Storia della letteratura italiana/Pier Paolo Pasolini: differenze tra le versioni

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Le '''opere''' di [[Pier Paolo Pasolini]], autore delle più svariate esperienze, dalla [[poesia]] alla [[narrativa]], dalla [[Critico|critica]] al [[cinema]] e al [[teatro]], sono state e sono oggetto di studio intenso nel panorama recente delle nostra [[letteratura]].
 
Si possono suddividere le opere di Pasolini in quattro periodi: il primo periodo, quello del [[mito]] [[contadino]], va dalle ''Poesie a Casarsa'' del [[1942]] fino all'ultima parte dell' ''Usignolo della Chiesa Cattolica''; il secondo periodo, del mito [[Proletariato|sottoproletario]], comprende con fasi diverse, tutto il decennio degli [[anni 1950|anni cinquanta]]; il terzo periodo estende il mito precedente al [[cinema]] integrandolo con il mito del [[Terzo mondo]] e il quarto periodo, quello della crisi, dove non scrive più versi ma accentua la produzione critica e teorica sulla [[Linguaggio|lingua]], la letteratura e il cinema.
 
==Pasolini poeta==
===L' esperienza del dialetto e la produzione in friulano===
L'esordio poetico di Pasolini è nel dialetto di [[Casarsa della Delizia|Casarsa]] luogo amato dei suoi soggiorni [[Estate|estivi]] dove egli scopre la [[vita]] e la [[natura]]. Il dialetto di questa zona [[Occidente|occidentale]] del Friuli, sul lato destro del [[Tagliamento]], è un dialetto che il poeta usava nella vita [[Quotidiano|quotidiana]] e senza alcuna tradizione letteraria, era la [[Lingua (idioma)|lingua]] [[Madre|materna]] incontaminata ed estranea alle forme moderne che veniva usata in quel piccolo [[idillio|idilliaco]] [[mondo]].
Pasolini individua nel [[dialetto]] la lingua intatta dalle contaminazioni della letteratura e della vita [[Borghesia|borghese]] sulla quale può agire con una spontanea sperimentazione che, a poco a poco, sarà sostenuta da idonei strumenti [[Filologia|filologici]]-[[Linguistica|linguistici]].
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Consapevole della consunzione della [[lingua italiana]] del [[XX secolo|Novecento]], Pasolini adotta la [[dialetto|poesia dialettale]] per recuperare il valore [[Semantica|semantico]] e mitico della [[parola]] orale e non scritta rappresentativa di una [[comunità]] che nel [[dialetto]] riconosce se stessa.<br> In questo rivendicare una poetica del [[Friuli|friulano]] come antidialetto e quindi [[Lingua (idioma)|lingua]], si avverte una inconscia [[ragione]] [[politica]] e cioè il rifiuto al centralismo livellatore del [[fascismo|regime fascista]]. <br>Utilizzando il friulano, il codice linguistico diventa [[stile|stilisticamente]] libero condizionando i contenuti.
<br>Semplici [[Paesaggio|paesaggi]] friulani fanno da sfondo alle "Poesie a Casarsa" immersi in un'atmosfera struggente che rende fragile la [[serenità]] di questo [[mondo]] arcaico sul quale incombe un presagio di [[morte]] e [[corruzione]].
Si affiancano temi e [[simbolo|simboli]] tipici della tradizione poetica [[Decadentismo|decadente]] con la figura centrale di [[Narciso]] come simbolo sospeso tra la [[serenità]] dell'infanzia, l'[[adolescenza]] e la [[morte]] vista come l'unica possibilità per evitare la perdita nel [[mondo]] adulto dell'innocenza .
 
