Torah per sempre/I libri sacri: differenze tra le versioni

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=== Il "Canone Sacro" ===
Il concetto di un ''canone'' rivelato, sacro, che incorpora testi letterari comprendenti la Torah rivelata a Mosè, è postbiblico. Gli ebrei, e gli Israeliti prima di loro, avevano ''scritture'' perlomeno del quinto secolo a.E.V., ma non ebbero un ''canone'', nel senso di una lista approvata di testi sacri, fino agli inizi dell'era cristiana.
 
Il concetto combina diversi elementi:
* La nozione che alcuni libri siano di importanza speciale perché contengono tradizioni ancestrali di autorità vincolante.
* La convinzione, chiaramente articolata dalla Bibbia stessa, che certe leggi, istruzioni, o moniti furono trasmessi da Dio ad un profeta, o in un caso (i Dieci Comandamenti) al popolo intero.
* L'idea, popolare negli scritti apocalittici, che conoscenza ispirata e "segreta" sia stata riportata per iscritto. [[w:Libro di Daniele|Daniele]], per esempio, medita su un [[w:Rotulus|rotolo]] ([[w:Libro di Geremia|Geremia]]?) scoprendo che Gerusalemme rimarrà desolata per settanta anni ([https://www.biblegateway.com/passage/?search=daniele+9%3A2&version=CEI;LND;NR2006 Daniele 9:2]).<ref>"...Io Daniele tentavo di comprendere nei libri il numero degli anni di cui il Signore aveva parlato al profeta Geremia e nei quali si dovevano compiere le desolazioni di Gerusalemme, cioè settant'anni."</ref>
 
Tutti questi elementi riflettono idee diffuse nel mondo ellenistico, ma anche nel [[w:Vicino Oriente antico|Vicino Oriente antico]], riguardo ala tradizione e alla religione.<ref>Hallo, "Concept of Canonicity", pp. 1-19; Sawyer, ''Sacred Language and Sacred Texts'', pp. 59-75.</ref> Anche il secondo punto, specifico per l'ebraismo poiché si riferisce al testo biblico, differisce in contenuto ma non in forma da altre asserzioni che leggi e oracoli venivano generati da qualche dio.
 
Riassumendo, l'idea di un canone sacro stabilisce un limite. Ciò che rientra nel limite è tradizione autentica, portatrice del sigillo divino; fuori dal limite, per esmpio (da una prospettiva ebraica) gli scritti di [[w:gentili|gentili]] o di ebrei eretici, non porta tale sigillo, e deve essere rifiutato.
 
Nonostante la proliferazione di scritti di ebrei di tutte le sette (o forse proprio a causa di questi) fino al periodo rabbinico, i saggi intensificarono il limite tentando di proibire libri che non fossere scritture autenticate. Anche la Tradizione Orale non doveva esser messa per iscritto, né le leggi, le preghiere, o i midrashim. Questa misura estrema è dichiarata a nome di Rabbi Yohanan (BT ''Temurah'' 14b): "Coloro che mettono per iscritto gli ''halakhot'' [è come se] dessero fuoco alla Torah", ammonizione ripetuta a nome del suo discepolo e cognato Resh Lakish. Ciononostante, si dice che entrambi leggessero libri di aggadah (materiale non giuridico) durante il Shabbat. Si gistificavano adducendo la loro interpretazione dei [https://www.biblegateway.com/passage/?search=Salmi+119%3A126&version=CEI;LND;NR2006 Salmi 119:126]: "È tempo che il Signore agisca; essi hanno violato la tua legge" — meglio che la Torah sia "sradicata" [mettendo per iscritto ciò che dovrebbe rimanere orale] piuttosto che venga dimenticata da Israele.<ref>BT ''Git.'' 60a-b, e ''Tem.'' 14b. La risoluzione contro scrivere ''halakhot'' è attribuita alla "scuola di Rabbi Ishmael".</ref> Ma se la proibizione di mettere per iscritto la Torah Orale durò poco, quella sui libri considerati eretici durò a lungo.
 
=== Perché i Cinque Libri sono speciali ===