Storia della letteratura italiana/Prosa tra le due guerre: differenze tra le versioni

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Nelle prime due decadi del nuovo secolo la narrativa perde la centralità che aveva avuto nella seconda metà dell'Ottocento, e le opere più importanti si devono o ad autori già affermati del periodo precedente ([[../Gabriele D'Annunzio|D'Annunzio]], [[../Antonio Fogazzaro|Fogazzaro]], [[../Grazia Deledda|Deledda]]) oppure a scrittori che rimangono ai margini delle tendenze dominanti ([[../Luigi Pirandello|Pirandello]], [[../Italo Svevo|Svevo]]). I vociani intraprendono la strada della narrazione autobiografica, mentre più sperimentale è la via battuta dai futuristi. In questi anni si sviluppa anche una produzione rivolta a un pubblico borghese.<ref>{{cita libro | Giulio | Ferroni | Profilo storico della letteratura italiana | 2001 | Einaudi | Torino | p=856 }}</ref>
 
L'esperienza della rivita ''La Ronda'', pubblicata tra il 1919 e il 1922, ha rappresentato nella letteratura italiana un ritorno all'ordine e al classicismo, in controtendenza rispetto ai programmi delle avanguardie primonovecentesche. Viene così riaffermato il valore istituzionale della letteratura, seguendo un «classicismo moderno» che evita i modelli più recenti e si rifà alla lezione di [[../Giacomo Leopardi|Leopardi]] e [[../Alessandro Manzoni|Manzoni]].<ref>{{cita libro | Giulio | Ferroni | Profilo storico della letteratura italiana | 2001 | Einaudi | Torino | pp=856-857 }}</ref>
 
== Il romanzo europeo nel Novecento ==
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== Giuseppe Antonio Borgese ==
{{vedi pedia|Giuseppe Antonio Borgese|Rubè}}
Negli anni venti si assiste a un ripresa del romanzo in Italia, e uno dei primi esempi si deve a Giuseppe Antonio Borgese (Polizzi Generosa, 12 novembre 1882 – Fiesole, 4 dicembre 1952), uno dei più autorevoli intellettuali della prima metà del Novecento. Già conosciuto per la sua attività di critico letterario "militante", durante gli anni dieci e venti si è distaccato dalle tendenze culturali dominanti, e la scelta dell'antifascismo lo ha costretto infine all'esilio in America, dove tra il 1931 e il 1949 è stato docente in vari atenei.
 
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== Massimo Bontempelli e il realismo magico ==
{{vedi pedia|Massimo Bontempelli}}
[[File:Luigi Pirandello, Massimo Bontempelli 1933 (2).jpg|thumb|left|Massimo Bontempelli (a sinistra) e Luigi Pirandello in visita agli studi cinematografici della Lumitor nel 1933]]
L'opera di Massimo Bontempelli (Como, 12 maggio 1878 – Roma, 21 luglio 1960) è protesa verso la creazione di un'arte destinata a un pubblico di massa. Il fondatore della rivista ''900'' esordisce con due romanzi vicini alle istanza del futurismo: ''La vita intensa. Romanzo dei romanzi'' (1920) e ''La vita operosa'' (1921). Queste due opere si caratterizzano per l'uso di una prosa semplice e per una comicità che nasce da sorprese e paradossi, che descrivono l'imprevedibilità della vita moderna. Seguono i romanzi ''La scacchiera davanti allo specchio'' (1922) e ''Eva ultima'' (1923). Molto importante è la sua produzione teatrale, che risente dell'influenza di Pirandello: in particolare, le intuizioni del drammaturgo siciliano vengono tradotte in opere comiche dai tratti bislacchi. In questo senso, la sua prova migliore è rappresentata dalla commedia ''Nostra Dea'' (1925).
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=== Corrado Alvaro ===
{{vedi pedia|Corrado Alvaro}}
[[File:Corrado alvaro.jpg|thumb|Corrado Alvaro]]
L'esperienza di Corrado Alvaro (San Luca, 15 aprile 1895 – Roma, 11 giugno 1956) è una delle prime manifestazioni del nuovo realismo. Avendo come modello Verga, la sua produzione letteraria risente dell'influenza di Pirandello e della rivista ''900'', aprendosi a suggestioni liriche e fantastiche. In particolare, viene messa in luce la distanza tra la realtà della sua terra, la Calabria, e il mondo industriale: si consuma in questo modo lo scontro tra la nostalgia per la terra natia, visto come un mondo primitivo, e la volontà di superare l'arretratezza e la miseria.
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=== Romano Bilenchi ===
{{vedi pedia|Romano Bilenchi}}
Collocatosi inizialmente sulle posizioni del fascismo di sinistra, Romano Bilenchi (Colle Val d'Elsa, 9 novembre 1909 – Firenze, 18 novembre 1989) negli anni trenta entra in contatto con l'ambiente culturale fiorentino, e in particolare con il gruppo di ''Solaria'' e quello degli [[../Ermetismo|ermetici]], stringendo poi rapporti [[../Elio Vittorini|Elio Vittorini]]. In seguito si è avvicinato ai gruppi antifascisti clandestini. Durante la resistenza ha intensificato la sua attività giornalistica, e nel dopoguerra ha partecipato alla fondazione delle riviste ''Società'' e ''Il Contemporaneo''. Impegnato nel PCI, ha sempre matenuto una certa apertura di idee. Dal 1948 è stato inoltre direttore de ''Il Nuovo Corriere'' di Firenze, che ha sospeso le pubblicazioni nel 1956, quadro ha preso le distanze dalla linea stalinista seguita dal PCI.
 
