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Quando Joshua ben Levi narrò questa storia non fu nel contesto di storia o dottrina, ma piuttosto per imprimere sui propri ascoltatori l'importanza ''sociale'' della Torah; la Torah non è concepita per gli "angeli", cioè per persone che si ritirano dalla società per fare una vita santa, ma per mortali ordinari che combattono nella lotta quotidiana dell'esistenza.
Il tema sotteso alla storia è la tradizione della Torah preesistente, da "974 generazioni prima che il mondo fosse creato", cioè mille generazioni incluse le ventisei da Adamo a Mosè, poiché la Torah è "per mille generazioni la parola da lui comandata" o "parola data per mille generazioni" ([https://www.biblegateway.com/passage/?search=salmi+105%3A8&version=CEI;LND;NR2006 Salmi 105:8]). Questa è un'interpretazione platonica della Torah come conoscenza perfetta, il Bene assoluto. Riecheggia il linguaggio della letteratura sapienziale biblica:
{{q|Il Signore mi ha creata all'inizio della sua attività,<br />
prima di ogni sua opera, fin d'allora.<br />
Dall'eternità sono stata costituita,<br />
fin dal principio, dagli inizi della terra.|Proverbi 8:22,23<ref>[https://www.biblegateway.com/passage/?search=proverbi+8%3A22%2C23&version=CEI;LND;NR2006 Proverbi 8:22,23]</ref>}}
Diventa esplicito nei riferimenti del ''Libro dei Giubilei'' pseudoepigrafico, composto tra il 160 e il 150 a.E.V., quando cita le "tavole celesti" su cui è iscritta la legge (cfr. [http://www.giovannigiorgi.it/dwn/apocrifi/Libro_dei_Giubilei.pdf 3:31]).
== La Torah Scritta e la Torah Orale ==
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