Armi avanzate della Seconda Guerra Mondiale/USA-4: differenze tra le versioni
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== Armi portatili e di fanteria ==
La principale di queste, almeno tra le definibili 'avanzate', fu senz'altro il Bazooka, diventato (assieme all'RPG in questi ultimi anni) il sinonimo di questo tipo di armi.
La nascita del Bazooka era dovuta alle ricerche fatte
La storia completa del Bazooka era però ben più antica, se si vuole risalire ai suoi antenati. Nel 1915, durante la prima guerra mondiale, uno scienziato che poi divenne uno dei più importanti specialisti della propulsione a razzo si stava interessando ad una nuova arma. Era Rober H. Goddard. Pensava ad un sistema per i combattimenti in trincea, la cui idea prese forma durante gli anni successivi,
Ma la carica del razzo propulsore spesso non bruciava totalmente prima di uscire dal tubo di lancio e allora spesso era possibile mettere una retina di protezione vicino alla volata, altrimenti scoppiava in faccia al tiratore, che ebbe anche appositi occhiali protettivi. Nondimeno non era raro vedere il lancio anche senza l'uno o l'altro. La vampa del bazooka lo rendeva poco pratico per i tiri da ambienti chiusi e facile a vedersi dopo il tiro. Per questa ragione i militari americani preferirono spesso il PIAT britannico, che era più pesante ma più discreto. Ma le valutazioni di questo sistema inglese non portarono ad una adozione a scapito di quello americano, tutto sommato più facile da gestire. Successivamente partirono i programmi per l'M1A1 nel luglio 1943, senza interruttore d'attivazione, con i sistemi protettivi di cui sopra, e con un'ottica di puntamento vera e propria. L'M9A1, studiata dal '43 ma entrata in servizio assai più tardi, eliminava le batterie, sostituite da un piccolo generatore azionato dal grilletto. Inoltre il lanciatore era scomponibile in due parti per ridurre il suo ingombro durante il trasporto. Le munizioni adottate, del tutto diverse dalle precedenti, avevano alette corte con struttura cilindrica per una migliore precisione. L'M9A1 con i razzi M6A3 entrò in servizio in quantità crescenti dal '44. Da quell'epoca grossomodo iniziò anche l'introduzione dei pezzi SR da 57 mm e poi da 75 mm. Ma il Bazooka, molto più leggero, non ne soffrì più di tanto.
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Le dimensioni: 1,107 m di lunghezza, 609 mm di canna, 4,313 kg di peso, 855 ms di velocità iniziale, erano le caratteristiche di quello che era noto come Rifle, Caliber .30, M1 per la nomenclatura dell'US Army.
Il Garand era un fucile capace di sparare delle cartucce molto potenti, persino troppo (!) per impiego antipersonale. Ma pesava parecchio e non era l'ottimale in tante occasioni. Ora, per le truppe già assegnate ad un sistema d'arma specifico, come i mitraglieri, la pistola era generalmente l'arma tipica d'impiego, e così anche per le truppe di seconda linea, i carristi ecc. Ma nel '40 l'US Army, consapevole dei limiti di gittata utile di tali armi, pensò bene di usare piuttosto una carabina leggera e facile da maneggiare anche in spazi ristretti. La risposta fu la Winchester Carabine Caliber .30, M1, che era in un certo senso la versione ridotta del Garand. Come tale aveva un sistema di sottrazione di gas (ma di tipo diverso) che le dava la possibilità di fuoco ampiamente automatizzato, mentre la cartuccia era di potenza intermedia tra quella di una pistola e quella di un fucile. Gli sviluppi di questa popolare arma furono parecchi, da quello per paracadutisti con calcio ripiegabile M1A1, al tipo M2, che portava alle logiche conseguenze la tecnica dell'arma: introduceva la possibilità di fuoco automatico, facile da ottenere con poche modifiche da qualunque arma semiautomatica. La M2 tirava