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=== Ignazio Silone ===
{{vedi pedia|Ignazio Silone}}
[[File:Silone1.jpg|thumb|Ignazio Silone negli anni venti]]
L'opera di Secondo Tranquilli, meglio conosciuto con lo pseudonimo di Ignazio Silone (Pescina, 1º maggio 1900 – Ginevra, 22 agosto 1978), all'epoca rimane pressoché sconosciuta in Italia. Militante comunista, Silone è costretto a riparare in Svizzera nel 1930. L'anno successivo abbandona però il PCI dopo che i suoi dirigenti hanno aderito allo stalinismo, orientamento a cui negli anni successivi riserverà aspre critiche. Nel 1947 aderisce infine alla socialdemocrazia.
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=== Carlo Bernari ===
{{vedi pedia|Carlo Bernari}}
All'inizio degli anni trenta si collocano anche le opere di Carlo Bernari, che in ''Tre operai'' (scritto tra il 1930 e il 1932) ha descritto il mondo del proletariato napoletano, attraverso le vicende di tre personaggi. Per questo motivo, e anche per il linguaggio utilizzato, il romanzo si è affermato nel dopoguerra come un punto di riferimento per il [[../Neorealismo|neorealismo]]. Tra le altre opere si ricordano ''Speranzella'' (1949), ''Vesuvio e pane'' (1952), ''Domani e poi domani'' (1957), ''Amore amaro'' (1958).<ref name="Ferroni974"/>
 
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=== Alberto Savinio e il surrealismo ===
{{vedi pedia|Alberto Savinio}}
Si è già parlato del surrealismo, un movimento artistico fondato da André Breton negli anni venti che, a partire da una propria interpretazione della psicanalisi freudiana, si propone di portare alla luce ciò che si trova negli strati psichici più profondi. Da qui l'interesse per temi come la libido, la follia, il sogno; particolare attenzione si ha inoltre per l'infanzia e il mondo della fantasia. Il surrealismo cerca nuove forme, nuovi linguaggi, nuove figure, attingendo da ambiti diversi, dal mito alla vita quotidiana. A questo scopo si ricorre alla '''scrittura automatica''' (''écriture automatique''), un metodo ideato da Breton che consiste nel registrare ogni movimento dell'immaginazione, dando libero sfogo all'inconscio, libero da ogni logica.<ref>{{cita libro | Giulio | Ferroni | Profilo storico della letteratura italiana | 2001 | Einaudi | Torino | p=961 }}</ref>
 
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=== Antonio Delfini ===
{{vedi pedia|Antonio Delfini}}
Antonio Delfini (Modena, 10 giugno 1907 – Modena, 23 febbraio 1963) ha avuto scarsa fortuna con le opere pubblicate in vita: ''Il ricordo della Basca'' (1938), ''La Rosina perduta'' (1957), ''Il fanalino della Battimonda'' (1940), ''I racconti'' (1963). Nel 1982 vengono poi pubblicati vari appunti e scritti sotto il titolo ''Diari''.
 
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=== Tommaso Landolfi ===
{{vedi pedia|Tommaso Landolfi}}
Scrittore raffinato e dotato di grande cultura, Tommaso Landolfi (Pico, 9 agosto 1908 – Ronciglione, 8 luglio 1979) si è sempre sottratto al ruolo pubblico dell'intellettuale. Il suo rapporto con la letteratura fantastica e surreale è mediato dalla letteratura ottocentesca (in particolare dalla letteratura gotica di Poe e Hoffmann, e dalla lezione dei grandi romanzieri francesi e russi, in particolare Dostoevskij), senza però avvicinarsi direttamente all'avanguardia. Nella sua opera la letteratura si accompagna al gioco: l'io si confronta con il caso e l'imprevedibilità, che si frantuma sempre in infinite situazioni sempre uguali e sempre diverse. La sua prosa presenta un grande equilibrio, che però a tratti si però si rompe in aperture che trasformano l'equilibrio in qualcosa di allucinante e ossessivo.
 
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=== Dino Buzzati ===
{{vedi pedia|Dino Buzzati|Il deserto dei Tartari (romanzo)}}
Dino Buzzati (San Pellegrino di Belluno, 16 ottobre 1906 – Milano, 28 gennaio 1972) ha svolto una lunga carriera giornalistica presso il ''Corriere della Sera'', occupandosi prevalentemente di cronaca nera. Nelle sue opere più famose il fantastico nasce non da particolari effetti linguistici o stilistici, ma sorge a partire da una lingua media, che non altera i rapporti tra le cose nella realtà. Ecco quindi comparire in questo mondo "normale" il mistero e l'assurdità; il mondo stesso si sospende in un'angoscia che rimanda ad altro, a un segreto inconoscibile che è poi il senso stesso del vivere.
 
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== Achille Campanile e la letteratura umoristica ==
{{vedi pedia|Achille Campanile}}
[[File:Achille Campanile.jpg|thumb|Achille Campanile]]
Oltre a essere un elemento essenziale nelle opere di molti autori che sono stati fin qui trattati, l'umorismo nel corso degli anni venti si è affermato come un genere letterario molto seguito e amato. Tra i più prolifici umoristi di questi anni c'è Achille Campanile (Roma, 28 settembre 1899 – Lariano, 4 gennaio 1977), autore di una vasta produzione artistica. Non si possono poi dimenticare le opere di [[w:Cesare Zavattini|Cesare Zavattini]], che tra gli anni trenta e quaranta firma romanzi come ''I poveri sono matti'' (1937) e ''Totò il buono'' (1943).<ref name="Ferroni970" />