Torah per sempre/Due Torah? Scritture e rabbini: differenze tra le versioni

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Ma cosa significò questo? La frase stessa ''torah min hashamayim'' ("Torah dal Cielo") in senso dottrinale, e con riferimento ai Cinque Libri, appare per la prima volta nella Mishnah ''Sanhedrin'' 10:1: "E questi non hanno porzione nel Mondo a Venire — Colui che dice... la Torah non viene dal Cielo". Il Talmud commenta:
{{q|Poiché egli dispregia la parola del Signore e ripudia il suo comandamento; quella persona dovrà essere eliminata" ([Numeri 15:31 Numeri 15:31])... "Poiché ha disprezzato la parola del Signore" — ciò si riferisce a colui che dice che la Torah non è dal cielo, anche se dice che la Torah intera viene dal cielo eccetto un versetto del Santo, che Egli sia benedetto, che non pronunciò, ma che Mosè disse per conto suo; "Poiché ha disprezzato la parola del Signore" — anche se dice che la Torah intera viene dal cielo eccetto un'inferenza da questo [o quel] ''kal vaḥomer'' o questo [o quella] ''gezerah shavah''.<ref>TB ''San.'' 99a. Il ''kal vaḥomer'' è una conclusione basata su un'argomentazione ''a fortiori''; ''gezerah shavah'' si basa su una similarità di espressione. Si veda oltre, a [[Torah per sempre/Due Torah? Scritture e rabbini#Regole di interpretazione|"Regole di Interpretazione"]].</ref>|TB ''San.'' 99a}}
 
Ciò chiaramente presuppone la dottrina che la Torah fu dettata a Mosè da Dio, e che Mosè trasmise non solo il testo ma anche la sua corretta interpretazione. Esclude nozioni come quella di Filone che la Torah è un libro che registra oracoli ricevuti da Mosè, e nella formulazione dei quali Mosè giocò un certo ruolo.
 
Altrove, il Talmud discute se la rivelazione sia avvenuta tutta insieme sul Monte Sinai o venne distribuita lungo il corso di quaranta anni di peregrinazioni nel deserto,<ref>TB ''Git.'' 60a. Si veda anche Jacobs, ''Structure and Form'', pp. 38-39.</ref> e se gli otto versetti finali che descrivono la morte di Mosè fossero stati scritti da lui "in lagrime" o aggiunti, per dettatura divina, da Giosuè; Simon bar Yohai tuttavia protesta: "È mai possibile che la Torah difetti anche di una sola lettera?"<ref>TB ''BB'' 15a.</ref> Rashi e alcuni altri commentatori ipotizzano che il Talmud presenti la possibilità che Mosè possa essere stato responsabile dell'ordinamento dei testi rivelati.<ref>Rashi sul TB ''Ḥul.'' 101b ''s.v.'' ''ela'', e Obadiah di Bertinoro nel suo commentario della Mishnah ''Ḥul.'' 7:6.</ref>
 
I saggi insistevano sull'autenticità della loro interpretazione testuale; siccome ciò spesso dipende dai dettagli dell'ortografia e fraseologia, questi devono aver creduto di essere in possesso di un testo preciso del Pentateuco come lo aveva ricevuto Mosè. Alcuni di loro sostenevano inoltre che persino questioni di scelta dello scritto<ref>TB ''San.'' 21b e ''Zev.'' 62a.</ref> (che fosse ''ivri'' o ''ashuri'', cioè paleoebraico o aramaico), della spaziatura dei paragrafi, e dei ''tagin'' (ornamentazione delle lettere) fossero stati decretati divinamente.<ref>TB ''Shab.'' 103b; ''Men.'' 29b.</ref>
 
Serie di regole per l'interpretazione testuale dei Cinque Libri appaiono nei testi a partire dal terzo secolo, fornendo un sistema alla pratica interpretativa dei primi rabbini. Sono guidati da tre presupposti:
# La Scrittura non contiene errori.
# Non c'è nulla di ridondante nella Scrittura — ogni parola, ogni sfumatura, fornisce nuove informazioni sulla legge, o è dovuta alla struttura della lingua ebraica.
# La Scrittura è onnicomprensiva, contenendo tutto ciò che il genere umano necessita di sapere, o almeno tutto ciò di cui necessitano per condurre le proprie vite secondo la volontà di Dio; come disse il rabbino dal nome insolito, Ben Bag Bag: "Girala [la Torah], e rigirala, perché c'è tutto".<ref>Mishnah ''Avot'', fine del Cap. 5; in ''Avot derabi natan'' 12:11 l'aforisma è attribuito a Hillel. Per versioni alternative, cfr. Levy, ''Fixing God's Torah'', pp. 5-6.</ref> Nessuno sa chi fosse Ben Bag Bag, o cosa intendesse per "tutto", dato che fu solo nel periodo posttalmudico che l'idea dell'onnicomprensività della Torah venne estesa da alcuni a significare che ''tutta'' la conoscenza era compresa nella Torah.
 
Tutti e tre i presupposti si basano sull'ipotesi che il testo sia una trascrizione perfetta delle parole di Dio, fino ai dettagli ortografici e scritturali.
 
== Resoconti mitici della Torah ==