fino a circa 775 c. min, e aveva un caricatore ricurvo da 30 colpi, applicabile anche alla M1. La M2 era una specie di Kalashnikov ante-litteram, capace di un'azione di shock, con un fuoco automatico molto efficace alle brevi distanze, quelle del resto tipiche dell'impiego di armi simili. Ma c'era anche un altro tipo, ancora più insidioso, la M3 che aveva un sistema particolare di puntamento. Può sembrare strano che fosse così, visto che era solo un'arma piccola e poco potente, ma forse per questo e per la relativa silenziosità del suo funzionamento, venne usata assieme ad un sistema IR di visione notturna. Questo era davvero un'innovazione per l'epoca, ma la M3 venne prodotta solo in 2.100 esemplari (dato approssimato). In tutto però la serie di queste carabine aveva ottenuto un totale di produzione di 6.332.000 esemplari, probabilmente il record di produzione per un'arma individuale della II Guerra mondiale. Il suo difetto principale era la mancanza di potenza, anche alle brevi distanze, e la cartuccia perdeva rapidamente d'efficacia, tanto che la gittata pratica era di circa 100 metri. Non era un problema se c'era da combattere casa per casa o in una foresta, o ancora di notte, ma lo era se c'era da affrontare combattimenti su maggiori distanze o contro mezzi meccanizzati, anche non corazzati. In ogni caso era un'arma ben fatta che si usava con piacere e non impicciava nel trasporto. I Tedeschi la riutilizzarono come Selbstaderkarabine 455(a).
In ogni caso la M1 era ben più valida di una pistola, e almeno pari se non superiore ad un mitra. Le sue dimensioni erano di 90,4 cm di lunghezza, 457 mm di canna, 600 m.sec della cartuccia, astuccio da 15 o 30 colpi, peso di appena 2,36 kg, circa la metà del Garand. Questo lo si vede anche dalle foto d'epoca: mentre i soldati che erano impegnati nello sparo o nel puntamento del Garand sono visibilmente sotto sforzo, l'M1 è portata con scioltezza e puntata con facilità anche mirando con l'arma appoggiata sulle spalle. Nell'insieme è uno dei progetti più significativi di armi portatili della guerra, e testimone di come gli USA potessero permettersi lussi impossibili per altre nazioni, nessuna delle quali poteva sognarsi un meccanismo semiautomatico per una semplice carabina.
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Altre armi americane di tipo portatile erano piuttosto avanzate, per esempio i mortai da 60 e 81 mm, peraltro copie di tipi francesi, e molto diffuse anche nei decenni successivi (alle volte, come nel caso del 60 mm, copiate dai Giapponesi e poi usate dai vietcong contro obiettivi americani). C'erano anche le bombe a mano, e vari tipi di mitra, dal vecchio Thompson 'militarizzato' ad altri come il più semplice M3 'Grease gun'. Ma un posto d'interesse lo occupano senz'altro i lanciafiamme, che nel caso degli anglo-americani, per via della densità maggiore della miscela, avevano una gittata sensibilmente maggiore di quella dei tipi tedeschi. Questo grazie alla scoperta di come usare, quali additivi, i cosiddetti 'saponi di alluminio', come lo stearato di alluminio. Questo rendeva più densa e capace di diffondersi sul bersaglio la miscela, di quanto non fosse l'additivo con il catrame o la gomma che usavano altri contendenti e che non produceva grandi differenze come prestazioni. I lanciafiamme sono armi terrorizzanti nel senso più letterale del termine: un soldato può mettere in conto di finire colpito da schegge, pallottole, esplosioni, ma essere bruciati vivi è un'altra storia. Inoltre per eliminare i bunker e altre postazioni protette non c'è niente di meglio. Naturalmente il soldato con il lanciafiamme è vulnerabile e con problemi di sopravvivenza in azione, per cui la fanteria normale deve proteggerlo. Alle volte la lancia del sistema è