Martin Heidegger, la vita e l'opera: differenze tra le versioni

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===Gli anni alla Philipps-Universität di Marburgo: ''Essere e tempo'' e Hannah Arendt; i "corsi marburghesi" (1923-1928)===
Dopo aver compendiato le sue interpretazioni di Aristotele sviluppate lungo i "primi corsi friburghesi", Heidegger invia lo scritto (''Phänomenologische Interpretationen zu Aristoteles'', noto anche come ''Natorp-Bericht'')<ref>In GA 62, pp. 341-419; ed.it. ''Interpretazioni fenomenologiche di Aristotele. Introduzione alla ricerca fenomenologica'', traduzione di Massimo De Carolis. Napoli, Guida, 1990.</ref> a Paul Natorp (1854-1924) e a Georg Misch (1878-1965) allo scopo di concorrere per l'insegnamento rispettivamente a Marburgo e a Gottinga. Natorp resta colpito dalla interpretazione di Aristotele promossa da Heidegger e nel 1923 lo nomina professore straordinario (''Extraordinarius'') all'Università di Marburgo.
 
A Marburgo, Heidegger resterà fino al 1928, cinque anni molto fecondi, con diversi allievi "friburghesi" che qui lo seguiranno (tra questi Löwith e Gadamer) e l'incontro con colleghi di grande spessore, oltre Natorp, il filosofo Nicolai Hartmann (1882-1950), il filologo Paul Friedländer (1882-1968) e, soprattutto, il teologo evangelico Rudolf Bultmann (1884-1976)<ref>Bultmann era giunto a Marburgo due anni prima. Il rapporto fu per entrambi fecondo, Heidegger precisò meglio la relazione tra filosofia e teologia nell'ottica dell'analisi estenziale, Bultmann elaborò l'interpretazione esistenziale del Nuovo Testamento: ciò che per Heidegger era critica della "metafisica" per Bultmann diveniva un processo di "demitizzazione".</ref>. Nuovi allievi si aggiungeranno ai suoi corsi di Marburgo, tra questi: Simon Moser (1901-1988), Gerhard Krüger (1902-1972), Hannah Arendt (1906-1975), Hans Jonas (1903-1993), Hermann Mörchen (1906-1990), Helene Weiß (1901-1951).