Storia della letteratura italiana/Cesare Pavese: differenze tra le versioni

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===Lo stile===
Nell'opera di Pavese lo [[stile]] si fonde con le situazioni attraverso la disposizione delle [[parola|parole]] che seguono lo stesso [[ritmo]] delle [[emozione|emozioni]] vissute nella realtà interiore. Il ritmo diventa pertanto il [[protagonista]] delle sue opere dove i [[personaggio immaginario|personaggi]] e gli episodi, non sono altro che un pretesto per raccontare. Un raccontare che rifugge dalle costruzioni complesse e che si basa su una [[sintassi]] essenziale fatta di [[cadenza|cadenze]] prese dal [[linguaggio]] [[dialetto|dialettale]], da [[cesura|cesure]] del [[periodo (grammatica)|periodo]] e dall'uso della [[paratassi]]. La scrittura di Pavese può dunque sembrare povera, ma è una povertà apparente perché essa corrisponde a un programma teorico ben delineato che si basa su un severo esercizio di stile e non è una scrittura naturalistica come scrive lo stesso autore nel suo diario l'11 settembre del [[1941]]
{{Quote|... il narrare non è fatto di realismo psicologico, né naturalistico, ma di un disegno autonomo di eventi, creati secondo uno stile che è la realtà di chi racconta, unico personaggio insostituibile.<ref>''op. cit.'', pag. 229</ref>}}
 
==La poesia==