modificata per apparire come un normale fucile. Accendere la miscela e lanciarla sono altri due problemi tutt'altro che banali. Farci sistemi capaci di essere portati facilmente da singoli individui è un altro dilemma. Gli Americani li risolsero con i sistemi M1 e M2; il primo era un sistema derivato dal più sofisticato e delicato ER1, in servizio dai tempi di Guadalcanal, ma si trovò che era soggetto a rotture anche pericolose. L'M1A1 era dell'anno successivo, giugno 1943, e ne vennero costruiti 14.000. Con la nuova miscela arrivava dagli originali 27 m a 45. Pesava 31,8 kg, con serbatoio di combustibile da 18,2 litri e autonomia di fuoco (letteralmente) di 8-10 secondi. Un tipo migliore era l'M2-2, che possedeva una minore gittata, ma aveva il sistema d'accensione strutturato come una pistola a tamburo, con sei cartucce azionabili, e un grilletto con manico simile ad una pistola. Il peso era di 28-33 kg, uguale capacità di carburante ma gittata limitata a soli 36 m come massimo, 8-9 secondi di autonomia di fuoco.
Visto che si parla spesso di mitragliatrici, va ricordata la M1917 raffreddata ad acqua e la pi leggera M1919 ad aria, entrambe piuttosto vecchie, ma ancora ben valide durante la guerra. La principale mitragliatrice però è stata la M2, arma standard dei corazzati. Si tratta anche qui di un'arma non certo 'avanzata', ma decisamente potente e affidabile, nata negli anni '20, diffusa nell'US Army, USMC, USN, USAAF, e poi in decine di nazioni. Arma pesante circa 30 kg, da 470-550 c.min, capace di perforare anche 25 mm a brevi distanze, era basata almeno in parte sugli studi delle munizioni dei fuciloni tedeschi da 13 mm della I GM, e come tale efficace contro i corazzati leggeri. La versione aeronautica aveva canna da 914 anziché 1143 mm, e quella navale aveva una canna raffreddata ad acqua per migliorare il volume di fuoco sostenuto. L'arma aeronautica invece raggiungeva anche gli 800 c.min, anche se solo per brevi raffiche. Verso la fine della guerra cominciò ad apparire un nuovo tipo, la M3, che arrivava a circa 1.100 c.min, e venne usata
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[[Immagine:Sherman Tank M4 A2 E8 (639072589).jpg|300px|right|thumb|M4E8]]
Se si vuole completare il discorso, va ricordato anche l''''M4 Sherman''' nelle sue ultime versioni. Dunque, in questo caso va ricordato almeno un trio di mezzi: l'M4 Sherman Firefly, lo Sherman 'Jumbo', l'M4E8. Il primo fu il carro armato da combattimento 'ad interim' contro i carri armati tedeschi. Era stato armato, con molta fatica ma sufficiente efficacia con il potente 17 libbre inglese da 76,2 mm, capace di perforare 130 mm di acciaio a 900 m. Era un mezzo formidabile quanto a potenza di fuoco, ma restava ancora vulnerabile e alto come bersaglio. Non era ancora del tutto sufficiente, ma funzionale. Un successivo veicolo fu quello del 'Jumbo', ovvero un carro armato che venne costruito nel '44 con una corazzatura aumentata al punto da raggiungere una massa di circa 40 t. La corazzatura anteriore, normalmente di 51 mm a 56 gradi, aumentava a 102 mm che lo rendeva quasi invulnerabile, come del resto la torretta con 179 mm, anche i fianchi erano meglio protetti. Lo Sherman Jumbo era molto meno mobile, ma agli equipaggi piacque la sua solida protezione, e
L'M4E3E8 era apparso invece nel '44 e aveva un nuovo sistema di sospensioni, le HVSS con molloni orizzontali, proveniente dal carro sperimentale T.23. Con questa sospensione a molloni orizzontali anziché verticali il mezzo poteva funzionare con 3 carrelli a 4 ruote l'uno per sopportare meglio il peso raggiunto dagli Sherman di recente produzione. La loro torretta era oramai di tipo diverso, ma ancora non si volle per motivi incomprensibili cambiare la denominazione della versione E3.
