Storia della letteratura italiana/Poesia del dopoguerra: differenze tra le versioni

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==La linea lombarda==
{{vedi pedia|Linea lombarda}}
«Linea lombarda» è un'espressione utilizzata da Luciano Anceschi<ref>Luciano Anceschi (a cura di). ''Linea lombarda: Sei poeti'' (editi e inediti di Vittorio Sereni, Roberto Rebora, Giorgio Orelli, Nelo Risi, Renzo Modesti, Luciano Erba), Magenta, 1952</ref> per raccogliere alcuni autori orbitanti attorno alla città di Milano, i quali, legati alla tradizione della letteratura lombarda, rivolgono al loro attenzione agli oggetti, con un senso di concretezza e tensione morale. Tra questi autori si ricordano: [[w:Giorgio Orelli|Giorgio Orelli]] (Airolo 1921 - 2013), il maggiore rappresentante della letteratura della Svizzera italiana, la cui poesia è passata da una preferenza per la forma epigrammatica a composizioni più lunghe e complesse; [[w:Nelo Risi|Nelo Risi]] (Milano, 21 aprile 1920 – Roma, 17 settembre 2015), autore di una poesia civile nutrita di passione politica; [[w:Luciano Erba|Luciano Erba]] (Milano 1922 - Milano 2010), che ha sviluppato uno stile apparente semplice, leggibile, ma al tempo stesso raffinato e sottile; [[w:Bartolo Cattafi|Bartolo Cattafi]] (Barcellona Pozzo di Gotto 1922 - Milano 1979), che ha portato il linguaggio ermetico a esiti di singolare violenza espressiva.<ref>Giulio Ferroni, ''Profilo storico della letteratura italiana'', Torino, Einaudi, 2001, p. 1097.</ref>
 
Nei decenni successivi, nell'ambiente milanese si svilupperanno esperienze in continuità con la linea lombarda, che porterà a nuove forme il confronto tra realtà e poesia. Tra questi autori si ricordano Giancarlo Majorino e Giovanni Raboni.<ref>Giulio Ferroni, ''Profilo storico della letteratura italiana'', Torino, Einaudi, 2001, p. 1172.</ref>