Storia della letteratura italiana/Cesare Pavese: differenze tra le versioni

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È questo il tema centrale del capolavoro pavesiano, ''[[La luna e i falò]]''. Il protagonista, Anguilla, si è allontanato dal paese natale, per far fortuna in America. Tornato, si trova di fronte a un senso di spaesamento, tenta di reintegrarsi ma non ci riesce. Tutti i legami che aveva con le proprie origini e con la propria adolescenza si sono scissi, eccetto quello con l'amico Nuto. In conclusione, il senso del ritorno (che riecheggia, in quanto Pavese era un grande appassionato di mitologia classica, il ''nostos'' dell'Ulisse omerico) è fallito, le illusioni di recuperare il tempo perduto si dimostrano tali.
E la storia (la guerra civile) ha sconfitto il mito, perché alla conclusione del romanzo, prendendo d'esempio il simbolo-chiave del romanzo, cioè il ''falò'', i significati simbolici cedono spazio a quelli reali: i falò, interpretati come uso tradizionale contadino per "risvegliare" la terra, diventano roghi di morte e distruzione, riecheggianti le devastazioni della guerra civile.
 
 
 
Il 17 novembre [[1949]], Pavese aveva stilato sul suo ''diario'' una classificazione delle opere fino a quel momento fatte basandosi su di un [[criterio]] [[storico]]-contenutistico