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*M 29 Weasel. Mezzo della Studebaker, nato come T15 attorno al '41, è stato prodotto in 15.124 pezzi, inizialmente come veloce mezzo da neve, poi anche come misto neve-anfibio del tipo C, il più prodotto. Talvolta armato con un'arma da 12,7 mm, le sue capacità erano date da una cingolatura ampia e un peso ridotto, un motore Studebaker Champion da 65 hp e prestazioni di 59 kmh, 6,4 in acqua, autonomia di 280 e 40 km rispettivamente; le dimensioni erano di 4,79x1,7x1,8 m, peso 2.740 kg completo. È rimasto a lungo in servizio anche nel dopoguerra<ref>Sgarlato N, Eserciti nella Storia 47</ref>.
*LTV: in origine era un mezzo anfibio pensato nel '37 per muoversi in zone alluvionate o paludose, specie in Florida che era stata colpita da uragani nel '26, 28 e '32, progettato dal'ing Roebling e chiamato Alligator. Nel '40 interessò l'USMC per l'evidente utilità, eppure non sarebbe stato così se non fosse stato notato in una rivista da parte di un ammiraglio americano. Ordinati nel novembre del '40 e usciti dalle linee dal luglio 1941 in un primo lotto di 100 con motori da 120 hp, erano noti come LVT-1 che significa Landing Veichle, Tracked. Prima gli Amtrack (Amphibian Tractor) vennero usati come mezzi logistici, ben presto con motori da 146 hp, 1.225 esemplari; poi gli LVT-2 Water Buffalo, 2.963 con meccanica del carro leggero M3, prodotti fino al 1944; gli LVT-2(A) erano con blindature da 13 mm per la cabina e 6,4 per il resto del mezzo, 500 kg in più di peso e 450 prodotti; LVT-3 con due motori da 148 hp che lasciavano spazio alla rampa di carico posteriore; 2.964 prodotti; l'LVT-4 Water Buffalo, con 8.351 esemplari costruiti entro la fine della guerra,molte delle quali per l'US Army e le altre per gli Alleati, ma nessuna pare ai Marines; tipico armamento 2 da 12,7 mm, ma in genere non c'era nessuna protezione; c'erano poi versioni dell'LVT-2 con torretta del carro Stuart e il relativo pezzo da 37 mm, peso totale di 14.877 kg r prodotto (dalla FMC) in 510 unità; l'LTV-4 Amtank con torretta del semovente M8 e pezzo da 75 mm, peso 18 t, oppure razzi o lanciafiamme; prodotti quasi 1.900 e in seguito alcuni addirittura armati, nel dopoguerra, con la torre del carro M24; l'LVT-5 era infine armato con una torre da 75 mm ma non fece in tempo a partecipare alla guerra, nondimeno ne vennero prodotti 269. Per capire l'importanza di questi mezzi basti dire che ad Okinawa ne vennero usati oltre 1.000, ma molti altri ebbero uso in sbarchi, come quello sanguinosissimo, di Tarawa. Moltissimi vennero usati anche dai Britannici e nel dopoguerra da molte F.A., sia marina che esercito, come i Lagunari italiani. La loro presenza contribuì fortemente a ridurre le perdite in sbarchi contro obiettivi difesi, troppo pericolosi per i semplici LCM e LCA da sbarco. Tra le caratteristiche dell'LTV-4, un motore Continental radiael da 262 hp, peso di 16.510 kg toale, lunghezza 7,95 m per 3,25 di larghezza e 2,46 di altezza, 32 kmh di velocità sui strada e 12 in acqua, autonomia di 120 km max, armamento 2x12,7 e 3x7,62 mm con ben 5.000 e 6.000 colpi rispettivamente. I mezzi inglesi ebbero spesso i cannoni Polsten al posto delle M 2<ref>Sgarlato N: ''i mezzi anfibi LTV'' Eserciti nella Storia N.47</ref>.
