce in una lettera a Calvino) che progettava di scrivere. ''Primavera di bellezza'' termina con i fatti accaduti nell'autunno del 1943, mentre della seconda parte ci rimangono due stesure: la prima doveva coprire gli avvenimenti dal settembre 1943 al febbraio 1945, mentre la seconda, più recente e composta solo da frammenti, ripercorre il periodo dall'ottobre 1944 al febbraio 1945.<ref name="Romanzi87" />
 
=== ''Primavera di bellezza'' ===
''Primavera di bellezza'', come è già stato ricordato, viene pubblicato dall'editore Garzanti nel 1656. Nella prima redazione vengono raccontati i giorni che precedono la chiamata di Johnny alle armi, l'addestramento da allievo ufficiale, il servizio militare a Roma e il ritorno a casa dopo l'8 settembre. La seconda redazione, quella che è stata poi pubblicata con le modifiche richieste dall'editore, si apre invece con Johnny allievo ufficiale, a cui segue il ritorno avventuroso in Piemonte dopo l'8 settembre e la morte durante la sua prima azione partigiana.
 
Lo stile di ''Primavera di bellezza'' si caratterizza per essenzialità e misura. Per ammissione dello stesso autore, sappiamo che il romanzo è stato scritto inizialmente in inglese e solo in secondo momento "tradotto" in italiano, in una lingua che appare più levigata e asciutta. La formazione di Johnny, la sua crescita a contatto con una realtà confusa come quella dell'Italia dopo la crisi del regime fascista, viene raccontata con una prosa fredda, lineare, incisiva. La formazione del protagonista, tuttavia, conduce non alla maturità, ma piuttosto al nulla che caratterizza un mondo privo di senso.<ref name="Ferroni1055">{{cita libro | Giulio | Ferroni | Profilo storico della letteratura italiana | 2001 | Einaudi | Torino | p=1055 }}</ref>
 
=== ''Il partigiano Johnny'' ===
[[File:Beppe Fenoglio.jpg|thumb|Beppe Fenoglio nel 1960]]
Il secondo romanzo del ciclo di Johnny viene pubblicato postumo da Einaudi nel 1968, a cura di Lorenzo Mondo con il titolo ''Il partigiano Johnny''.<ref>''Cronologia'' in {{cita libro | autore1=Beppe Fenoglio | altri=a cura di Gabriele Pedullà | titolo=Tutti i romanzi | anno=2012 | editore=Einaudi | città=Torino | p=LXXV }}</ref> Il testo presentato nasce dalla combinazione delle due redazioni rinvenute tra le carte dell'autore.<ref name="Ferroni1054" /> Lo stile di questo romanzo si differenzia nettamente da quello di ''Primavera di bellezza'': se il primo si distingueva per asciuttezza ed essenzialità, ''Il partigiano Johnny'' presente invece un frequente uso di parole ed espressioni inglesi (talvolta intere frasi), oltre a varie invenzioni lessicali e a variazioni della normale sintassi della lingua italiana. Questo miscuglio linguistico, insieme alla tensione narrativa che caratterizza il romanzo, fa sì che ''Il partigiano Johnny'' abbia nel complesso un carattere forte e assoluto. Quello adottato è inoltre un plurilinguismo estremamente originale, che non risponde a finalità realistiche o espressioniste. Le parole utilizzate sono generalmente desuete e di ascendenza letteraria, e quindi non hanno la funzione di riprodurre le forme del parlato; è piuttosto una lingua astratta, figlia della passione dell'autore per la letteratura anglosassone, che sembra guardare alle cose da una prospettiva obliqua, come da altrove.<ref name="Ferroni1055" />
 
Johnny partecipa alla guerra partigiana come se compisse un dovere tragico e ineluttabile. Soffre, odia, partecipa ai dolori degli altri e fa affidamento unicamente sulla sua corporalità, su reazioni fisiche come l'alternarsi di energia e spossatezza. Il romanzo è segnato dall'assurdità: assurdo è il desiderio di combattere, come assurdo è il rapporto tra uomo e mondo. La negatività che lo contraddistingue pone quindi il romanzo al di là del neorealismo e lo ricollega alla narrativa europea moderna. Estraneo a ogni senso di ottimismo per il progresso come alla volontà di celebrare le gesta della Resistenza, Fenoglio mostra nella sua opera l'impossibilità di attribuire un significato agli avvenimenti e sottolinea come dall'orrore non si possa ricavare un'immagine di futuro: la guerra diventa una testimonianza di come gli uomini cerchino testardamente di resistere all'assurdità di ciò che esiste. Lo stesso autore, d'altra parte, si era tenuto lontano dall'impegno politico della letteratura, ritenendo, come scrive Ferroni, che non vi fosse «differenza di significato tra la partecipazione ai momenti estremi della storia e l'esperienza assoluta della scrittura».<ref>{{cita libro | Giulio | Ferroni | Profilo storico della letteratura italiana | 2001 | Einaudi | Torino | p=1056 }}</ref>
 
