Storia della letteratura italiana/Giuseppe Parini: differenze tra le versioni

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==La poetica==
[[File:IMG 4029 - Milano, Palazzo di Brera - Parini, Giuseppe (di Gaetano Monti) - Foto Giovanni Dall'Orto 19-jan 2007.jpg|thumb|Monumento a Parini. Brera, Milano]]
Parini è un intelettuale lontano dal cosmopolitismo che aveva caratterizzato gli illuministi, e si dimostra piuttosto legato agli schemi classici tipici della letteratura cinquecentesca. Il suo classicismo non si limita tuttavia agli aspetti formali, ma mira all'analisi della realta e presenta una forte tensione morale. Si pone quindi come «poeta civile», impegnato a diffondere nella società una moderata razionalità. Secondo Parini, infatti, la filosofia moderna era strumento per recuperare la razionalità della natura, e nella sua ideologia fondeva elementi illuministici con valori della tradizione classica.<ref>{{cita libro | Giulio | Ferroni, ''| Profilo storico della letteratura italiana'', | 2001 | Einaudi, | Torino, 2001,| p.=513 513.}}</ref> Il suo giudizio sulla società, e la nobiltà in particolare, è però influenzato dalla sua condizione di povero sacerdote e letterato subalterno, che lo indusse a sviluppare una amara coscienza delle differenze tra le parti sociali. Ai modelli dati dalla nobiltà a lui contemporanea, Parini oppone i valori provenienti dalla classicità, come la laboriosità, la serverità, l'eroismo. A questi si aggiunge l'invito a perseguire il bene comune così da avere un ruolo sociale positivo. Con gli anni si accentuerà questa visione positiva della nobiltà, grazie soprattutto all'esempio di alcuni aristocratici da lui frequentati.<ref>{{cita libro | Giulio | Ferroni, ''| Profilo storico della letteratura italiana'', | 2001 | Einaudi, | Torino, 2001,| p. =514.}}</ref>
 
Per Parini, la poesia e la tradizione classica sono le uniche forme che consentono una vita sociale razionale e vicina alla natura.<ref name="Ferroni515">{{cita libro | Giulio | Ferroni, ''| Profilo storico della letteratura italiana'', | 2001 | Einaudi, | Torino, 2001,| p. =515.}}</ref> Spirito didattico e satirico si fondono in un delicato equilibrio: per questo motivo mirava a forme espressive pacate e sapienti, che unissero sdegno e ironia. La lingua utilizzata ha un fondo letterario-tradizionale, a cui si affiancano termini scientifici o lontani dal linguaggio poetico consueto, così da suggerire sensazioni vivaci.<ref>{{cita libro | Giuseppe | Petronio, ''| L'attività letteraria in Italia'', | 1970 | Palumbo, | Palermo, 1970,| pp. =528-529. }}</ref>
 
==''Il Giorno''==
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''Il Giorno'' è l'opera più importante di Parini, alla quale lavorò per svariati anni fino alla morte, lasciandola incompiuta. Come accennatto in precedenza, in vita il poeta pubblicò solo i due poemetti de ''Il Mattino'' (1763) e ''Il Mezzogiorno'' (1765). Il progetto iniziale prevedeva un terzo poemetto, ''La Sera'', ma presto maturò la decisione di un poema in endecasillabi intitolato appunto ''Il Giorno'' e composto da quattro parti: ''Il Mattino'', ''Il Meriggio'', ''Il Vespro'', ''La Notte''. I primi due poemetti furono quindi rimaneggiati, e la parte finale del ''Mezzogiorno'' confluì nella prima parte del ''Vespro'' (la più breve e meno elaborata). ''La Notte'' fu abbandonata negli ultimi anni, e di questa rimangono 673 versi oltre a vari appunti. <ref name="Ferroni515"/>
 
Il poema fu stampato postumo nel 1801 a cura di Francesco Reina, allievo di Parini, il quale era intervenuto in maniera arbitraria sui manoscritti originali. Solo con l'edizione critica di Dante Isella (1969) è stato possibile risolvere alcuni dei problemi filologici legati all'opera, distinguendo i testi dei due poemetti pubblicati separatamente da quelli presenti sui manoscritti. ''Il Mattino'' è inoltre preceduto da una dedica in prosa intitolata ''Alla Moda'': l'obiettivo dell'intero poema è infatti descrivere la vita ''alla moda'' di un «giovin signore», del quale Parini finge di essere un «Precettore d'amabil rito» che lo istruisce su come organizzare la propria giornata. L'intento ironico dell'opera è evidente nel tono eroico utilizzato per raccontare la vita frivola del protagonista, così come palese è l'intento morale dell'autore che si lancia contro la degenerazione dell'aristocrazia dell'epoca.<ref name="Ferroni515">{{cita libro | Giulio | Ferroni, ''| Profilo storico della letteratura italiana'', | 2001 | Einaudi, | Torino, 2001,| pp.= 516-517.}}</ref>
 
==Le ''Odi''==
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*una terza, iniziata alla fine degli anni ottanta, che potrebbe essere definita ''neoclassica'' e si concentra sulla nobiltà spirituale e la coscienza della dignità del poeta.
 
In generale, le odi rappresentano il punto di riferimento per poeti come [[../Giacomo Leopardi|Leopardi]], [[../Ugo Foscolo|Foscolo]], [[../Alessandro Manzoni|Manzoni]]. Le strofe sono costituite da versi brevi, il più delle volte settenari, mentre la struttuta sintattica delle frasi è spesso composta e difficile. Il ritmo latineggiante descrive le cose in modo netto e definito, sottoposti a un io che si presenta ben saldo nella sua coscienza morale. In generale, le ''Odi'' trasmettono l'immagine del poeta come voce educatrice, cioè colui che indica i valori positivi e gli aspetti negativi della realtà.<ref>{{cita libro | Giulio | Ferroni, ''| Profilo storico della letteratura italiana'', | 2001 | Einaudi, | Torino, 2001,| pp.= 520-521.}}</ref>
 
==Note==
<{{references/>|2}}
 
== Altri progetti ==
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==Note==
<references/>
 
[[Categoria:Storia della letteratura italiana|Parini]]