*M 3 'White': basata su un lungo percorso evolutivo, era una specie di camioncino corazzato prodotto in ben 20.918 esemplari e usato, dal '38,
*Dodge 'Beep'. Il Gippone della guerra fu senz'altro questo potente mezzo chiamato alle volte 'big Jeep' era stato basato su di un mezzo Marmon-Errington per l'US Army, via via evolutosi fino a comprendere due mezzi, uno da mezza tonnellata (di capacità di trasporto) e uno da una t, per l'USMC. Essendovi un obiettivo 'gap' tra le jeep e gli autocarri da 2,5 t, molti furono i tipi che si ispirarono al 'Gippone', come in Italia, dove a questo mezzo già dal '51 si affiancò l'OM 20.110 di derivazione commerciale, poi sostituito dopo molti anni dal VM-90, altra incarnazione del concetto, sia pure in termini moderni. Il 'Beep' (Big Jeep) è stato prodotto in quantità enormi e
*GMC 'Jimmy': derivato dal commerciale GMC AXKWX-353, era un robusto mezzo da trasporto di cui il tipo militare apparve solo nel '41, e prodotto in totale in 517.467 pezzi. Dimensioni di uno dei tipi 6,77x2,24x2,79 m, peso 4,6-9,2 t, motore da 97 hp benzina per 72 kmh e 400 km di autonomia. Rimase in servizio negli USA fino al '70, in altri Paesi, spesso clonato, anche oltre. Un 'classico' della motorizzazione militare.
*La sua versione anfibia era il celebre DUKW, con uno scafo in lamiera a forma di barcone, usato per la spola tra nave e spiagge. Ne vennero prodotti 21.147, usati
*Jeep: nata da un requisito del 27 giugno 1940 per un mezzo 4x4 da 272 kg di carico utile e peso a vuoto di meno di 580 kg, da presentare come progetto entro il 22 luglio, era un progetto della Bantam, che era nata nel '34 dal fallimento della Austin inglese che doveva produrre le 'Seven' negli USA. Nel '40 la Bantam aveva solo 15 dipendenti e nondimeno riuscì a presentare davvero entro quel termine la sua proposta, ma poi venne relegata marginalmente perché con grande scorrettezza Ford e Willys erano riuscite a copiare il disegno e a rientrare in partita per le valutazioni, e alla fina la seconda con il suo motore Go-Devil da 60 hp vinse la gara. Con un telaio a 5 traverse e lamiere stampate fissate al di sopra, era un piccolo autocarro da 3,35x1,6x1,75 m con la capote, o 1,32 al volante. Poteva andare a 96 kmh e presto divenne oggetto della produzione di oltre mezzo milione, circa 10 volte quella della Kubelwagen tedesca, la sua rivale, con un costo di 750 dollari contro 1.100 al pezzo. Venne usata dappertutto e per molti scopi, anche come lanciarazzi da 12 canne calibro 114 mm. Nel dopoguerra la Hochtkiss la produsse su licenza, tra le altre, fino al '66 come M201.
*al livello opposto, vanno ricordati i super-autocarri americani, rimasti però senza seguito, il T20 da 16 t, motore da 240 hp; e il T26 con motore da 275 hp; Il T20E1, T33 e T33E1 potevano arrivare fino a 450 hp a seconda dei motori installati e di fatto erano non tanto dissimili dai potenti MAZ sovietici di anni dopo. Ma nessuno di essi ebbe seguito.