====La meglio gioventù====
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{{vedi anche|Ragazzi di vita}}
{{Quote|Cominciava a schiarire. Sopra i tetti delle case si vedevano striscioni di nubi, sfregati e pestati dal vento, che, lassù, doveva soffiare libero come aveva soffiato al principio del mondo. In basso, invece, non faceva che cianciare qualche pezzo di manifesto penzolante dai muri o alzare qualche carta, facendola strusciare contro il marciapiede scrostato o sui binari del tram. Come le case si allargavano, in qualche piazza, su qualche cavalcavia, silenzioso come un camposanto, in qualche terreno lottizzato dove non c'erano che cantieri con le armature alte fino al quinto piano e praticelli zellosi, allora si scorgeva tutto il cielo.}}
''[[Ragazzi di vita]]'', pubblicato nel [[1955]] ha un carattere [[esperimento|sperimentale]]. Il romanzo è formato di otto capitoli che raccontano le giornate di un gruppo di giovanissimi [[Proletariato|sottoproletari]] che, malgrado la loro voglia di vivere, sono destinati alla [[prigione]], alla [[prostituzione]] o alla [[morte]] precoce tranne Riccetto, più che protagonista elemento che aggrega i numerosi personaggi, che trova un lavoro e riesce ad integrarsi nella [[Società (sociologia)|società]] [[Consumismo|consumistica]].<br>
Il [[paesaggio]] tipico del romanzo è quello delle borgate ai margini di una periferia sporca e misera sul quale, tranne in alcuni paesaggi notturni dal tono [[Crepuscolarismo|crepuscolare]], spicca un sole ossessivo. Alcuni di questi paesaggi sembrano anticipare certe caratteristiche del [[cinema]] di Pasolini, mentre altri elementi avvicinano il romanzo al alcuni dei [[Mito|miti]] del periodo friulano.
Il tema di spicco è quello di una pura condizione dell'infanzia e dell'[[adolescenza]] contrapposta a quella corrotta del mondo degli adulti.
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<br> Nel volume sono raccolti venti brani di cui ben cinque appartengono al primo anno romano, il 1950, tre compiuti o iniziati nel 1951 e cinque scritti dal [[1961]] in poi. Appartengono quindi all'opera i testi letterari che corrispondono ai film omonimi di ''Accattone'', ''Mamma Roma'' e ''La ricotta'' oltre al progetto di un romanzo intitolato ''Il rio della grana'', mai scritto, del quale rimangono poche pagine costituite da appunti e schemi stilati tra il [[1955]] e il [[1959]]. Dalla [[lettura]] dei cinque brani datati '50, che sono più che altro degli studi di carattere sperimentale, si osserva inoltre come la scelta stilistica non sia avvenuta con facilità ma come dietro ad essa ci sia stato uno studio profondo.
====Teorema====
Teorema viene pubblicato nel [[1968]] e può essere considerato ( tralasciando ''Petrolio'' che, non concluso, verrà pubblicato postumo) l'ultimo lavoro narrativo di Pasolini essendo l'unico testo [[Letteratura|letterario]] presentato come opera a parte e non come [[sceneggiatura]]. I personaggi appartengono per la prima volta alla [[borghesia]] e il testo ha una [[struttura]] particolare perché alterna capitoli in [[prosa]] a versi che gli conferiscono, rispetto al film omonimo, una pienezza e validità maggiore.
 
===Le sceneggiature===
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====Affabulazione====
{{vedi anche|Affabulazione}}
In [[Affabulazione]] , seppure esiste la poetica del canone sospeso, vi è una forte esigenza di razionalità e l'ambiente è interamente borghese.
 
====Calderón====
{{Vedi anche|Calderón (Pasolini)}}
Nel titolo della terza tragedia vi è un chiaro riferimento a ''[[La vita è sogno]]'' di [[Pedro Calderón de la Barca|Caldéron de la Barca]] ed infatti il testo, diviso in stasimi ([[Canto (musica)|canti]] del [[coro greco|coro]]) che nella [[tragedia greca]] dividevano un episodio (scena che si trova tra due stasimi) dall'altro, gioca sullo scambio tra il [[sogno]] e la [[realtà]]. Il messaggio della [[tragedia]] è quello dell'impossibilità della [[rivoluzione]], sia per gli studenti che per gli operai, dal momento che la [[speranza]] di vederli liberi è solamente un sogno.
 
===Pasolini saggista===
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====Petrolio====
{{vedi anche|Petrolio (romanzo)}}
''Petrolio'' è l'opera incompiuta dello scrittore che venne pubblicata solamente nel [[1992]] suscitando molto scalpore. Essa racchiude in sé tutti gli elementi della grande tradizione letteraria e ritrova il suo legame con il grande romanzo del [[XVIII secolo|Settecento]] e dell'Ottocento. Vi è nell'opera la descrizione impietosa di una [[società]] ostile e nemica che si mescola a una viva confessione [[autobiografia|autobiografica]] piena di sensi di colpa, di sconforti, di [[Desiderio|desideri]] e di ribellioni. Il romanzo diventa così sociale e oggettivo, specchio di una tragedia collettiva ma anche personale.
 
==Voci correlate==