Storia della letteratura italiana/Pier Paolo Pasolini: differenze tra le versioni
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{{Quote|Fantassùt, al plòuf il sèil/ tai spolèrs dal to paìs,/tal to vid di rosa e mèil/ pluvisìn al nas il mèis./....Fantassùt, al rit il Sèil/ tal barcòns dal to paìs,/tal to vis di sanc e fièl/ serenàr al mòur il mèis.|''Ploja tai cunfìns''da Poesie a Casarsa, Libreria Antiquaria Mario Landi, [[Bologna]] [[1942]]}}
{{Quote|Giovinetto, piove il Cielo/ sui focolari del tuo paese, sul tuo viso di rosa e miele, nuvoloso nasce il mese/....Giovinetto, ride il Cielo/ sui balconi del tuo paese,/sul tuo viso di sangue e fiele,/rasserenato muore il mese|''Pioggia sui confini'', ''Poesie a Casarsa''}}
Le ''Poesie a Casarsa'' vengono pubblicate a [[Bologna]] nel 1942 e riscritte nel [[friulano]] istituzionale per la pubblicazione del volume ''La meglio gioventù'' nel quale verranno raccolte con la [[traduzione]] dello stesso autore in [[lingua italiana|italiano]]. La cultura letteraria dell'autore è la poesia [[
Consapevole della consunzione della [[lingua italiana]] del [[XX secolo|Novecento]], Pasolini adotta la [[dialetto|poesia dialettale]] per recuperare il valore [[Semantica|semantico]] e mitico della [[parola]] orale e non scritta rappresentativa di una [[comunità]] che nel [[dialetto]] riconosce se stessa.</br> In questo rivendicare una poetica del [[Friuli|friulano]] come antidialetto e quindi [[Lingua (idioma)|lingua]], si avverte una inconscia [[ragione]] [[politica]] e cioè il rifiuto al centralismo livellatore del [[fascismo|regime fascista]]. </br>Utilizzando il dialetto, il codice linguistico diventa [[stile|stilisticamente]] libero condizionando i contenuti.
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==Pasolini narratore==
Se nella poesia Pasolini esprime il fondo più nascosto della propria presenza nel [[mondo]], nella [[narrativa]] egli entra nella [[realtà]] stessa per cogliere il senso concreto e le voci della [[vita]] collettiva. Mentre narra, egli cerca di cogliere il
===I racconti autobiografici===
====Amado mio====
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Un'altra [[opera]] che contiene elementi [[autobiografia|autobiografici]] e che si collega al [[neorealismo]], è il [[romanzo]] scritto tra il [[1948]] e il [[1949]], che originariamente portava il titolo ''I giorni del lodo De Gasperi'', ma che fu pubblicato solamente nel [[1962]] con il titolo ''Il sogno di una cosa'', titolo tratto da una citazione di [[Carlo Marx|Marx]]. La tematica principale è quella dei contadini e della [[lotta]]. Nelle esili [[Storia|storie]] che compongono il romanzo, viene rappresentata la vita dei giovani [[Friuli|friulani]] con gli ideali,le aspirazioni e le delusioni [[Politica|politiche]] provate alla fine della [[guerra]]. Il romanzo è scritto in un italiano uniforme ed è articolato con concretezza, i [[Dialogo|dialoghi]] hanno una forte oggettività e le descrizioni del [[paesaggio]] infondono una malinconica eleganza [[Decadentismo|decadente]].
===I romanzi delle borgate romane===
Con i romanzi che descrivono la vita delle borgate [[
Pasolini descrive affascinato il mondo che sta ai margini della vita cittadina rappresentato da giovani vite che vivono tra piccole avventure, giochi, atti teppistici, semplici occasioni di ogni giorno nel tentativo di soddisfare primari bisogni. L'autore riesce così a cogliere, in quella umanità che possiede qualcosa di primitivo e animalesco, una sorta di autenticità e bellezza.
I romanzi, dal punto di vista [[Narrativa|narrativo]], sono assai semplici e costruiti attraverso un'attenta [[analisi]] linguistica che riesce a superare il compromesso neorealistico tra lingua e dialetto. L'italiano di cui si serve la [[Narratologia|voce narrante]] è [[
====Ragazzi di vita====
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===Le sceneggiature===
{{vedi anche|Pier Paolo Pasolini (cineasta)}}
Pubblicate da Garzanti in volume sono le quattro sceneggiature corrispondenti a ''Il Vangelo secondo Matteo'' del [[1964]], ''Uccellacci e uccellini'' del [[1965]], ''Edipo re'' del [[1967]] e ''Medea'' del [[1970]].</br> Uccellaci e uccellini e Medea sono particolarmente importanti perché permettono di ricostruire tutto il retroterra [[
===Il teatro===
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