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==Semoventi d'artiglieria==
[[Immagine:M10 Achilles - JPG.jpg|300px|right|thumb|M10 Achilles, col pezzo da 17lbs]]
Gli Americani avevano
*'''Peso''': 27+ t
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Gli Hellcat erano efficaci per la loro mobilità anche se erano vulnerabili ai bombardamenti d'artiglieria, contro i quali potevano solo scappare. Per il resto erano mezzi molto interessanti, che durarono in servizio nel dopoguerra anche più degli M36, fino a che alcuni vennero anche usati nella ex-Yugoslavia.
Tra le artiglierie, quelle deputate per il tiro indiretto e quelle antiaeree erano pure importanti. Queste ultime, in pratica, sono state basate su semicingolati, a cui si rimanda, mentre i tipi cingolati apparvero dopo la guerra, a parte forse l'M19 con due cannoni da 40 mm, in torretta aperta su scafo dell'M24. Per il resto erano
Le artiglierie antiaeree non erano molto richieste data la bassa minaccia nemica sull'esercito americano. Le artiglierie campali erano invece essenzialmente l'M7 Priest da 105 mm, con scafo su M3 e poi M4, prodotto in oltre 5.500 esemplari, corazze da 25 mm, 90 colpi da 105 mm per l'obice M2. L'M12 su scafo M3 medio, prodotto in pochi esemplari, e seguito subito dopo dall'M40 su scafo M4 Sherman, con l'M1 Long Tom e 20 colpi. In servizio dal '45, ne vennero prodotti circa 311 fino alla fine della guerra. La versione M43 aveva l'obice da 203 mm, ma ne vennero prodotti solo 48. Vi furono anche i mezzi portamunizioni T30, e dopo la guerra, molti esperimenti per cercare di capire come si potesse proteggere il personale dei semoventi d'artiglieria in ambiente NBC. Il risultato fu, dopo tante iterazioni, l'M109, ma questa è tutt'altra storia. L'M40 pesava 37,2 t, 8 artiglieri a bordo motore da 400 hp, velocità di 39 km, lunghezza totale di 9,04 m, Decisamente di più dell'M7, pesante 23 t, lungo 6,02 m, con 5 uomini, ma capace di 42 kmh grazie al motore da 375 hp<ref>Armi da guerra 80</ref>.
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Un'arma da appoggio era quella dei mortai, tra questi peraltro l'unico che meriti la definizione di 'avanzato' (pur essendo gli altri molto validi) era quello 'chimico' da 106,7 mm, usato per compiti 'chimici' come stendere cortine nebbiogene o usare aggressivi chimici. Aveva anima rigata per la migliore precisione e pesava parecchio, lunga 1,019 m e pesante 150 kg circa, alzo da +45 a +59 gradi, gittata 4.023 m con proiettili da 14,5 kg. Questi erano inizialmente di tipo chimico, ma presto si capì che era altrettanto facile usare le armi con efficacia con i colpi HE. Il peso, oltre il doppio dei 61,7 kg del mortaio M1 da 81,4 mm (gittata 3 km con proiettili da 3,1 kg) e i 19 kg dell'M2 da 60 mm (1,36 kg di proiettile lanciabile a 1.800 m), rendeva tuttavia difficile spostarlo in fretta, e solo con i semoventi, forse di tipo semicingolato, fu possibile spostarlo con la dovuta rapidità.