== Il ciclo di Milton ==
Oltre a quelli che hanno per protagonista Johnny, bisogna ricordare altri due romanzi brevi che hanno per protagonista il partigiano Milton. ''Una questione privata'', in particolare, è considerato una delle migliori prove letterarie di Fenoglio.
 
=== ''L'imboscata'' ===
Nell'edizione delle ''Opere'' del 1978 curata da Maria Corti viene pubblicato per la prima volta un romanzo senza titolo rimasto fino ad allora inedito. Il testo comparirà anche nell'edizione del 1992 delle opere di Fenoglio a cura di Dante Isella, con il titolo ''L'imboscata''.<ref>''Cronologia'' in {{cita libro | autore1=Beppe Fenoglio | altri=a cura di Gabriele Pedullà | titolo=Tutti i romanzi | anno=2012 | editore=Einaudi | città=Torino | p=LXXVII }}</ref> Il romanzo è stato composto nel 1959 e, da quanto risulta dalla corrispondenza tra Fenoglio e Garzanti e dagli appunti dell'autore, è stato abbandonato dopo che erano stati scritti 22 dei 30 capitoli previsti per dedicarsi a ''Una questione privata''. L'opera presentava poi delle lacune, dovute al fatto che alcune parti erano state prelevate per dare vita a racconti autonomi: ''L'erba brilla al sole'', ''Il padrone paga male'', ''Lo scambio di prigionieri''.<ref name="Romanzi88">{{cita libro | autore1=Beppe Fenoglio | altri=a cura di Gabriele Pedullà | titolo=Tutti i romanzi | anno=2012 | editore=Einaudi | città=Torino | p=LXXXVIII }}</ref>
 
=== ''Una questione privata'' ===
Rispetto alle altre opere, la situazione testuale di ''Una questione privata'' è meno controversa. Fenoglio vi ha lavorato in varie fasi nel corso del 1961, e del romanzo si conservano varie versioni, ma le più antiche hanno una trama meno complessa e lontana dall'intreccio che si può leggere nella versione finale. Gli studiosi, inoltre, tendono oggi a concordare sul fatto che la scena finale che si può leggere nel romanzo dovesse corrispondere a quella prevista dall'autore.<ref name="Romanzi88" />
 
Si tratta dell'opera più compiuta di Fenoglio, che qui mette in scena il bisogno del protagonista Milton di sapere, di mettere luce nella relazione tra l'amico Giorgio e l'amata Fulvia, sapendo che questo evento avrebbe su di lui un effetto traumatico. Il desiderio di scoperta diventa assoluto, annulla qualsiasi altro scopo e diventa l'unica molla del suo agire.<ref>{{cita libro | Giulio | Ferroni | Profilo storico della letteratura italiana | 2001 | Einaudi | Torino | p=1056 }}</ref> Come scrive Ferroni, «Milton cerca se stesso e la propria sconfitta, [...] in una realtà dominata dall'assurdo di cui la guerra civile costituisce l'immagine tragica e meschina».<ref>{{cita libro | Giulio | Ferroni | Profilo storico della letteratura italiana | 2001 | Einaudi | Torino | p=1057 }}</ref>
 
== ''I penultimi'' ==
Postuma appare anche una seconda raccolta di undici racconti, ''Un giorno di fuoco'' (1963), e il romanzo ''I penultimi'', in cui Fenoglio dimostra grande maturità stilistica.<ref name="Ferroni1054" /> Il testo di quest'ultimo ci è giunto in due versioni: una più lunga e una seconda più recente ma anche più breve, probabilmente interrotta per la malattia dello scrittore.<ref name="Romanzi87" />
 
== Note ==
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== Altri progetti ==
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[[Categoria:Storia della letteratura italiana|Fenoglio]]
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