I suoi equivalenti nel periodo furono il 107 PBHM 38 sovietico che però, a fronte di 170,7 kg e di una canna liscia, raggiungeva i 6.314 m, ma con bombe assai più leggere da 8 kg (e nondimeno, circa 3 volte più potenti di quelle da 81); e il poco noto tipo britannico da 106,7 mm (4,2 pollici) che venne messo in servizio per contrastare gli ancor meno noti mortai nebbiogeni tedeschi da 10 cm (affidati alle 'Nebeltruppen'), era però un SB che significa Smooth Bored, quindi anima liscia. La gittata però si rivelò, con le rozze granate disponibili (per non gravare nella produzione di altri tipi, si usarono involucri fusi anziché forgiati) di 3 km anziché i 4 richiesti, e solo con un tipo migliorato si riuscì a raggiungere 3,6 km. In ogni caso venivano usati
L'equivalente britannico del pezzo americano da 75 fu il 95-mm I.H. Mk II, un obice someggiabile in dieci carichi, pesante nondimeno 954,8 kg. La sua era una costruzione davvero improvvisata, nel pieno della guerra, con: affusto del pezzo controcarri da 6 libbre, culatta del 25 libbre, cannone accorciato del 94 mm contraerei, munizioni del vecchio 94 mm d'appoggio fanteria. Con granate appena transoniche (330 m.sec) arrivava a soli 5.486 m per colpi da 11,34 kg, mentre l'alzo era limitato a 30 gradi e la direzione a 8. Era decisamente poco efficiente, ai soldati non piaceva, nel tiro prolungato era debole e il sistema di rinculo in particolare tendeva a rompersi. La maggior parte di questi pezzi non vennero nemmeno distribuiti alle truppe e solo uno è rimasto come testimone di questo tentativo, a cui va invero dato riconoscimento d'aver tentato davvero l'impossibile nel realizzare un tipo d'artiglieria a basso costo con quanto era già disponibile. Un'arma molto simile venne installata su alcuni carri armati, come del resto prima era stata usata per analoghe funzioni una b.d.f. a bassa velocità da 76,2 mm. Aveva anche un proiettile HEAT.
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I Giapponesi a loro volta diedero una mano al cannone da fanteria, ma con un tipo davvero strano: il Tipo 92 da 70 mm, che era un mini-cannone da fanteria pesante appena 212 kg, con portata di 2.700 m e in pratica, circa la metà. Era assegnato, come la maggior parte dei tipi di questa categoria, ai battaglioni di fanteria e schierato molto in avanti, in prima linea. Era munito di un sistema di puntamento rudimentale ma con cariche variabili, tanto che unite alla velocità iniziale di 198 m.sec, poteva tirare nel secondo arco a non più di 100 m, con proiettili molto efficaci sia del tipo HE che shrapnel, nonché nebbiogeni. Alzo fino a 50 gradi, direzione di 90. Era stata prodotta anche una piccola quantità di cannoni per carri armati. Insomma, un'arma moderna ed efficace, nonostante una canna lunga appena 622 mm, grossomodo come un fucile da fanteria<ref>Armi da guerra 103 per tutte le notizie su queste armi di supporto fanteria</ref>.
I cannoni da 90 mm, successori, tanto per cambiare, di quelli da 76,2 mm. Risultato della richiesta dell'US Army del '38, l'M1 da 90/50 calibri venne seguito dall'M2 e dall'M2A2. Erano
E infine, a proposito di cannoni controcarri, la trasformazione del vecchio cannone da 76 antiaereo nell'M5. Ebbe questo cannone l'affusto dell'obice M2A1 e lo stesso congegno di chiusura, nonché altre modifiche minori. Era un'arma capace di perforare 120 mm a 915 m e 84 a 1830 m, tirava colpi da 6,94 kg a 793 m.sec, lungo come b.d.f 4 m circa, pesante 2.623,5 kg in batteria. Dato che era decisamente pesante, anche se un valore intermedio rispetto al Pak 40 e il 17 pdr, ne vennero prodotti 'solo' 2.500 trainati, e ben 6.824 per corazzati, specie per gli M10. Stranamente, esso entrò in distribuzione già nel dicembre 1941, ma di quest'arma, decisamente potente, poterono essere distribuiti grossi quantitativi solo anni dopo, e con preferenza per i semoventi. In effetti, gran parte dei cannoni americani usati nel '42-43 in Africa non erano da 76 o da 57, ma ancora i vecchi M3 da 37 mm.
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